Subtitle Edit

Anna spesso guarda serie tv sottotitolate in inglese. I sottotitoli si trovano anche, ma non è detto che siano sincronizzati. Essendo io il pioniere digitale di casa, devo rimetterglieli a posto.

Di per sé la cosa non è impossibile: i file .srt sono testuali, e per esempio quando una volta le servivano i sottotitoli italiani a uno sketch che aveva trovato in rete glieli avevo preparati a mano. Ma un conto è un paio di dozzine di righe di testo, altro conto un’ora di filmato. E in fin dei conti la risincronizzazione non richiede molto: un offset o al più un’accelerazione (o rallentamento) percentualmente costante.

Alla fine ho trovato Subtitle Edit della danese Nikse e ne sono contentissimo. Il lavoro è sempre noioso, perché devo controllare in vari punti che il sincronismo non si perda, ma è molto meno noioso del fare tutto a mano…

Il 250% in meno

il tweet di Malan Lucio Malan è mattiniero, visto che il tweet che ho riportato è delle 6:23 del mattino. E Fabio Pons ha ragione: non è che perché noi ce l’abbiamo con una persona allora dobbiamo fare voli pindarici per “dimostrare” che ha torto. Tecnicamente qualcuno potrebbe dire che la frase “In Albania prezzi più bassi anche del 250% vorrebbe dire che se in Italia una vacanza ti costa 1000€, in Albania non solo è gratis ma ti danno 1500€” non ha senso, ma visto che non ha senso dire “il 250% in meno” non vedo il problema.

Diciamo solo che fossi stato Malan non avrei parlato di faziosità della Stampa quanto di ignoranza. Il tweet citato da Malan è stato cancellato – ma si sa che sono in tanti a non riuscire a dire “mi sono sbagliato” – ma l’articolo no. Leggendolo, nel testo si trova che “In Italia i servizi turistici costano fino al 248% in più rispetto alle località balneari dell’Albania”, e qualcuno (la giornalista Sandra Riccio, o esistono ancora i titolisti?) ha pensato che fosse la stessa cosa dire “prezzi superiori anche del 250%” oppure “prezzi più bassi del 250%” a seconda del lato da cui si guarda la differenza. Questo è ovviamente falso, ma sarebbe bastato scrivere “In Albania si possono spendere i due terzi in meno che in Italia” e la faziosità non c’era più. Peccato che pare che nessuno sappia più fare questo tipo di conti.

Ps: “fino al 248% in più” non ha nessun senso. Nessuno ha i dati per calcolare esattamente la percentuale, e anche se li avesse la precisione sarebbe inutile.

Sempre sui prezzi dei carburanti

A parte avere visto in autostrada una pompa dove la benzina al servito superava i 2,4 euro al litro – ma lì è chiaro che è una scelta del gestore che non ha voglia di alzarsi e fare benzina – a quanto pare la Grande Idea del governo, vale a dire far esporre i prezzi medi, non è servita assolutamente a nulla. Nemmeno in negativo, questo bisogna dirlo. Che poi Urso riesca orwellianamente a dire «In Italia grazie anche a questa misura abbiamo un prezzo industriale depurato dalla tasse inferiore a quello di Spagna, Germania e Francia. Quindi è servito a qualcosa» e «nell’ultima settimana il valore medio della benzina è diminuito di 2 centesimi» è forse una verità tecnica, ma tace la banale considerazione che la settimana precedente, non appena è entrata in vigore la legge, il prezzo medio era aumentato di tre centesimi. (Controllate pure i prezzi al 31 luglio e al 7 agosto: scusate l’inglese ma il mio browser è settato così).

Per quanto riguarda il prezzo senza tasse, se uno prendesse alla lettera la frase di Urso dovremmo dedurre che in queste settimane le tasse da noi sono aumentate… Naturalmente non è così: i prezzi medi detassati sono sempre stati nella media, e da noi ci sono più tasse. Su questo indubbiamente l’attuale governo non ha colpe, se non quella di aver continuato a dire che le accise sulla benzina erano troppe fintantoché se ne stava all’opposizione. Io però continuo a chiedermi se qualcuno ascolta davvero le giustificazioni dei nostri politici.

