Archivi annuali: 2021

Quizzino della domenica: Pentacolo e triangoli

Un pentacolo (una stella a cinque punte) contiene al suo interno cinque triangoli “puri”, come si vede nella figura a sinistra. Per triangolo puro intendo un triangolo che non abbia nessun’altra riga al suo interno. Aggiungendo due segmenti come nella figura a destra possiamo arrivare a otto triangoli. Si può fare di meglio?


(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p551.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema da Jaume Sués Caula, Giochi di ingegno per esercitare il cervello, Armenia 2017, problema 2)

Giochi di ingegno per esercitare il cervello (libro)

Io mi chiedo perché nel titolo italiano di questo libro (Jaume Sués Caula, Giochi di ingegno per esercitare il cervello [Los 100 mejores juegos de ingenio], Armenia 2017 [2014], pag. 234, € 13,50, ISBN 9788834431726, trad. Roberta Zuppet) l’editore abbia sentito il bisogno di specificare che Sués Caula è “membro del Mensa International”. Voleva forse che i potenziali lettori si sentissero più intelligenti una volta risolti i problemini? (Ho controllato: l’originale spagnolo non ha questa specificazione). La grande maggioranza dei problemi presenti nel libro è classica: bisogna però dare atto a Sués Caula di avere usato ambientazioni diverse da quelle che si vedono di solito. Peccato che nella traduzione di Roberta Zuppet alcune risposte siano state tradotte in modo incomprensibile, e quindi chi si avvicina per la prima volta a questi problemi può rimanere sconcertato.

Cosa ne sapete del Digital Service Act?

Come forse vi sarete accorti, i lavori del Parlamento e della Commissione Europea non sono mai molto trattati dai nostri media, salvo all’ultimo momento quando i giochi stanno per essere fatti. Lo stesso sta capitando per il Digital Service Act, che insieme al suo gemello Digital Market Act intendono rivedere da zero il modo in cui il mercato digitale funziona in Europa. Tra l’altro, la proposta sarà di fare un regolamento (come nel caso del GDPR) e non una direttiva, il che significa che non ci sarà la fase di recepimento negli ordinamenti nazionali ma verrà direttamente applicato, tipicamente due anni dopo la promulgazione per dare tempo ai vari attori di adeguarsi.

L’iter sta andando avanti da un po’: per il momento ci sono i pareri dei parlamenti nazionali (qui il nostro), quello della Commissione e le prime discussioni nell’Europarlamento. I principi su cui il DSA si basa sono condivisibili: tutelare di più i consumatori finali e allo stesso tempo ribadire che “ciò che è illecito offline deve essere illecito anche online”. Soprattutto per quanto riguarda il primo punto, ricordo che storicamente è l’Europa a trainare il pianeta per quanto riguarda i diritti dell’utente finale, con gli USA che tipicamente arrancano e arrivano con qualche anno di ritardo (Russia, Cina, India, Brasile e resto del mondo: non pervenuti). Purtroppo però, come racconta Bruno Saetta su Valigia Blu, non tutto sta andando così bene. Il tiro alla fune tra i produttori di contenuti che non vogliono che la pirateria tagli i loro guadagni e le lobby delle grandi piattaforme social che per trattenere i propri utenti caldeggiano le loro interazioni e i caricamenti di materiale lascia come sempre a terra chiunque abbia un modello diverso di gestione.

Stavolta se ne è accorta persino la Wikimedia Foundation, che di solito è totalmente US-centrica. In pratica, la proposta attuale dell’Europarlamento dà tempi molto ristretti per la cancellazione di materiale illegale da parte delle piattaforme, e riduce molto il concetto “finché io non so che da me c’è qualcosa di illegale io non sono fuorilegge” che è alla base dell’attuale direttiva eCommerce. Il risultato pratico di tutto ciò è che molto probabilmente saranno implementate procedure automatiche tarate in modo da essere certi di eliminare contenuti illegali: se poi ci scappa un po’ di roba che illegale non era, le si rubricherà come necessari effetti collaterali. Peccato che Wikipedia non funzioni con strumenti automatici, ma con controlli umani. I controlli tipicamente funzionano anche bene: qual è l’ultima volta che avete trovato al suo interno contenuti sotto copyright? Certo, ne arrivano sempre; ma la comunità non aspetta che qualcuno segnali la cosa, e se leggono o guardano qualcosa che puzza di materiale protetto vanno alla caccia dell’eventuale originale e poi cancellano (anche dalla cronologia della voce, le cose si fanno per bene).

Quello che chiediamo è un testo finale che tenga conto che ci sono modi diversi per arrivare allo stesso obiettivo finale – togliere il materiale illegale – e che non si può pensare di operare con il principio one-method-fits-all. Il guaio è che non abbiamo la potenza di fuoco per fare lobbying come i grandi operatori di cui sopra, e l’unica nostra possibilità è far sentire la nostra voce sui media attualmente silenti; i miei ventun lettori putroppo non fanno massa critica. Per i curiosi, il testo della lettera aperta della Wikimedia Foundation si trova sul loro sito: (per i diversamente anglofoni, c’è la traduzione) trovate anche una citazione del vostro affezionato tenutario. Provate a dare un occhio in giro su cosa si leggerà, e speriamo in bene!

