E quindi ci dobbiamo chiamare Mario.
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Ha chiuso Endo
Era qualche settimana che Anna e io volevamo andare da Endo, ma non riuscivo mai a trovare qualcuno al telefono. Poi la scorsa settimana ho scoperto il perché: hanno chiuso.
Nell’intervista c’è una frase molto significativa:
«Molti dicono che questo arredamento è vecchio, tutti vogliono il locale alla moda e moderno. Eppure venne disegnato da un architetto giapponese, con tutti gli stili e la simbologia del nostro Paese. Ma oggi nessuno sembra farci più caso».
Verissimo, il locale non era certo alla moda, soprattutto per il concetto milanese di moda. La cosa non ci ha mai dato nessun fastidio nei vent’anni in cui siamo andati, anzi. Il fatto è che oramai è facile trovare un finto giapponese all you can eat, magari anche con un cuoco giapponese ma tutto lì: ma all’Endo ci andavamo proprio per mangiare davvero giapponese. Credo ci mancherà molto.
Il paradosso dell’idraulico
Domani l’idraulico passerà da me per una riparazione abbastanza urgente. Mi ha assicurato che arriverà in un qualche momento tra le 8 del mattino e le 4 del pomeriggio: a differenza del tipico idraulico posso essere certo che manterrà la parola. Mia moglie ha scommesso con me una settimana di pulizie in casa se l’idraulico arriverà prima o dopo mezzogiorno. In questo momento le mie probabilità a favore e contro sono le stesse; ma domani a una qualunque ora dopo le 8 del mattino, se l’idraulico non è ancora arrivato, la probabilità che arrivi di pomeriggio è maggiore, visto che l’intervallo di tempo è rimasto più ampio. Ma allora mi conviene direttamente puntare sul pomeriggio già adesso! Ma non avevo detto che era irrilevante per ora scegliere tra mattino e pomeriggio?
Questo paradosso è stato presentato nel 2005 da Alan Hájek in un paper intitolato “The Cable Guy paradox”. Il paradosso indubbiamente c’è, perlomeno se assumiamo che l’idraulico non arrivi alle 8 spaccate. In effetti, se arrivasse qualche millesimo di secondo dopo le 8 i miei neuroni probabilmente non sarei ancora riuscito a concepire il pensiero “adesso è meglio scegliere il pomeriggio” quindi potremmo dire che il paradosso sarebbe risolto: ma sappiamo che in questi problemi dobbiamo assumere una posizione molto teorica e distante dal mondo reale. In compenso, dice sempre Hájek, se mi dessero un incentivo per quanto piccolo se scegliessi il mattino allora in questo momento mi converrebbe farlo, salvo poi pentirmene amaramente dopo poco tempo (anche se magari poi vincerei lo stesso perché l’idraulico è arrivato alle 11:40).
Ma allora come si risolve il paradosso? Non lo si risolve. Hájek sostiene che il problema è psicologico: si sceglie il pomeriggio per evitare la frustrazione. Io – che comunque la frustrazione preferisco evitarla eccome! – parto semplicemente dal principio che non devo passare il tempo davanti all’orologio. Se stasera partissi, ingiungendo a mia moglie di non dirmi nulla fino a domani sera, potrei scegliere mattino o pomeriggio senza preoccuparmi; eppure le informazioni sono le stesse!
E voi che ne pensate?
(immagine di snoopingasusual, da OpenClipArt)
MATEMATICA – Lezione 12: le basi dell’analisi
Quando si studia analisi matematica (soprattutto all’università, ma anche al liceo) c’è una parte che non viene quasi mai considerata: quella che precede la definizione di limiti. In questo volume della collana Davide Calza e Riccardo Moschetti (quelli del Math-segnale, se vi fosse capitato di vedere i loro video) colmeranno questa lacuna. I limiti ci sono, certo, ma sono la parte conclusiva del loro discorso, che verte sui mattoni che ci permettono di arrivare ad essi. Questi mattoni sono le successioni, che ci permettono di passare dal finito all’infinito sia perché vediamo cosa può succedere andando verso l’infinito che soprattutto perché ci permetteranno di dare una definizione formale di limite passando appunto dalle successioni.
I maestri della matematica trattati da Sara Zucchini sono Lagrange e Laplace, due analisti ma anche due dei maggiori sviluppatori della meccanica celeste; i miei giochi matematici sono basati sul teorema del valor medio, un altro pilastro dell’analisi matematica: ma naturalmente qui viene usato solo per divertirsi.
Davide Calza e Riccardo Moschetti, Matematica – Lezione 12: I numeri reali, allegato a Gazzetta dello Sport e Corriere della Sera, €6.99 più il prezzo del giornale.
“scrivi Giorgia”
Non mi serviva leggere Il Messaggero per immaginare che sulle schede elettorali ci sarà scritto “Giorgia Meloni detta Giorgia” per accettare il solo nome sulla scheda. Però mi chiedo che succederebbe se un altro partito candidasse Giorgia Todrani…
Quizzino della domenica: Tutte le cifre
Nella figura qui sotto vedete due operazioni consecutive, un prodotto e una somma, dove non sono state indicate le cifre. Scrivetele voi, sapendo che tutte le cifre da 1 a 9 sono usate e che il numero in alto termina con 7.
(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina https://xmau.com/quizzini/p693.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema da Mind Your Decisions.)
Dal Bit al Qbit (libro)
Non credevo sarebbe stato così difficile leggere un testo con le formule matematiche scritte in tondo e non in corsivo (oltre che con una spaziatura più o meno casuale). In generale comunque ho apprezzato solo l’ultima parte, con dei cenni di teoria dell’informazione quantistica: per il resto il testo non ha aggiunto molto a quanto sapessi già.
(Carlo Biancardi, Dal Bit al Qbit : Elementi di teoria dell’informazione classica e quantistica, Aracne 2009, pag. 212, ISBN 9788854824867)
Voto: 2/5