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matematto non praticante

Verità & Affari

Dalla scorsa settimana è in edicola un nuovo quotidiano economico, che come potete immaginare è figlioccio di La Verità. Io me ne sono accorto perché davanti alle edicole c’era appiccicata la fotocopia della prima pagina del primo numero, che vedete anche qui riportata nel mio post. Il direttore responsabile, il solito Maurizio Belpietro, spiega nel suo editoriale che – come cinque anni fa decise di fare uscire un «giornale politico d’impronta moderata» – ora intende «raccontare la verità senza censure». Ok. Ma io ve lo dico subito: se devi intitolare “Clamoroso!” il tuo articolo principale mi fai già capire che di clamoroso non ci sarà proprio nulla, e mi risparmi la fatica di aprire l’articolo in questione. Se una cosa è davvero clamorosa non serve dirlo, il lettore medio dovrebbe capirlo.

Se poi mi chiedete se sarà vero che un hacker sia entrato nei conti correnti di Bankitalia, la mia ipotesi è “sì, ma dobbiamo accordarci su cosa si intende per vero”. Non so se conoscete l’aneddoto su Giuseppe Verdi che un giorno, mentre passeggiava, sentì un suonatore di pianola che stava storpiando il motivo de “La donna è mobile”: gli lasciò una moneta e gli disse che almeno la suonasse con un tempo più rallentato. Il giorno dopo il suonatore aveva un cartello appeso al collo: “Allievo di Giuseppe Verdi”…

(ho scoperto che Panorama è stato comprato dall’editrice della Verità. Ora capisco qualcosa in più)

Nuova tecnica di phishing?

Ieri sera ho ricevuto un messaggio Whatsapp dal numero +44 7909 270906 con questo testo:

Ciao David, come va il tuo lavoro a Milano ultimamente? Verrò a trovarti a fine giugno.

Essendo io una BruttaPerzona™ e soprattutto non essendo David ho segnalato il numero, anche se in effetti avrei fatto prima a bloccarlo (e probabilmente prima ancora avrei dovuto vedere se c’era qualche dato in più sulla fanciulla in questione). Mi pare improbabile che qualcuno mandi un messaggio a un numero digitandolo anziché avendolo in rubrica. Il testo è inoltre abbastanza neutro, nonostante il riferimento a Milano, da non avere alcun appiglio, nemmeno la firma della suddetta fanciulla; un classico tentativo di carpire altre informazioni.

Voi che ne pensate?

Che fatica duplicare un telecomando

Stavolta il telecomando del cancello che non funzionava più è stato quello di Anna. Provo inutilmente a riprogrammarlo, e alla fine mi decido a comprarne uno nuovo, che però non è più il GOL4 della Ditec ma il Why Evo che è assicurato essere compatibile. Cerco il manuale in rete, mi stampo la pagina relativa, e parto con il tentativo di copia, chiedendo in prestito al vicino il suo GOL4 perché la procedura “rolling complex” richiede di usare il tasto nascosto e il mio telecomando è una versione a metà nella quale non ero certo del da farsi. Provo una, due, tre volte: niente da fare. La cosa peggiore è che pareva che mancasse un passo nella procedura, che appare quella del “rolling simple”; ma anche seguendo l’altra procedura il telecomando continuava ad essere tristemente inerte.

Mi ero praticamente dato per vinto, ma ho tentato il tutto per tutto e ho fatto una cosa che aborro: guardare un video. E così ho scoperto che il manuale ufficiale segnala la parte finale della procedura più o meno come i produttori di pasta indicano il tempo di cottura, cioè in un modo per nulla visibile a meno che tu non lo cerchi molto bene. Il video invece segnalava perfettamente la procedura; a questo punto sono sceso per l’ennesima volta, ho completato l’ultimo passo di sincronizzazione con la ricevente e finalmente ho (anzi, Anna ha) un telecomando funzionante. Chissà se la prossima volta mi ricorderò il da farsi…

“italiano”, insomma…

Correggendo un libro su Wikiquote, ho trovato questa quartina scritta dal poeta triestino Giulio Piazza a proposito dell’irredentismo triestino:

Lassè pur che i canti e i subii
E che i fazzi pur dispeti:
Nella patria de Rosseti
no se parla che italian!

Non so voi, ma io – che sono di madre liventina e padre patavino, e quindi sono abituato al veneto) ho dovuto cercare il significato del verbo “subiar” (per i curiosi fischiare, zufolare). Diciamo che “no se parléa massa italian”…

The Puzzler’s Dilemma (ebook)

Ho letto decine di libri di quizzini matematici (e ne ho scritto anche qualcuno…). Ciascuno di essi ha uno stile diverso, sia per la scelta dei problemi che per la loro esposizione e per come si passa alle soluzioni. Non mi era ancora capitato di vedere pero l’approccio usato da Niederman. In pratica i problemi – non ce ne sono tantissimi, anche se qualcuno mi era comunque nuovo – sono solo la ciliegina sulla torta di un discorso molto più generale, che parla dei problemi matematici come un modo di vedere il mondo. E il bello è che il discorso fila anche senza cercare di risolvere i problemi! In pratica è possibile divertirsi nella lettura senza impazzire nel risolvere questi problemi. Dite niente…

(Derrick Niederman, The Puzzler’s Dilemma, Perigee 2012, pag. 224, € 5,24, ISBN 9780715644966 )

anche prima di Musk, Twitter…

Da qualche tempo ho la possibilità di downvotare (come si può dire in una sola parola in italiano? disvotare?) i commenti ai post di Twitter. Non che lo faccia, anche perché non ne vedo il valore aggiunto. Ho scoperto però che ci sono le statistiche twitter… O almeno ci sono se pago per vedere i dati. Nulla di nuovo sotto il sole.