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matematto non praticante

Le spunte blu a pagamento

Per quello che mi riguarda, il fatto che dopo Musk anche Zuckerberg abbia affermato di volere introdurre le spunte blu a pagamento (rectius: come abbonamento) è un non problema. Quanta gente tra i pochi che vedono i miei post e tweet sono davvero interessati a sapere che io sono colui che dico di essere? E se mi rallentassero il flusso e mi riducessero i messaggi dei non bluspuntati, chi mi impedirebbe di lasciare definitivamente quei socialcosi? E tutto questo dovrebbe valere per la maggior parte degli utenti, non solo per me. La metafora della rana nell’acqua che si scalda lentamente è ben nota, ma sono certo che i due sanno che non bisogna esagerare.

Certo, qualcuno che sarà costretto a pagare c’è: tutti quelli che pensavano di poter avere una vetrina gratuita per i loro affari, e che adesso scoprono che non c’è un pasto gratis. La scelta era stata loro, le conseguenze pure.

Il politically correct colpisce anche Roald Dahl

Il Guardian ci racconta di come l’editore ufficiale dei libri di Roald Dahl, insieme alla Roald Dahl Story Company, stia silenziosamente cambiando il linguaggio dei suoi libri, per assicurare che “possano continuare a far divertire tutti”. Potete vedere qualche esempio nell’immagine qui a fianco, presa da Twitter.

Ora, se gli Oompa Loompa diventano “small people” anziché “small men” posso anche sopportarlo, perché non mi cambia nulla nel corso della storia. Ma Augustus Gloop è ciccione, “fat”; se lo chiami “enormous” non si capisce perché poi si comporti in quel modo nella fabbrica di cioccolato. Oppure tutta la spiegazione sulle parrucche che possono essere portate per tutta una serie di motivi non ha nessun senso nella trama del libro, e tra l’altro non dà nemmeno un’idea al supposto giovane lettore dei motivi. Ma soprattutto, Dahl scriveva in un certo modo non solo perché certi termini erano usuali, ma proprio perché quello era il suo stile di scrittura. Perché mai si sente il bisogno di bowdlerizzarlo?

(Gli unici casi in cui posso accettare una cosa del genere sono quelli in cui un termine ha cambiato significato. Il mio amico Adam Atkinson commentava che The Island of Adventure di Enid Blyton ha visto tutte le occorrenze di “queer” cambiate in “odd”. Ma in effetti, come don Giobbio ci insegnò al liceo dai salesiani, al tempo la parola non era affatto associata agli omosessuali ma era semplicemente un altro modo per dire “strano”. Se uno non lo sa, non capirebbe il contesto…)

Quizzino della domenica: Cinque orticelli

Nella mia casa di campagna ho un piccolo orto quadrato, dove coltivo cinque piante diverse, ciascuna su un rettangolo stretto largo un quinto del totale. Il mio OCD mi ha costretto non solo a recintare l’orto, ma anche a recintare ciascuna delle cinque parti; il perimetro di ciascuno di questi rettangoli è 24 metri. Qual è il perimetro dell’orto?

[L'orto]
(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p631.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema dal numero di febbraio 2023 di Prisma.)

A Gentle Introduction to Game Theory (libro)

Questo libro nasce esplicitamente per raccontare la base della teoria dei giochi a chi non arriva da un background di matematica pura. Questo non vuol dire che non ci sia matematica, mi affretto ad aggiungere: i molti esercizi alla fine di ogni capitolo lo stanno a testimoniare. Alla fine, però, è più adatto per avere un’infarinatura di cosa può essere la teoria dei giochi, arrivando al più all’equilibrio di Nash per matrici 2×n, e non per studiarla con un minimo di approfondimento. D’altra parte il lettore è stato avvertito…

Saul Stahl, A Gentle Introduction to Game Theory, AMS 1998, pag. 176, € 31, ISBN 9780821813393)
Voto: 3/5

Mamma, sono in tivvù!

È appena uscita da casa mia una troupe televisiva che mi ha intervistato a riguardo della vincita al Superenalotto. In teoria potreste vedere la mia bella faccia stasera al TG3 delle 19: in pratica, boh… La televisione è sempre qualcosa di aleatorio.

(Non ho idea del perché abbiano contattato me. Sono passati da Dedalo per avere il mio contatto: evidentemente l’editore aveva già lavorato con il caporedattore e gli ha fatto il mio nome)


(sorrido anche, che volete di più?)

E alla fine il Superenalotto ha visto il 6

Dopo più di un anno e mezzo – e dopo sei mesi dalla prima volta che mi hanno chiesto di parlare del montepremi gigantesco – è stato centrato il 6 al Superenalotto, e i 90 fortunati vincitori si divideranno quota parte il jackpot di 371 milioni.

