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matematto non praticante

Carbonio (teatro)

La scorsa settimana Anna e io siamo stati al teatro Studio (ok, teatro Mariangela Melato) a vedere Carbonio, alla sua seconda stagione. Commento rapido: mah. Segue il commento un po’ più articolato.

Pier Lorenzo Pisano ha scritto in effetti qualcosa di diverso dal solito, anche sul tema “gli alieni”, e di questo bisogna dargliene atto. Le sue intrusioni nella storia, dove racconta alcune delle immagini presenti nel disco d’oro all’interno di Voyager in un modo che è un mix tra le spiegazioni di Alberto Angela e i commenti tranchant di una disillusa Vulvia, sono state per me la parte migliore del tutto. Federica Fracassi e Mario Pirrello, l’interrogatrice e l’interrogato, costruiscono bene la loro interazione, e il fatto che continuino a girare in tondo ha un senso perché riflette il tentativo di comprendere un alieno con cui l’interrogato ha avuto un incontro ravvicinato e che non è affatto composto di carbonio – se vi chiedete il motivo del titolo, è questo. Però ci sono vari punti che non mi tornano nella trama. A parte il monologo finale francamente inutile (o almeno fatto male), per esempio quando l’interrogatrice fa vedere due foto di persone che “sarebbero state le più vicine all’alieno a parte l’interrogato” – le foto potrebbero essere di Sigourney Weaver e Isaac Asimov, ma figuriamoci se io riesco a vedere bene a quella distanza – la scena si chiude lì senza nessun ulteriore sviluppo. L’ingresso di Pisano sotto forma di alieno è anche incongruo e inutile, fa giusto strappare una risata. Insomma, un’opera simpatica ma non eccezionale.

Disfatta elettorale

Quando avevo visto il tonfo dell’affluenza alle regionali, avevo pensato che il centrosinistra avesse qualche possibilità di giocarsela in Lombardia. In fin dei conti, era oggettivamente difficile pensare che si potesse fare di peggio di quello che in questi cinque anni ha fatto Fontana. E invece la percentuale di votanti per il governatore uscente è addirittura superiore a quella di cinque anni fa: questo significa che in proporzione sono stati a casa più gli elettori del centrosinistra che quelli del centrodestra. (Ok, non ho idea di chi potesse anche solo pensare di votare Moratti, ma quella è un’altra storia e comunque ininfluente nel mio discorso).

Non so se la ragione di questa disaffezione è sata la sciagurata idea del PD di allearsi con M5S – che in Lombardia, vi ricordo, non ha mai contato nulla – o più banalmente che nessuno ha capito esattamente cosa avrebbe fatto di diverso. Quello che è certo è che i voti alla candidata di Unione Popolare sono poco più di un prefisso telefonico, quindi non si può nemmeno dire che le persone di sinistra abbiano voltato la faccia per non vedere Majorino: proprio non ci sono più. Dico solo che io forse sopravviverò ad altri cinque anni di destra lombarda e di sanità sempre più a pagamento, tanti altri forse no. Ma non credo che al PD questo interessi.

Stupida alternanza

Una volta le liste elettorali erano semplici: in cima i capolista, che si vedessero subito, poi subito sotto tutti gli altri candidati in ordine alfabetico: era facile trovarli. Ieri sono andato a votare e mi sono trovato candidati messi a caso: ci ho messo parecchio per capire che c’era un’alternanza uomo-donna (e no, non è che la parte maschile e quella femminile fossero in ordine alfabetico).

Capisco la logica di chiedere che le preferenze votate siano alternate (e mentre scrivevo mi è venuto in mente che la seconda preferenza che ho messo sarà annullata, avendo indicato due maschi: scemo io che ho aggiunto il secondo all’ultimo momento), ma mi spiegate qual è il vantaggio di quest’alternanza nelle liste?

Quizzino della domenica: Poco spazio

Nella figura qui sotto vedete quattro duomini in una scacchiera 5×2. I duomini sono numerati rispettivamente 4-3-2-1. Il vostro compito consiste nello spostare uno per volta i duomini in modo da rovesciare l’ordine e ottenere 1-2-3-4 (con lo spazio a destra sempre vuoto). Solo che dovete muovere i duomini in ordine: nella prima mossa quello numerato 1, nella seconda mossa il 2, nella terza il 3, nella quarta il 4, nella quinta di nuovo l’1 e così via. Ci riuscite?


(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p630.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema di Tadao Kitazawa, da Arithmetical, Geometrical and Combinatorial Puzzles from Japan, pagina 86.)

Nuovo look per il blog

Come quelli tra i miei ventun lettori che non usano RSS si saranno accorti, ho cambiato look al blog. Ho usato il tema Contango. Ditemi se vi piace o preferivate il vecchio tema :-)

Aggiornamento: Ho scoperto che Contango nella versione free non è responsive, e quindi sono passato alla Twenty Twelve stock di WordPress. Non ho voglia di perdere tempo (e pagare per un tema di cui in fin dei conti non mi importa poco). La fregatura è che ormai tutti i temi usano il block editor che io continuo ostinatamente a non mettere…

Altri dodici Cesari (libro)

Tonietto è completamente fuori di testa. Me ne ero già accorto leggendo Letteratura latina inesistente e con questo libro ho avuto la conferma. Questo libretto è una presa in giro delle Vite dei Cesari di Svetonio, ed è spacciato per la prima traduzione in italiano dell’opera magna di un tal Gio Vanesio Svetonietto. Citando dal risvolto di copertina, «Che le dodici biografie di improbabili reggitori dello Stato imperiale siano false non ha alcuna importanza, non sono meno plausibili di quelle vere.» E in effetti le storie dedicate al primo ultimo imperatore e anche al primo imperatore non umano (il cavallo di Caligola, chiaro) sono perfette. In alcuni casi Tonietto sfrutta forse un po’ troppo gli stereotipi, come nel caso del primo imperatore donna; in genere gioca molto con la storia realmente capitata – o almeno quello che ci raccontano essere successo – come nel caso del primo imperatore plebeo e in quello che secondo me è il capolavoro, il primo imperatore repubblicano Dextaliniano di cui si raccontano vita battaglie e morte, accennando che il suo successore Cruscio rimise le cose a posto.
Non perdetevi tutto l’apparato critico annesso al saggio con perle tipo la citazione di «Coefora Luciano, Non so dove sbattere la testa, in “Sala Docenti”, Nuova Serie, VII (2016), pp. 65-67», e chissà quante me ne sono perse; né saltate le allocuzioni degli scrittori al potente di turno a cui presentavano l’opera. Leggete, e ricordatevi che la storia sarebbe potuta essere anche capitata così.

(Stefano Tonietto, Altri dodici Cesari , Exòrma 2022, pag. 162, € 16, ISBN 9788831461382)
Voto: 5/5

Perché Disqus mi scrive?

Stamattina mi è arrivata una mail scritta in turco da Disqus, che mi segnalava che avevo chiesto un reset della password. La mail era genuina, ho subito fatto hover per vedere il link; solo che mi è arrivata a un account che non è quello che uso su Disqus. Ci ho pensato un po’ su, e alla fine ho capito l’arcano. Oltre all’account google, avevo anche un account “mau” che era collegato a quell’altra casella di posta. Evidentemente un turco più fuso di me era convinto che quello fosse il suo account e ha richiesto il reset della password. E in effetti l’account era stato bloccato per inattività e ho dovuto comunque resettare la password :-)