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matematto non praticante

Il Giappone cambia la latinizzazione ufficiale

esempio di nuovo Romaji Visto che il giapponese si scrive con gli ideogrammi, è necessario avere una loro conversione in caratteri latini (“romaji”, come dicono loro scritto appunto in caratteri latini). A quanto pare, il governo ha deciso di cambiare tipo di latinizzazione ufficiale, passando dalle attuali regole Kunrei-shiki rese ufficiali nel 1954 alle Hepburn. Il vantaggio? Se uno sa l’inglese riesce a pronunciare meno scorrettamente la parola. (Pronunciare “correttamente” il giapponese per un occidentale che non ha studiato mi pare impossibile).
Un grande miglioramento, insomma? Più o meno. Se uno viaggia in Giappone probabilmente vedrà per esempio i nomi delle stazioni ferroviarie con la nuova latinizzazione; ma in generale i nomi che leggiamo tutti i giorni sono già trascritti in Hepburn. Per esempio, Fukushima in Kunrei-shiki si scrive Hukusima … Insomma più che altro direi che si tratta di prendere atto del fatto compiuto.

(immagine da Japan News)

Barbara Balzerani e Donatella Di Cesare

La tua rivoluzione è stata anche la mia. Le vie diverse non cancellano le idee. Con malinconia un addio al compagno Pol Pot  (Cit.)

da https://twitter.com/AndreaBitetto/status/1764904571715883442

Il tweet poi cancellato di Donatella Di Cesare ha generato (almeno nella mia bolla Twitter) una quantità di meme dove si dà l’addio praticamente a chiunque. Giusto la reductio ad Hitlerum non mi è capitata, ma probabilmente perché quelli di destra si sentirebbero in conflitto di interessi.
Ho davvero dei problemi a immaginare il motivo per cui una persona indubbiamente di cultura non sia stata in grado di ricordarsi tutti coloro che sono stati ammazzati da Balzerani con le BR, e che Balzerani non si è mai pentita. (Aveva detto che dichiarava conclusa l’esperienza della lotta armata, che è una cosa completamente diversa). Mi pare insomma di tornare ai “compagni che sbagliano” che era un triste mantra di quei tempi (ero un ragazzo, ma lo ricordo bene). Questo è il classico guaio di quando l’ideologia ha la prevalenza su tutto, e capita soprattutto a sinistra… anche perché a destra la risposta tipica è ME NE FREGO. Di Cesare non ha neppure pensato a scusarsi, si è limitata al solito ritornello di “essere stata fraintesa” e che in quegli anni “non c’era solo il terrorismo”.
Comunque no: per quanto mi riguarda anche la migliore battaglia (e quella delle BR non lo era certo) ha dei limiti che non si possono superare. Le “vie diverse” le seppelliscono, le idee.

Le antiparallele

Sono sicuro che vi ricordate tutti dai tempi della scuola che se prendete un triangolo e costruite la parallela a un lato in modo che essa tagli gli altri due lati, otterrete un triangolo più piccolo che è simile a quello di partenza. Quello che probabilmente non sapete (e non sapevo nemmeno io fino a poco tempo fa) è che è possibile disegnare un’altra retta che taglia il triangolo originario e ci dà un triangolo simile a quello di partenza. Dove sta il trucco? Semplice: si scambiano tra di loro i due angoli alla base!
PQ è l'antiparallela di BC rispetto ad A
Nella figura qui sopra potete vedere un esempio di questa retta, che prende con parecchia fantasia il nome di antiparallela. Pat Ballew, da cui ho preso le informazioni per questo post, dice che Apollonio aveva già studiato questa retta, ma le aveva chiamata “subcontraria”.

