Se uno vuole affermare che il PD ha una vocazione perdente, in genere faccio fatica a dargli torto. Se però adduce come motivo il fatto che non abbia voluto accodarsi all’autocandidatura di Letizia Moratti al governo della Regione Lombardia, come scrive Mario Lavia, allora le cose cambiano.
Indipendentemente dal giudizio di ciascuno su Moratti, è praticamente impossibile definirla una portatrice di idee di sinistra, o anche solo di un centrosinistra dove la parte “sinistra” è così annacquata che non la si riconosce quasi. Per dire, non mi sognerei mai di definire il sindaco di Milano Beppe Sala “di sinistra”, ma sicuramente rispetto alla sua ex capa lo è eccome. Bene: che ci guadagnerebbe il PD ad appoggiarer la sua candidatura? Non vale nemmeno dire “diamo una spallata finale alla Lega”, visto che tanto ormai Fratelli d’Italia l’ha già più che doppiata anche in Lombardia.
A questo punto, tanto vale perdere con un progetto serio. (Anche se avendo presente la dirigenza PD, non mi stupirei per nulla se questo progetto serio non ci sarà, né mi stupirei se alla fine Letta desse l’ok ad appoggiare Moratti…)


La grafica di questo libro è piuttosto peculiare. Anche il formato, a dire il vero, visto che ha gli angoli delle pagine smussati come un quaderno. E in effetti alla fine di ogni capitolo ci sono un paio di pagine per prendere appunti, quindi parlare di quaderno non è così lontano dal vero. Ma a parte queste considerazioni per così dire estetiche direi che il testo è davvero adatto per chi è sempre stato intimidito da grafici e statistiche che si trovano sui media; Columbro, con uno sguardo ad alto livello ma comunque utile e corretto, spiega “il dato” e tutte le sue incarnazioni, dalle tabelle ai grafici alla nostra impronta digitale. Forse ancora un po’ complicato per le scuole medie, già al biennio delle superiori è un ottimo punto di partenza: ma anche gli adulti non ferrati in questo campo lo apprezzeranno, proprio perché non tecnico ma esplicativo.