Ultimo aggiornamento: 2021-11-19 15:17

Le detrazioni “poco importanti”


Siamo in periodo di riforma fiscale e si parla di tagli alle detrazioni “poco usate”, nel senso che meno dell’1% dei contribuenti ne usufruisce. Il Corriere si ricorda di essere il baluardo della borghesia e ci mostra quello che potrebbe venire eliminato: spese per gli asili nido, spese sanitarie per disabili, mantenimento dei cani guida dei ciechi (questo nemmeno scritto in grassetto, tanto i cani non leggono).
Io avrei capito una riforma che sposta strutturalmente quei fondi, in modo da ridurre il numero di possibili detrazioni lasciando allo stesso tempo i soldi per questi temi. Ma a quanto pare non sarà così: semplicemente si sceglie di togliere cose per cui saranno in pochi a lamentarsi. O almeno al Corsera cercano di far passare questo concetto. Interessante, vero?

vabbè rileggere la spesa, però…

Come avevo scritto, la tessera Fìdaty che uso all’Esselunga è ormai contaminata, e tutte le volte che vado a fare la spesa con l’infernale macchinetta viene chiesta una rilettura. Anna ha deciso di lasciar perdere e fare le spese grosse passando dalle casse presenziate; io mi sto impuntando e tutte le volte che devo prendere poche cose uso il marchingegno, per la serie “chi la dura la vince”. Però…
Stamattina dovevo andare fisicamente in ufficio; visto che aveva appena smesso di piovere e nell’intervallo di pranzo mi farò vaccinare contro l’influenza, dopo avere lasciato vicino alla scuola i ragazzi mi sono avviato verso l’Esselunga di Porta Nuova, dove ho comprato 2 (due) cose per la schischetta: un pezzo di pizza margherita e una bottiglietta d’acqua. Totale: 2 euro e 14 centesimi. Passo alle casse automatiche e appare il solito messaggio “la spesa deve essere riletta”. Mi sposto alla cassa rilettura, e aspetto: non arriva nessuno. Dopo qualche minuto ho fatto l’unica cosa possibile: telefonare al negozio e chiedere che mandassero qualcuno (arrivato poi immediatamente, dopo l’avviso all’altoparlante). Non mi sembra un sistema ottimale.

Ultimo aggiornamento: 2021-11-17 09:48

Ariel

La nostra gatta era del 1999. Anzi dovrei dire che era la gatta di Anna, io sono arrivato solo nel 2002. La sua salute si è man mano deteriorata: ad agosto pensavamo che non ce l’avrebbe fatta, ma una cura di idratazioni e vitamina B-12 sembrava averla fatta rinascere. Ma era l’ultima delle sue sette vite. Probabilmente era arrivato un ipertiroidismo che l’aveva ridotta a un mucchietto d’ossa. Lunedì abbiamo fatto un tentativo disperato con cortisone e antibiotico, anche perché era finita in ipotermia (34.9 di temperatura…). Ma quando ieri mattina ho visto che non aveva toccato cibo, ho capito che non c’era più nulla da fare. La giornata è stata uno strazio: la mettevo nella sua cuccia con una boule d’acqua calda, e lei dopo un po’ andava a spiaggiarsi al freddo alla finestra. La tenevo in braccio e lei, che lo aveva sempre odiato, se ne stava immobile. Persino il suo miagolio incazzoso (e ad alto volume, probabilmente era ormai anche sorda) era diventato quello di un cucciolo. Quando Anna è tornata dalla sua aula siamo andati dalla veterinaria e l’abbiamo salutata per l’ultima volta. La veterinaria ga fatto fatica a trovare una vena abbastanza grande per l’eutanasia, da quanto si era rinsecchita :-(

Chiudono Studio Aperto e Tg4. E allora?

La notizia che probabilmente Studio Aperto e Tg4 chiuderanno a fine anno non è certo piacevole per chi ci lavora. Però onestamente non mi pare che sia un colpo alla pluralità dell’informazione. Stiamo parlando di Mediaset, cioè di un’azienda privata. Possiamo immaginare che le notizie che si scelgono per Studio Aperto siano di taglio diverso da quelle scelte per Tg4, considerando che i target delle due reti sono diversi, ma è molto improbabile che le notizie siano date da punti di vista diversi: sarebbe più che altro schizofrenia. Quindi avere solo Tg5 e TgCom non è una limitazione, da questo punto di vista.

(Poi fosse per me avrei una sola newsroom anche in Rai, ma so bene che la politica italiana non lo permetterebbe mai…)