A una settimana dal mio reclamo, ieri pomeriggio mi ha telefonato una (gentilissima) impiegata delle poste. Non che io abbia ottenuto molto: ho il numero verde da chiamare per lo sdoganamento di pacchi e basta. Ho solo scoperto che dal punto di vista delle poste il pacchetto è come un contrassegno, quindi non danno una ricevuta; la consegna del pacco vale come ricevuta. Per il resto, alla mia domanda se devo pagare i diritti postali nel caso il mittente paghi l’IVA anticipatamente, la risposta è stata un boh. Secondo logica non dovrebbero esserci, ma la signora ha convenuto con me che non è detto che queste operazioni seguano la logica…
Sedotti dalla matematica (libro)
Il sottotitolo di questo libro (Sabine Hossenfelder, Sedotti dalla matematica [Lost in Math], Raffaello Cortina 2019 [2018], pag. 318, € 25, ISBN 9788832851106, trad. Giuseppe Bozzi) è “Come la bellezza ha portato i fisici fuori strada”. L’autrice, fisica teorica, si è man mano allontanata dalla visione dei suoi colleghi, sostenendo che si stanno sempre più allontanando dalla formulazione di teorie basate su esperimenti o che possono essere da essi validate, cercando invece di imporle semplicemente per la loro “bellezza”. Il termine non è troppo vago: la bellezza può trovarsi nelle formule matematiche semplici oppure nella mancanza di fine tuning, cioè di valori molto grandi o molto piccoli che non possono essere predetti a priori ma devono essere misurati. Hossenfelder scrive in modo molto spigliato, reso bene da Giuseppe Bozzi (che però non può tradurmi “mostruosa congettura di fantasia” la Moonshine conjecture a pagina 205 o parlare di distribuzione di probabilità “piccata” anziché concentrata a pagina 278!). Però l’idea di costruire il libro sulle interviste che ha fatto ai pezzi grossi della fisica teorica non mi convince molto, perché in questo modo tende a ripetere più volte gli stessi concetti; non sperate inoltre di avere idea di come funzionano le varie teorie, a meno che non ne sappiate già qualcosa. (Per i maligni che pensano che il mio giudizio sia falsato dal mio amare la matematica, assicuro che non è così: anzi concordo che la matematica è di ausilio alla fisica ma non può essere il suo principio guida).
Green Pass e dodicenni
La palestra dove si allenano i gemelli (e dove sarebbero dovuti stare la settimana prima dell’inizio della scuola) ci scrive dicendo che tutti gli atleti over 12 devono avere il green pass, con copia cartacea consegnata la prima volta che si arriva. Per chi ha fatto solo la prima dose da almeno 15 giorni, va bene quello provvisorio fino alla seconda inoculazione. Ok, la legge è quella.
I gemelli compiono 12 anni il 20 agosto, e avranno la prima dose il 30 agosto: ergo, fino al 14 settembre non potranno farsi vedere. (L’opzione “faccio fare loro un tampone ogni due giorni” non è contemplata, visto che l’ultima volta ci ho messo due giorni per far fare un tampone a Jacopo). Va bene così, sperando mi rimborsino i soldi del campus. Però c’è un piccolo problema (generale, non riguarda noi). Anche se noi vaccinassimo il 21 agosto i ragazzi, occorre comunque far passare 15 giorni prima di avere l’ok. E se ricordate, il decreto sul green pass è entrato in vigore 15 giorni dopo proprio perché servivano dei tempi tecnici per avere i 15 giorni. (Che poi uno non trovasse uno slot per vaccinarsi è secondario). D’ora in poi, tutti i neododicenni avranno un buco di due settimane. Sarebbe stato così difficile fare un decreto dicendo che il green pass sarebbe stato necessario per chiunque avesse almeno 12 anni e 15 giorni?
(Ah: è vero che il generale Figliuolo ha gentilmente chiesto di vaccinare i ragazzi anche senza prenotazione dopo il 16 agosto: ma questo per noi significherebbe comunque andare almeno a Voghera, visto che la Liguria dove loro si trovano ha sì reciprocità di vaccinazione con la Lombardia, ma solo per la seconda dose… e i 15 giorni dal 21 agosto ci sarebbero comunque)
Gianfranco D’Angelo
Sarà che avevo 25 anni ai tempi, ma io sono fiero di essere della generazione rovinata dal Drive In. Quindi non posso che essere triste per la morte di Gianfranco D’Angelo. È stato uno sperperone, leggo: ma i personaggi degli anni ’80, dalla Carrà con le sue taumaturgiche lagrime a Piero D’Angelo e il fantastico mondo di Quirk Quork Quark, da Giovanni “John” Spadolini al Tenerone, oltre naturalmente al secondo più famoso signor Armando possessore di cane. Le sue saranno state battute facili e un po’ grevi, anche se al confronto di oggi sembrano da educande, ma restano un ricordo della mia gioventù.
Quizzino della domenica: Un milione
Sapreste scrivere 1.000.000 come prodotto di due numeri che non contengano zeri?
(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina https://xmau.com/quizzini/p537.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema tratto da Futility Closet)
I racconti del libraio (ebook)
Confesso di essere rimasto deluso da questo libro (Martin Latham, I racconti del libraio [The Bookseller’s Tale], Rizzoli 2021 [2020], pag. 408, € 9,99 (cartaceo: € 18), ISBN 9788831804110, trad. Elena Cantoni e Carlo Capararo). Tra i vari capitoli, l’unico davvero interessante è l’ultimo, dove Latham parla della sua esperienza: anche quello sui cercatori di libri è carino, la seconda parte è passabile, ma la prima parte è davvero noiosa, e la traduzione di Elena Cantoni e Carlo Capararo non mi pare abbia fatto molto per ravvivarlo. È un peccato, perché l’idea non era affatto male; ma molte delle storie mi sono sembrate un affastellamento di nomi e date senza un quadro di insieme.
Non avrei saputo definirlo meglio
(dalla pagina ufficiale Unicode)
Sdoganamenti 2
Mi vergogno. Avevo segnalato al venditore del libro arrivatomi da sdoganare il problema, suggerendogli di indicare comunque nei pacchi che si tratta di libri (fargli fare la burocrazia italiana per pagare l’IVA alla fonte mi sembra una cosa esagerata). Ho ribadito più volte nello scambio di mail che sapevo benissimo che non era colpa loro, non chiedevo loro nulla e volevo solo avvisarli dei problemi con le spedizioni in Italia. Ma mi hanno comunque rimborsato i tre euro.
Lo so, il concetto americano di assistenza al cliente è una cosa per noi assolutamente incredibile (ed è per questo che ho continuato a dire che non volevo rimborsi). Ma mi vergogno lo stesso.