Archivi autore: .mau.

Informazioni su .mau.

matematto non praticante

caporalato?

A proposito del caos elezioni in Sicilia, con centinaia di presidenti di seggio e scrutatori che non si sono presentati, leggo che tale Mariangela Di Gangi ha affermato

«Siamo tutti sconvolti quando i caporali pagano i braccianti 3 euro l’ora ma non diciamo niente quando lo Stato paga 3 euro l’ora i Presidenti e le Presidentesse di Seggio e anche meno gli scrutinatori e le scrutinatrici! Il caos di oggi è solo colpa del “Caporalato di Stato” di chi pensa che 280 euro per quattro giorni di lavoro pressoché ininterrotto siano una cifra decente da spendere nel momento chiave della democrazia.»

Non so chi sia Mariangela Di Gangi: considerando che SiciliaNews24 non si prende la briga di spiegarcelo immagino che sia una politica sicula abbastanza famosa. Detto questo, e lasciando stare le storie tipo “sì, ma a stare nei seggi elettorali non ti stanchi” (sì, ma c’è anche una responsabilità maggiore) il mio punto è un altro. Quelle frasi avrebbero senso se non si trovassero presidenti di seggio e scrutatori e si dovesse andare alla loro caccia. Qui parliamo di una cosa diversa: persone che hanno espressamente accettato di farsi pagare 3 euro l’ora per una trentina d’ore di lavoro e poi hanno cambiato idea all’ultimo momento, rendendo le cose molto più difficili. Seguendo la logica di Di Gangi, costoro hanno forse deciso di fare un’azione eclatante contro il caporalato?

dopo il primo turno delle amministrative

Ed ecco di nuovo le mie analisi tipicamente sballate sul voto degli italiani! Occhei, qui non avevamo grandissime città, ma qualcosa si può comunque vedere. Il Post afferma che chi ne esce peggio è la Lega, sorpassata da Fratelli d’Italia anche in molte città del nord. Mah. È chiaro che Salvini è sempre più in difficoltà e che non gli riesce affatto bene fare il leader di lotta e di governo; e non può uscire dal governo perché gli altri leghisti fanno uscire prima fuori lui. Però mi chiedo cosa dire allora di M5S, che mi sembra sciolto come neve al sole sia dove ha corso da solo sia dove era alleato al PD.

Per quanto riguarda il PD, Sky potrà anche dire che è vincente; a me non pare affatto così. Diciamo che è più o meno riuscito a galleggiare, fors’anche a prendere qualche cosa in più rispetto a cinque anni fa, ma mi pare chiaro che il trend del passato che vedeva il centrosinistra vincere le elezioni locali e perdere quelle nazionali ormai non c’è più. L’unica sua speranza è che nei ballottaggi si litighi ancora dall’altra parte, e quindi la maggioranza (molto) relativa dei primi turni regga. Ma ho dei dubbi. Meloni invece ha vinto, e qui dubbi non ce ne sono. Vedremo se riuscirà a mantenere questo vantaggio fino all’anno prossimo: abbiamo visto che i pochi elettori che votano ancora sono parecchio volatili…

Adinolfi: zero voti

Da lunedì scorso gira questo screenshot (vero) sui risultati elettorali nel comune di Ventotene, dove Mario Adinolfi ha preso 0 (zero) voti) come candidato sindaco.
A me importuntubo delle dichiarazioni del suddetto Adinolfi, che ha twittato (copia archiviata): «(Ho provato a forzare modalità paramafiose del voto nei piccoli centri meridionali. Ho perso. La democrazia funziona anche così. Ma mi ricandiderò a Ventotene e la cambierò, perché il cambiamento è necessario come l’aria)». Quello è al più un problema dei cittadini di Ventotene. Quello che invece mi stupisce è come il Popolo della Famiglia sia riuscito a presentare le liste. Sono andato a vedere sul sito del ministero le norme per le amministrative, con relativo aggiornamento. Ho così scoperto che nei comuni sotto i 1000 abitanti non occorre avere qualcuno che presenti le liste, perché «sono gli stessi candidati che assumono, di fatto, la veste di presentatori delle singole liste attraverso l’accettazione della propria candidatura». Fin qua direi nulla di male. Però il punto 1.4 del primo documento afferma che «i presentatori delle liste dei candidati [devono essere] iscritti nelle liste elettorali del comune in cui si svolgono le elezioni». Quindi tecnicamente si direbbe che gli almeno sette candidati della lista (Tabella 1) dovevano essere iscritti alle liste elettorali di Ventotene: ma a quanto pare non è così. Mistero.

Per par condicio: la stessa cosa vale naturalmente per Luca Vittori e il suo “Partito gay, Lgbt+, solidale, ambientalista, liberale” che si è preso 1 (un) voto. Il vantaggio è che almeno lui non mi pare abbia twittato in giro :-)

le cancelliamo, queste strisce ciclabili?

Ieri c’erano le assemblee cittadine della mia azienda alla Camera del Lavoro, e avendo il cappellino RSU ho presenziato sia a quella del mattino che a quella pomeridiana. Questo è significato fare quattro pedalate sul percorso viale Monza – corso Buenos Aires – corso Venezia – via Senato e ritorno, a varie ore tra metà mattina e metà pomeriggio. Risultato? Una serie di slalom per evitare tutte le auto, i furgoni, i pullman parcheggiati sulla corsia ciclabile.

Io non sono un talebano della mobilità ciclistica. Ho pedalato per decenni in mezzo al traffico e ci sono abituato. Però i casi sono due: o il comune di Milano si decide una volta per tutte a usare qualche pattuglia di vigili per multare questa gente, e lo fa tutti i santi giorni, oppure prende un po’ di vernice nera, elimina queste corsie ciclabili, e amici come prima.

Ah sì, ci sono stati i referendum

Avevo previsto un’affluenza del 20%: non ci sono andato poi così lontano. D’altra parte io ho votato alle 22:10, e l’affluenza alle 21 nel mio seggio era del 19,33%. Sì, qualcuno era entrato persino dopo di me, ma non c’erano certo resse ai seggi, nonostante cinque schede da compilare.

Ma in fin dei conti di questi referendum se ne è parlato così poco che c’è subito stato chi ha tuonato perché 500000 firme per presentarli sono poche, senza nemmeno sapere che ufficialmente il referendum è stato richiesto da nove consigli regionali. Per il resto, che aggiungere? Nulla, direi.

Quizzino della domenica: la piazza di Dominosa

A Marostica hanno la piazza coperta da un’enorme scacchiera? Bene, la cittadina californiana di Dominosa non vuole essere di meno, e il consiglio comunale ha pensato che avrebbe potuto piastrellare la loro piazza con enormi tessere del domino. L’artista Double-O è stato subito ingaggiato e ha preparato un insieme di 28 gigantesche tessere del domino di 10×20 piedi. Solo che arrivato a Dominosa si è accorto che la piazza non era di dimensioni 80×70 come immaginava, ma 70×70. Piuttosto che spaccare una tessera a metà, Double-O pensò bene di mettere al centro della piazza una fontanella e riempire il resto della piazza con le tessere; ne avanzarono 4, che vendette poi come NFT (Non Fitting Tiles) guadagnando addirittura più dell’onorario per il suo lavoro.
In figura vedete la pavimentazione della piazza; riuscite a scoprire quali sono le tessere mancanti, e a indicare dove sono collocate le altre?

[la piazza di Dominosa]
(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p590.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema di Zoe Mensch su New Scientist.)