Consiglio a tutti di leggere almeno ogni tanto Global News, il quotidiano cinese in lingua inglese che comunica il punto di vista ufficioso del governo locale. Nessuno vi costringe a cambiare le vostre idee e certi loro commenti, come «Will it be a shame for American politics if repeated “slips of the tongue” by the country’s top leader trigger a crisis that the American people cannot afford?», sono un po’ buffi: ma trovo che spesso il loro punto di vista sia interessante perché diverso da quello che ci troviamo davanti tutti i giorni.
Prendiamo l’editoriale sull’ennesima gaffe di Joe Biden, che non solo ha affermato che Putin non dovrebbe restare al potere ma poi ha specificato che quello era “il suo pensiero personale e non la politica ufficiale statunitense”, sconfessando anche il maldestro tentativo di mettere una toppa da parte della Casa Bianca (“il punto del presidente è che non si può permettere a Putin di esercitare il potere sui suoi vicini o sulle regioni al di là della Russia”). Gli è che io posso esprimere il mio pensiero personale qua per i miei ventun lettori, tanto il mio pensiero – personale o ufficiale che sia – non conta un tubo. Se tu sei il presidente degli Stati Uniti d’America, ma anche se sei il PresConsMin italiano, l’amministratore delegato di un’azienda quotata in borsa o il vescovo di Vattelapesca – non puoi farlo. O dici quella che è la posizione ufficiale della tua corporation o taci. E questo uno come Biden che è in politica da una vita dovrebbe saperlo.
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Per curiosità ho provato a leggere uno dei libri della collana del Corriere attualmente in edicola legata al mondo latino. Questi libretti sono divisi in tre parti: la prima racconta un tema generale, la seconda è molto breve e parla di un singolo autore che è significativo per questo tema, la terza è un compendio di grammatica e di esercizi, che confesso di avere amabilmente saltato. Sono quarant’anni che non studio più latino, e comunque partire dal capitolo 17 non è il massimo. Il tema di questo volume è “La natura”, e bisogna dire che l’approccio è piuttosto interessante, anche se per forza di cose non si entra troppo nei particolari: in particolare ho apprezzato la dualità tra quello che sulla natura hanno scritto gli autori latini – e sappiamo bene che quando si scrive si cerca sempre di edulcorare la realtà – e quanto veniva poi fatto in pratica, anche con esempi che si rifanno alla nostra sensibilità contemporanea. La parte sull’autore, in questo caso Orazio, è infine una semplice biografia. In definitiva direi che la collana è interessante per chi ama allo stesso tempo la storia antica e quella moderna, oppure vuole un metodo alternativo per studiare il latino.