calenPIario

Non so se conoscete l’Advent of code: un sito che da parecchi anni presenta una serie di problemi da risolvere usando un qualunque linguaggio di programmazione. Bene: Roberto Zanasi e Riccardo Moschetti hanno pensato di fare qualcosa di simile, ma con i problemini di matematica.

Essendo il sito stato messo in rete per il Pi day, ha avuto il nome molto fantasioso di calenPIario. Potete iscrivervi, eventualmente riunirvi in gruppi (di massimo quattro persone) ma soprattutto risolvere i quesiti che vengono postati ogni 3(,14…) giorni. Non si vince nulla, ma c’è una classifica in linea. Buon divertimento!

Aggiornamento (19 marzo): Roberto mi segnala che i gruppi possono essere formati da un numero qualunque di persone. Se avete tanti amici buon per voi, insomma!

“Wikipedia Italia” e la voce sull’invasione dell’Ucraina

Martedì avrò parlato per una ventina di minuti con il giornalista che ha pubblicato questo articolo, e un altro wikipediano che era più addentro di me avrà ancora aggiunto qualcosa: eppure l’articolo afferma che è stata “Wikipedia Italia” a pubblicare la sua voce sull’invasione russa dell’Ucraina. Sono più di quindici anni che cerchiamo di spiegare che esiste Wikipedia in italiano (o se preferite in lingua italiana) e non Wikipedia Italia, ma niente da fare, non riusciamo a fare entrare il concetto.

Ma la cosa che mi lascia (e mi aveva lasciato martedì) più perplesso è un’altra: l’incredulità perché la versione italiana di Wikipedia era l’unica che non aveva una voce sull’invasione e si limitava a una bozza, incredulità che si avvicinava a una bocciatura piena del modello it.wiki. Basta vedere la terminologia: la voce italiana “appare sicuramente più scarna”, e non per esempio “è sicuramente più minimale”, con un aggettivo più neutro. (Per la cronaca: dire che la voce “è rimasta praticamente nascosta agli occhi dei lettori” è corretto, ed essendo io tanto buonino non mi lamento neppure per il grassetto). Scrivere di una guerra in corso è qualcosa di estremamente scivoloso: le notizie si susseguono e non c’è la possibilità di verificarle in modo indipendente. Certo, che ci sia stata un’invasione è fuori d’ogni dubbio, così come altre notizie. Certo, la struttura stessa di Wikipedia permette di emendare eventuali errori. Ma guardiamoci in faccia: è forse Wikipedia un news media? Evidentemente no. Ci sarebbe al più Wikinotizie, ma non se lo fila nessuno. Non vedo insomma nessun guaio se si evita di scrivere di tutto e di più su questa guerra: tanto ai lettori non mancano certo altre fonti a cui rivolgersi. Potremmo al più dire che si va su Wikipedia per cercare un punto di vista neutrale, che fino a martedì sera mancava; ma proprio perché io opero da una vita su Wikipedia vi posso assicurare che pur con le migliori intenzioni di tanti contributori non è affatto detto che su temi come questo si possa raggiungere l’oggettività in tempr reale.

Mi resta solo un dubbio: perché questa stroncatura specifica arrivi da un giornalista, che in fin dei conti ha tutto da guadagnare nel non essere in concorrenza su Wikipedia a riguardo di questo tema. Mah…

lampadine fulminate

L’altro giorno Jacopo accende la luce in camera sua, ma si spegne immediatamente. Lampadina fulminata. Vabbè, ne ho sempre qualcuna di scorta, la cambio e via. L’avevo cambiata non più tardi di sei mesi fa, ma tant’è.
Il fatto è però che quella lampadina, anche se aveva un attacco E27, era a led. Non dicevano che le lampadine a led costavano molto di più ma – a parte consumare meno – avevano anche una durata molto maggiore di quelle a incandescenza o alogene? Sono solo io lo sfigato?

è il giorno del pi greco

Oggi è il 14 marzo, il giorno del pi greco (nonché giornata internazionale della matematica). Ergo, in un momento non meglio precisato tra le 14 e le 14.27 sarò intervistato da Disma Pestalozza su Radio Popolare a proposito del mio Chiamatemi pi greco. Prometto che poi aggiungerò anche il link al podcast per chi si fosse persa la diretta.

(ah, non ho nessuna idea di cosa mi chiederà Disma, a noi piace fare le cose difficili)

Aggiornamento: (15 marzo) Il podcast della trasmissione è qui, dal minuto 41:20: però non è che si parli molto del libro, facciamo come al solito i cazzeggiatori. Se volete una recensione del libro, invece, potete leggere Amolamatematica; anche sulla Stampa se ne è parlato. Infine qui c’è la videopillola dell’editore.

Quizzino della domenica: Dita aliene

L’astronave aliena che si è materializzata in giardino ha sul fianco un numero di due cifre. Il piccolo problema è che gli alieni in questione hanno sedici dita nelle mani – è per quello che la loro tecnologia è più avanzata, loro contano come i computer! – e quindi i loro numeri sono uguali ai nostri da 0 a 9 e poi vanno avanti con A, B, C, D, E, F, 10… La cosa buffa è che però se volessimo convertire quel numero nel nostro sistema decimale basterebbe invertire le due cifre. Quali sono le cifre del numero?


alieno
(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p572.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema di Chris Maslanka, da New Scientist; immagine di ccarson, da OpenClipArt)


The Cat in Numberland (libro)

copertina Vabbè, la storia dell’Albergo di Hilbert la conosciamo più o meno tutti – o almeno la conosce chi ha un po’ di curiosità per la matematica. Devo dire che però la storia raccontata da Ivar Ekeland e disegnata da John O’Brien, che è appena entrata nella Mathical Hall of Fame, è davvero carina ed è un peccato che sia fuori commercio. (Ma potete andare a prenderlo in prestito su archive.org, in un’ora lo leggete senza problemi). In questo caso il vero protagonista è il gatto, che guarda tutte le magie matematiche dell’albergo di Hilbert e non riesce a capire come possano avvenire, tanto che alla fine… no, non ve lo posso dire.
Il testo è indubbiamente pensato per ragazzini, e i disegni contribuiscono alla piacevolezza del testo. Sarebbe simpatico vederlo tradotto in italiano…

(Ivar Ekeland, The Cat in Numberland, Cricket Book 2006, pag. 60, ISBN 9780812627442)

Esselunga e i tempi del servizio clienti

Ho appena ricevuto un’email del servizio clienti Esselunga con questo testo:

Gentile Maurizio Codogno,
la ringraziamo per la sua segnalazione. Terremo in considerazione la sua richiesta per le future revisioni assortimentali.
L’occasione ci è gradita per porgerle cordiali saluti.

Tralasciamo la banale considerazione che “la mia richiesta” era “pensate di rimettere in assortimento il vostro prodotto XYZ?” e quindi una risposta precotta, senza alcun contenuto semantico, ma logicamente più corretta sarebbe dovuta essere qualcosa tipo “Al momento non è prevista alcuna modifica”. Il vero problema è che la mia richiesta è del 25 gennaio. D’accordo non rispondere immediatamente per non far credere di non leggere nemmeno le segnalazioni, ma un mese e mezzo non è un po’ troppo?