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matematto non praticante

Hinton (libro)

copertina Conoscevo già la storia di Hinton e dei suoi tentativi di visualizzare la quarta dimensione in modo non proprio ortodosso: ma comunque viene raccontata nella parte introduttiva del libro. Sapevo anche che questo è un romanzo e non un saggio. Però non ce l’ho proprio fatta a terminare di leggerlo. Sono arrivato a prezzo di enormi sforzi a pagina 80 senza capire esattamente dove Blacklock volesse andare a parare: anche il punto meno noioso per me, quello delle varie mappe del percorso in mare, era piuttosto oscuro. Alla fine ho deciso di esercitare il diritto sovrano del lettore: tanto libri da leggere ne ho finché voglio.

(Mark Blacklock, Hinton, Granta 2021, pag. 304, € 10,48, ISBN 9781783785216)
Voto: 1/5

Daniele Minotti

Non posso dire di essere stato un amico di Daniele. Ci siamo visti una volta (per caso, al Salone del Libro), ed era qualche anno che non ci si sentiva anche se in fin dei conti quando sono a Chiavari ero a una dozzina di chilometri di distanza da dove stava.
Però ci si conosceva virtualmente dallo scorso millennio: Daniele è stato uno dei primi avvocati a capire che la Rete avrebbe cambiato le regole del gioco (ma non il gioco: il diritto resta diritto) e ha cominciato a sfruttare il nuovo mezzo (compresi un po’ di scazzi con altre persone, ma stando su FriendFeed era il minimo sindacale ;-) ). Aveva anche radunato un “manuale di sopravvivenza giuridica per blogger”, il Minottino, che fortunatamente non mi è mai servito…

Quanto ci costa la cultura

la finta fontana di Trevi in Brasile

no, non è quella vera

Nel silenzio generale, il mese scorso è stato approvato il D.M. 161 11/04/2023 del Ministero della Cultura, “Linee guida per la determinazione degli importi minimi dei canoni e dei corrispettivi per la concessione d’uso dei beni in consegna agli istituti e luoghi della cultura statali”. In pratica, se uno vuole fare una foto di un monumento (non sotto copyright), magari per una pubblicazione accademica, dovrà sganciare un discreto numero di euro al MiC: euro che forse – ma non è detto – basteranno per pagare i funzionari che dovranno far girare tutta la trafila burocratica. Il tutto cercando di convincere il volgo che ce lo chiede l’Europa, dato che il decreto recita tra l’altro

«VISTA la Direttiva (UE) 2019/790 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 aprile 2019, relativa all’apertura dei dati e al riutilizzo dell’informazione nel settore pubblico e che modifica le direttive 96/9/CE e 2001/29/CE, recepita mediante il decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 177»

Il tariffario è assurdo: non lo diciamo noi di Wikimedia Italia ma l’Associazione Italiana Biblioteche, che nota come per esempio chiedere copie digitali costi il triplo delle stesse copie (nel senso di avere la stessa risoluzione) stampate. Ma soprattutto è un ulteriore tassello per impedire di pubblicizzare i nostri beni culturali. Questo non lo pensa solo il governo: in questi giorni il tribunale di Firenze ha sentenziato che non si può usare l’immagine del David di Michelangelo senza autorizzazione e senza aver pagato i diritti (occhei, in questo caso il tariffario dice 20000 euro: il funzionario se lo pagano), con un ulteriore esborso di 30000 euro per l’editore che «ha insidiosamente e maliziosamente accostato l’immagine del David di Michelangelo a quella di un modello, così svilendo, offuscando, mortificando, umiliando l’alto valore simbolico ed identitario dell’opera d’arte ed asservendo la stessa a finalità pubblicitarie e di promozione editoriale». Non che io capisca perché quei soldi debbano andare alla Galleria dell’Accademia e non a un eventuale fondo statale, ma tant’è.

Mi chiedo solo cosa faranno adesso con la copia della Fontana di Trevi costruita in Brasile… altro che Totò!

I complottisti dell’acqua

Ci sono i complottisti che affermano che le piogge sul percorso del Giro d’Italia sono dovute agli aerei che fanno le riprese dall’alto. Poi c’è una categoria che afferma che l’alluvione in Romagna è stata causata dallo svuotamento delle dighe di Ridracoli e di Quarto, e soprattutto lo “dimostra con i numeri“.

È non solo inutile ma nocivo rispondere a questi tweet, anche se basterebbe mostrare il grafico del riempimento della diga che si trova nel sito subito dopo gli screenshot per vedere che la diga era a tappo da inizio mese e quindi non avrebbero potuto “parzialmente svuotarla con anticipo”, perché con il loro stesso ragionamento avrebbero causato l’alluvione in anticipo; e del resto anche Predappio sarebbe stata sott’acqua, come e più di Lugo e dintorni.