Proviamo a vedere cosa si può ricavare matematicamente dagli scarsi dati che si possono trovare. Il montepremi “nuovo” di ieri è consistito in 7.314.609 euro: poiché è il 60% della raccolta, sono state giocate 12.191.015 colonne. Immagino che al crescere del montepremi le giocate siano aumentate, anche se non troppo visto che lo scorso giugno c’erano comunque più di nove milioni di colonne. Facendo una media spannometrica di 10 milioni di colonne ad estrazione, la probabilità che nelle 272 estrazioni dal 22 maggio 2021 a martedì scorso non fosse mai uscito un 6 è intorno all’1,2% nel caso tutti giocassero colonne diverse: nella situazione reale dove qualcuno può giocare la stessa colonna direi che si viaggia tra l’1,5% e l’1,8%. Insomma, un periodo così lungo tra due vincite non è poi troppo comune.

(Per i ritardisti che per sbaglio sono capitati qui: ovviamente questi sono conteggi che si possono fare solo a posteriori. Per ciascuna estrazione, la probabilità che con 10 milioni di schedine tutte diverse giocate ci sia un 6 è intorno all’1,6%, probabilità che scende un po’ nel caso di colonne uguali. Non prendete la mia descrizione come un metodo per vincere al Superenalotto: se ce l’avessi, secondo voi vi racconterei tutte queste cose?)

L’altra cosa che mi ha lasciato perplesso è il fatto che il sistema a caratura che ha vinto aveva 90 quote da 5 euro ciascuna. Immagino che sia stato completamente acquistato, ma non è quello di cui volevo parlarne. Poiché una colonna costa un euro, 90 quote da 5 euro significa 450 colonne. Sono andato a vedere la bacheca dei sistemi Sisal – dal mio punto di vista un modo legalizzato per prendere soldi dai diversamente matematici: ma tanto immagino che li spenderebbero lo stesso – e non ho trovato nessun sistema completo o ridotto da 450 colonne: il sistema integrale con 11 elementi ha 462 colonne. D’altra parte uno di questi sistemi, ma anche i ridotti e i multistella citati nella bacheca dei sistemi, farebbero anche vincere quote minori che non sono state indicate nei comunicati stampa. Posso dunque immaginare che il sistema a caratura avesse semplicemente un certo numero di colonne scelte a caso, cosa che dal mio punto di vista è sempre la migliore nel caso uno voglia giocare. Ad ogni modo, congratulazioni ai vincitori! Anche col 20% di tasse, sono più di tre milioni di euro netti a ciascuno…

Ma a che serve costituirsi come parte civile?

Indipendentemente dall’assoluzione di Berlusconi, il governo Meloni aveva scelto di revocare la costituzione di parte civile nel processo Ruby ter. Ora, a me fa tristemente ridere che Palazzo Chigi scriva che «La formazione, avvenuta nell’ottobre 2022, di un nuovo governo, espressione diretta della volontà popolare, determina una rivalutazione della scelta in origine operata.» A parte le virgole sparse a caso, pensare che la scelta di costituirsi o no come parte civile dipenda dalla volontà popolare è pericolosissimo. Sarebbe stato molto più onesto limitarsi a dire “Questo governo non ritiene opportuno costituirsi come parte civile”.
Più seriamente mi chiedo quale sia esattamente la logica di costituirsi parte civile. Per chiedere soldi? C’è qualcos’altro? Le mie conoscenze di diritto sono piuttosto labili.

Ma forse il punto è un altro. L’assoluzione di Berlusconi non è affatto stata motivata da un cavillo: per quel poco che io so, la differenza tra un testimone e un imputato è che il secondo non deve giurare di dire la verità. Nulla mi toglie dalla testa il fatto che l’accusa sapesse perfettamente questa cosa, ma sapesse anche che quello era l’unico modo per incastrare Berlusconi, perché non c’era nessuna prova che non fossero le dichiarazioni delle olgettine – il che mi porta a dire che il processo Ruby Ter era assolutamente inutile. Non avendo seguito il processo, non so se la difesa avesse fatto notare la cosa, anche se mi pare strano che non l’abbia fatto. Ma lo stesso vale per il governo, in fin dei conti. Non era più semplice far finta di nulla e lasciare che la giustizia facesse il suo corso?

Aggiornamento: Domani spiega che quella è proprio stata la linea della difesa. Ma d’altra parte stiamo parlando di Coppi, mica di un avvocato qualsivoglia.

David Singmaster

David Singmaster è morto lunedì mattina dopo una lunga malattia, ci comunica Rob Eastaway. Il mio amico Adam Atkinson me lo aveva detto qualche ora fa: Singmaster era molto presente nella comunità matematica britannica, nonostante fosse un expat essendo nato e cresciuto negli USA.
Come la maggior parte degli amanti della matematica della mia generazione, ho sentito parlare per la prima volta di Singmaster quando venne commercializzato il cubo di Rubik e Martin Gardner ci fece conoscere il suo algoritmo (e la notazione corrispondente) per riuscire a risolverlo in modo più matematico che smontandolo e rimontandolo (o togliendo e rimettendo gli adesivi sulle facce. Confesso di averlo fatto una volta :-) ). Il libro Problems for Metagrobologists che ho recensto qualche mese fa è forse più interessante per gli informatici che per i matematici ricreativi, ma tanto non è per quello che noi tutti lo amavamo, quanto per il suo indefesso lavoro di raccolta di informazioni sulla matematica ricreativa, che potete trovare qui. Singmaster mancherà anche a quelli come noi che non l’hanno mai conosciuto di persona.