Here, There and Everywhere (libro)

Beh, è molto semplice capire quali parti di questo libro sono state scritte da Emerick e quali da Massey: quando trovate una descrizione di un dettaglio pignolo sulle posizioni dei microfoni è tutta farina del sacco di Emerick, le descrizioni più liriche sono di Massey. Emerick si toglie anche una serie di sassolini dalle scarpe, anche se in stile molto britannico, nei confronti di Ringo (“completamente diverso da come sembra sotto i riflettori”), George (“fino al 1968 la sua tecnica era pessima”) e George Martin (in cauda venenum: nelle ultime pagine scrive che se la tirava troppo).
La pagina di Wikipedia in inglese su Emerick segnala che ci sono state diverse critiche
che segnalano errori fattuali nel testo: nonostante la mia discreta conoscenza beatlesiana non saprei specificare quali siano, a parte appunto la tecnica di George (che è sempre stato uno sgobbone, e doveva prepararsi con calma gli assoli… facendo probabilmente arrabbiare Emerick). Credo comunque che un beatlesiano non possa non leggere questo testo.

(Geoff Emerick e Howard Massey, Here, There and Everywhere : My Life Recording the Music of the Beatles, Avery 2007, pag. 387, $18, ISBN 9781592402694)

Il nuovo algoritmo di Twitt… ehm, X

Segnalo questa interessante analisi di Franz Russo su come X ha modificato l’algoritmo delle raccomandazioni di Twitter. Le raccomandazioni sono i tweet che trovate nella sezione “Per te” della homepage, e che fanno capire come il mondo dei social sia un posto terribile. La cosa per me più preoccupante non è tanto scoprire che la presenza di link abbassi la probabilità che il tuo tweet venga raccomandato, o che se uno prova a citare Meta o Facebook può lasciar perdere ogni speranza: si ritorna all’orticello chiuso, ma tanto in realtà non si è mai scappati di lì.
La cosa che mi ha lasciato perplesso è che il nuovo algoritmo toglie le due la prerogative fondamentali di Twitter, il real time e la preminenza dell’hashtag, per avvicinarsi a un modello prevalentemente visivo e con una durata più ampia – 24/48 ore – tipica di TikTok. Io in tempi non sospetti definii il modello di Twitter “molti-a-uno”, l’opposto del broadcast che è uno-a-molti: l’omologazione procede a grandi passi e direi che non ci sono dubbi che sia una scelta espressamente voluta da Musk. Eppure dovrebbero ormai sapere tutti che a differenza che nel mondo reale una copia del modello vincente non funziona, per la banale ragione che non dà nessun incentivo a spostare le interazioni tra utenti che sono il vero motivo per cui ci si lega a una piattaforma… bah.

LK99 e la filosofia naturale

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:LK-99_pellet.png

Al momento sembra assodato che LK99 non è un superconduttore a temperatura ambiente. Vabbè, siamo abituati a queste cose, pensate solo alla fusione fredda (o se volete ai neutrini superluminali che sfruttano il tunnel Cern-Gran Sasso). Io poi sono l’ultimo a poter parlare di queste cose, visto che come sapete non sono mai andato d’accordo con la fisica.

C’è però una cosa che vorrei farvi notare. Quarantott’ore dopo l’annuncio – evidentemente affrettato, ma oggidì essere i primi è fondamentale – erano già stati pubblicati quattro studi teorici che spiegavano come mai LK99 presentasse queste proprietà superconduttive. Questo capita sempre più spesso: credo che per esempio in fisica teorica ci siano più teorie che risultati sperimentali su cui esse dovrebbero basarsi. Nei secoli scorsi, prima che la fisica diventasse pesantemente matematizzata, la si definiva spesso come “filosofia naturale”. Io vado ancora meno d’accordo con la filosofia che con la fisica, ma ho come l’impressione che sia tornato in auge un meccanismo che separa completamente la teoria dalla pratica. Nulla di male: in matematica si è sempre fatto così. Però almeno i matematici non si preoccupano della pratica, a differenza dei fisici :-P Voi che ne pensate?

No taxi no cry

taxi I tassisti, come sempre in Italia, hanno vinto. Nemmeno la proposta della seconda licenza in regalo è andata loro bene, a parte che probabilmente sarebbe stata cassata; alla fine la montagna ha partorito un topolino nel decreto legge che permette a città metropolitane, capoluoghi di provincia e località con aeroporto internazionale di aumentare del 20% il numero di licenze. Notate come il governo se ne lava le mani, immagino contando sul fatto che le grandi città in genere non sono governate dalla destra e quindi lasciare loro la patata bollente è un’ottima idea.

Naturalmente se il governo avesse voluto davvero aumentare il numero di licenze di taxi avrebbe potuto per esempio dire che il costo delle nuove licenze non poteva essere inferiore a tot euro una tantum da impiegare tassativamente per interventi sul traffico, in modo da non svilire il valore della licenza stessa. Mi chiedo solo cosa succederebbe se di fronte a uno sciopero dei taxi a Milano l’ATM organizzasse un servizio continuativo di radiobus condivisi a cinque euro a persona, 10 euro a gruppo con stessa partenza e arrivo :-)