Qui mi limito a far notare alcuni dati. Nell’immagine di destra del tweet si parla di una portata di sfioro di 16 m³/sec, che – ammesso sia rimasta costante nelle 24 ore – dà circa 1 milione e mezzo di metri cubi in un giorno. Per fare un confronto, l’onda tracimata dal Vajont (sempre “per cause naturali”, come ha detto Sallusti), è stata quindici volte maggiore in un tempo molto più breve. (Parto dall’assunto – che non so se sia vero – che la portata di sfioro sia indipendente dal deflusso, partendo dai dati di marzo che ho trovato su Internet Archive; altrimenti i numeri sarebbero ancora più risibili).

Insomma siamo davanti all’ennesimo esempio dell’anumerismo di cui parlavo la settimana scorsa. Solo che in questo caso probabilmente siamo a un livello ancora peggiore: basta la presenza di numeri qualunque perché qualcuno affermi che gli danno ragione, perché evidentemente il loro status è sufficiente.

Aggiornamento: mi dicono che in realtà c’è stato un parziale svuotamento (per la prima volta nella sua storia…) della diga nei giorni precedenti. Quindi o i complottardi sono in malafede o hanno problemi non solo con i numeri.

Pigne in testa

Ieri pomeriggio mi chiama un numero a me sconosciuto. In questi casi io rispondo ma non parlo, per verificare che non sia una chiamata robotizzata, anche se di sabato pomeriggio mi pare strano. Dopo qualche secondo casca la linea. Il numero richiama dopo qualche minuto. Stavolta la linea sta un minuto su prima che caschi. La sera il numero chiama per la terza volta, e a questo punto chiedo ad Anna di rispondere lei. Dall’altra parte c’è una signora che cerca un certo Tonino. Anna le dice che ha sbagliato numero.

Oggi pomeriggio la signora mi richiama. Ora, o ha un Alzheimer conclamato, e in quel caso mi spiace per lei, oppure mi piacerebbe capire quale sia la logica che le abbia fatto pensare che da ieri sera a oggi pomeriggio il mio numero di telefono si sia miracolosamente trasferito a Tonino…

Quizzino della domenica: Quattro 8

Nel capitolo LXXXV del libro di Georges Perec La vita istruzioni per l’uso trovate questo problema: «Scrivete il numero 120 usando quattro “8”». (occhei, lo scrive in francese, ma il senso è quello). Il mio pensiero è sempre contorto: la soluzione che avevo trovato è (√(8+8)+(8/8))!, dove l’esclamativo è ovviamente l’operatore di fattoriale. Riuscite a fare di meglio?

quattro 8
(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p644.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Da Georges Perec, appunto.)


e questi non sono bot?

Elon Musk si lamenta dei bot su Twitter, e dice che fa di tutto per estirparli. Sarà. Quelli indicati sono account spam, come ho visto passandoci sopra con il mouse. Evidentemente la nuova logica degli spammatori è tenere un basso profilo per evitare di essere riconosciuti automaticamente.

Purtroppo, segnalare gli account di questo tipo non è per nulla rapido, il che mi fa pensare che resteranno a lungo. Ma tanto non si vedono nelle statistiche…

(nota a latere: ma c’è ancora gente che cerca siti di sesso in questo modo?)

Voices of Freedom (ebook)

copertina [Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing]
Il libro è una raccolta di poesie e brani in prosa scritti da autori ucraini contemporanei. Per i miei gusti c’è troppa poesia (e avendoli letti in una traduzione inglese è ancora più difficile giudicarne il valore). La cosa più interessante è sicuramente il contesto del libro. Ok, è di parte. Ma fa specie leggere che dopo la guerra del 2014 – che per molti di loro in realtà non è mai terminata – molti ucraini russofoni hanno cominciato a scrivere in ucraino. Inutile dire che la maggior parte dei testi parla di guerra: questo significa che dopo un po’ la lettura mi è stata pesante. Il voto basso deriva anche da questo.

I brani che ho apprezzato di più sono War, di Yuri Izdrik, una serie di immagini da una guerra che è normale e anormale allo stesso tempo; Leontovych, di Ivan Malkovych: una poesia ambientata in un universo dove l’autore (ucraino…) di Carol of the Bells non è stato assassinato. Second Try, di Tamara Duda: una vecchia viene portata in salvo oltre la linea del fronte, ma sembra che lei voglia resistere all’allontanamento; The Smell of a Siren, di Lyuba Yakinchuk: poesia dove la guerra è ambientata in un eterno febbraio; is there hot war in the tap, di Iya Kiva: la guerra è come l’acqua, è ovunque; My Mother’s Prayer, di Yuliya Musakovska, per il singolo verso “come Cristo è temporaneamente rimpiazzato dal severo Dio dell’Antico Testamento”.

Infine, il libro mostra le foto di tutti gli autori, ma soprattutto una breve biografia dei traduttori: questo non è affatto comune, e l’ho trovato interessante.

(Kateryna Kazimirova e Daryna Anastasieva (eds), Voices of Freedom : Contemporary Writing From Ukraine, 8th & Atlas Publishing 2022, pag. 314, € 9,61, ISBN 9781737718178)
Voto: 3/5