Come si può costruire un’antiparallela? Ci sono vari modi: io ne mostro un paio. Nel primo si traccia la bisettrice AM del triangolo BAC, si sceglie un punto O in essa e si costruisce una retta per O che faccia con la bisettrice un angolo uguale a BMA: come si vede dalla figura, i triangoli ABM e AOP sono simili. Il secondo modo è forse più semplice, e sicuramente lo è con Geogebra: si prende un punto P sul lato AC e si costruisce la circonferenza per B, C, P. Se questa circonferenza incontra il lato AB in un punto Q, PQ è l’antiparallela cercata. Come mai? Semplice. Il quadrilatero BCPQ è per costruzione ciclico (cioè inscritto in una circonferenza), e quindi i suoi angoli opposti CBQ e QPC sono supplementari. Ma anche APQ e QPC sono supplementari, pertanto CBQ = APQ, come volevasi dimostrare.

costruzione di un'antiparallela altra costruzione di un'antiparallela

A questo punto dovrebbe essere intuitivo che se prendiamo un cono non retto (dove cioè l’asse non è ortogonale alla base) esistono due piani che tagliando il cono danno una circonferenza: quello parallelo alla base e quello che forma delle antiparallele. Questi esempi sono forse un po’ forzati; ma esiste un caso in cui le antiparallele arrivano spontaneamente. In un triangolo acutangolo, il triangolo ortico è quello che ha come vertici i piedi delle altezze del triangolo stesso. (Se il triangolo non fosse acutangolo il triangolo ortico finirebbe fuori da quello di partenza). Giovanni Fagnano dimostrò nel 1775 che esso è il triangolo inscritto di perimetro minore; ma quello che importa a noi è che il triangolo ortico è formato da tre antiparallele! Per vederlo (grazie a Roberto Zanasi per la dimostrazione…) basta notare che sia il triangolo BTC che il triangolo BSC sono rettangoli, e quindi inscritti in una semicirconferenza di diametro BC; pertanto BTSC è un quadrilatero ciclico, e per quello che abbiamo visto sopra l’angolo TBC è congruente a AST. Notevole, vero?

il triangolo ortico e le antiparallele

MATEMATICA – Lezione 4: Gli insiemi

copertina volume 4 La matematica non è “la scienza dei numeri”: anche se non consideriamo la geometria, da quando abbiamo ideato l’algebra i numeri sono una specie di corollario delle strutture algebriche di base. Centocinquant’anni fa si è riusciti a fondare l’analisi matematica sull’aritmetica, così come la geometria era stata riportata all’analisi per mezzo della geometria algebrica; il passaggio successivo è stato quello di fondare l’aritmetica sulla teoria degli insiemi, nella speranza che il concetto di insieme fosse ancora più fondamentale di quello di numero. Non è stato proprio così: o meglio, ci si è accorti che il concetto intuitivo di insieme che abbiamo tutti porta comunque a paradossi, e quindi non si è fatta molta strada in più.
Però un po’ di strada si è fatta, e Paolo Caressa in questo volume ci racconta quali sono gli assiomi sugli insiemi su cui al momento i matematici concordano (chissà, in futuro si potrebbe trovarne qualcuno di più intuitivo). Da qui possiamo rivedere i concetti visti nei volumi precedenti con questo nuovo vestito; Caressa parla così di funzioni e di numeri come particolari tipi e relazioni di insiemi, terminando con un’anticipazione di quello che si ha con insiemi finiti e infiniti.
Nelle sezioni finali Sara Zucchini racconta di Keplero, un personaggio da un lato ancora legato al pensiero filosofico medievale ma dall’altro un vero scienziato, per cui i dati sono la Bibbia: Keplero non ha avuto esitazioni nello scartare quelle che per lui erano teorie metafisicamente perfette ma non si accordavano con le osservazioni. I miei giochi matematici sono legati al concetto di parità, che pervade non solo i problemini ma la matematica tutta.

