Archivi annuali: 2021

I racconti del libraio (ebook)

Confesso di essere rimasto deluso da questo libro (Martin Latham, I racconti del libraio [The Bookseller’s Tale], Rizzoli 2021 [2020], pag. 408, € 9,99 (cartaceo: € 18), ISBN 9788831804110, trad. Elena Cantoni e Carlo Capararo). Tra i vari capitoli, l’unico davvero interessante è l’ultimo, dove Latham parla della sua esperienza: anche quello sui cercatori di libri è carino, la seconda parte è passabile, ma la prima parte è davvero noiosa, e la traduzione di Elena Cantoni e Carlo Capararo non mi pare abbia fatto molto per ravvivarlo. È un peccato, perché l’idea non era affatto male; ma molte delle storie mi sono sembrate un affastellamento di nomi e date senza un quadro di insieme.

Sdoganamenti 2

Mi vergogno. Avevo segnalato al venditore del libro arrivatomi da sdoganare il problema, suggerendogli di indicare comunque nei pacchi che si tratta di libri (fargli fare la burocrazia italiana per pagare l’IVA alla fonte mi sembra una cosa esagerata). Ho ribadito più volte nello scambio di mail che sapevo benissimo che non era colpa loro, non chiedevo loro nulla e volevo solo avvisarli dei problemi con le spedizioni in Italia. Ma mi hanno comunque rimborsato i tre euro.

Lo so, il concetto americano di assistenza al cliente è una cosa per noi assolutamente incredibile (ed è per questo che ho continuato a dire che non volevo rimborsi). Ma mi vergogno lo stesso.

Fab Fools (libro)

All’apice della Beatlemania i Quattro di Liverpool non erano famosi solo per la loro musica ma anche per le risposte che davano durante le conferenze stampa, in tempi tra l’altro in cui non c’erano certo i social media manager a preparare il tutto in anteprima. In questo libro (Jem Roberts, Fab Fools : The Beatles, The Rutles and Rock’n’Roll Comedy!, Candy Jar Books 2021, pag. 410, Lst 11.99, ISBN 9781912535743) Jem Roberts fa una storia dei Beatles, e delle loro carriere solistiche successive, non dal punto di vista musicale ma da quello della comicità, partendo dalle origini liverpooliane che hanno forgiato lo stile del gruppo e continuando con tutte le relazioni con i comici degli anni ’50 e ’60. Ho così scoperto che quel mondo è davvero piccolo, con intrecci incredibili di persone: per esempio Douglas Adams aveva scritto un soggetto per un film che avrebbe avuto Ringo come protagonista. (Per i curiosi: Adams poi riciclò il materiale nella Guida. La B-Ark con i sanificatori di telefoni arriva da là.) Un bonus nella lettura è indubbiamente la storia di come fu concepito e girato il film All You Need Is Cash, e in generale la storia dei Rutles. L’unico appunto che posso fare, oltre a qualche punto ripetuto che non è passato tra le maglie dell’editing, è che Roberts usa un inglese non banalissimo; avere il libro in formato cartaceo mi costringeva ogni tanto a posarlo per cercare la traduzione di un termine che non mi era chiaro neppure dal contesto.

sdoganamenti fatti con lo stampino

Come forse sapete, dal primo luglio lo Stato ha deciso che i pacchetti che arrivavano dalla Cina devono pagare l’IVA. Anche i pacchetti spediti fino al 30 giugno ma arrivati in Europa dopo il primo luglio devono pagare l’IVA. E va bene.

Purtroppo un libro che ho ordinato prima della fatidica data negli USA è arrivato in Olanda il 7 luglio, così ieri il postino mi ha chiesto i soldi. Bene (insomma).

Poste Italiane pretende due euro per “oneri e spese di sdoganamento”, che non si sa bene cosa siano ma a me paiono tanto un pizzo. Il punto è che io ho pagato 3 euro. Certo, direte voi, c’è l’IVA al 22% sui 4 euro e 93 di valore! Ti hanno persino fatto risparmiare un centesimo e mezzo! Palle. L’oggetto in questione era un libro, si vede dal pacco, si sente dal pacco e se qualcuno alle poste italiane l’avesse davvero sdoganato avrebbe potuto aprirlo e vedere che era un libro: quindi con l’Iva al 4%, cioè 20 centesimi.

Ciliegina sulla torta: io ho pagato il postino, ma il postino non mi ha dato alcuna ricevuta. Tanto che gliene può importare a Poste Italiane? Gli “oneri e spese di sdoganamento” mica prevedono un pezzo di carta in più. Ennesima dimostrazione di come si fanno le cose in Italia.

Ultimo aggiornamento: 2021-08-12 20:41

Green Pass e controlli

Non entro nel merito della dichiarazione della ministra Lamorgese che specifica che non sta agli esercenti controllare che l’identità di chi presenta un green pass sia proprio quella indicata. Non faccio nemmeno battute sul fatto che chi compra una sim i documenti li deve presentare eccome: in quel caso c’è una legge che lo impone, mentre qui la legge – scientemente o no – richiede solo la verifica del green pass. E in fin dei conti tutta la storia del green pass funziona male, visto che io posso presentare un QRCode stampato o salvato nella galleria delle immagini anche se mi sono poi ammalato. Però…

A qualcuno è venuto in mente di far partire controlli a campione, magari cominciando con quelli che secondo la vulgata non chiedono la certificazione? Se sì, tutto ok. Altrimenti è la solita presa per i fondelli.

Ultimo aggiornamento: 2021-08-10 11:53

Senza ritegno

Tra le varie misure approvate giovedì scorso dal consiglio dei ministri c’è anche il decreto legislativo attuativo della direttiva europea sul copyright, quello per cui si erano dimenticati di audire Wikimedia Italia e Creative Commons Italia. Tra i toni trionfalistici del comunicato possiamo leggere

Nel recepire la direttiva europea, il decreto prevede, nello specifico, che il materiale derivante da un atto di riproduzione di un’opera di arte visiva, per la quale sia stata superata la durata della tutela, non sia soggetto al diritto d’autore o a diritti connessi, a meno che non si tratti di opera originale frutto della creazione intellettuale propria del suo autore. Ciò permette la diffusione, la condivisione online e il libero riutilizzo di copie non originali di opere d’arte divenute di pubblico dominio

Di per sè questo è quanto scritto nell’articolo 14 della direttiva europea, e quindi non c’è nulla di strano, anche se finché non sarà pubblicato il testo del d.lgs non possiamo sapere se si sono ricordati di aggiungere i palazzi… Quello che però viene esplicitamente aggiunto nel comunicato è l’inciso

ferme restando le altre discipline specifiche in materia di utilizzazione di immagini digitali del patrimonio culturale.

A parte l’obbrobrio di “utilizzazione” – già “utilizzo” per me è troppo… – volete una traduzione in italiano? “Codice dei beni culturali e del paesaggio“: per gli (eventuali) amici, il Codice Urbani poi modificato da Art Bonus. Se andate a leggere gli articoli 107 e 108 scoprirete che continuerà a essere richiesto un canone per fare foto, visto che il canone non ha a che fare con il diritto d’autore. Io non sono così esperto di diritto da poter affermare con sicurezza che l’Unione Europea potrebbe far partire una procedura di infrazione, visto che la direttiva chiedeva per l’appunto la libertà di uso; ma sicuramente parlare di “libero riutilizzo” è una presa per i fondelli. Sapevàtelo.

Aggiornamento: (11 agosto) qui trovate il testo approvato.

Ultimo aggiornamento: 2021-08-11 12:05