Paolo Caressa, Matematica – Lezione 4: Gli insiemi, allegato a Gazzetta dello Sport e Corriere della Sera, €6.99 più il prezzo del giornale

Statistiche del sito per febbraio 2024

Febbraio direi che è stato un mese piuttosto interessante, anche se direi mordi-e-fuggi. Le statistiche di base:

Visitatori unici 22.517 (+5357)
Numero di visite 47.848 (+3228)
Pagine accedute 142.458 (-12070)
Hits 285.339 (-22689)
Banda usata 3,88 GB (-0,10 GB)

A quanto pare il 28 febbraio non sono state raccolte statistiche (il 29 sì). A parte questo, sabato 10 febbraio con 1204 visite si è toccato il minimo, venerdì 3 febbraio con 5242 il massimo. Ma anche giovedì 1 con 3716 e martedì 13 con 2039 sono stati ben sopra la media, e martedì 20 si sono superate le 10000 pagine (13210 per la cronaca). La top 5:

  1. Quizzino della domenica: Offerta speciale: 858 visite
  2. “trovandone condivisione”: 718 visite
  3. Matematica: cosa ci sarà: 620 visite
  4. Matematica lezione 1: i numeri: 518 visite
  5. Gatta da riporto e Quizzino della domenica: nove cifre: 515 visite

C’è anche un altro post sopra le 500 visite. Tutta roba del mese, tra l’altro! Tra gli evergreen, romanaccio si ferma a 1157 visite.


Query Google: abbiamo 3261 clic da mobile (-107), 1147 da desktop (+111) e 65 da tablet (+2). Ecco le prime 10 query (tra parentesi le impressions, per capire quanto la mia pagina sia piaciuta a chi cerca: più il rapporto è basso, meno sono stato ritenuto interessante).

179 (716) insulti in romano
151 (515) maurizio codogno
117 (166) insulti romaneschi
110 (305) insulti romani
91 (413) zolva1
52 (650) problemi di logica
42 (60) indovinello 100 prigionieri cappelli bianchi e neri
41 (373) stocard problemi
40 (555) codice bianco ikea
36 (101) maurizio codogno matematica

È proprio vero che gli insulti romaneschi tirano!

Quizzino della domenica: Strada rossa e strada blu

Nella figura qui sotto vedete due percorsi possibili per andare dal punto in alto a sinistra a quello in basso a destra: quello in blu segue i lati dei quattro quadrati, quello in rosso è composto da tre segmenti congruenti che ondeggiano tra l’alto e il basso. Quale percorso è più lungo?

(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina https://xmau.com/quizzini/p685.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema tratto dalla Chris Smith’s Maths Newsletter .)

Mondi lontanissimi (libro)

copertina Le “forze spaziali” del titolo originale di questo libro non sono il nuovo corpo militare statunitense creato da Trump ma quelle che portano alcune persone a cercare di pensare come gli uomini potrebbero colonizzare lo spazio. Scharmen parte da Konstantin Ciolkovskij e John Desmond Bernal, con le loro idee di fine Ottocento e metà Novecento di satelliti artificiali abitati, e continua mantenendo un interessante equilibrio tra la fantascienza (anche Arthur Clarke è trattato in un capitolo), scienza (la NASA, ma anche Werner von Braun e il suo passato nella Germania nazista) e politica (sempre la NASA e il suo modo di presentarsi, ma anche la corsa dei privati allo spazio, dove Scharmen non nasconde per nulla che tra Bezos e Musk preferisce di gran lunga il secondo e il suo punto di vista). In generale il fil rouge di Scharmen è la “tettonica”, nel senso geologico traslato: ci sono forze che si muovono indipendentemente tra loro e che mandano in rotta di collisione i punti di vista della gente. Una lettura molto interessante, che permette di capire come la corsa allo spazio abbia profonde ripercussioni sulla nostra vita in questo pianeta, che almeno per il momento è l’unico posto dove possiamo stare. Buona la traduzione di Massimiliano Bonatto.

(Fred Scharmen, Mondi lontanissimi [Space Forces], Codice 2022 [2021], pag. 267, € 24, ISBN 9791254500279, trad. Massimiliano Bonatto)
Voto: 4/5