Archivi annuali: 2020

Come non detto

Dieci giorni fa avevo apprezzato il discorso di Giuseppe Conte. Purtroppo sono stato troppo ottimista: a quanto pare Casalino è tornato in auge. Abbiamo una comunicazione fatta via diretta Facebook, come Trump che fa le comunicazioni via Twitter. Una stretta non meglio definita, visto che non esiste ancora a questo momento la lista di quali produzioni saranno permesse e quali no, ma solo elenchi ufficiosi: e qua credo che il motivo sia la fila di delegazioni industriali che spinge per far considerare essenziali i loro prodotti; non per nulla il blocco partirà domani. L’unica cosa che sembra a prima vista diversa da quello che c’era in precedenza è il blocco delle scommesse online, il che è un segno preoccupante (perché vuol dire che la gente continuava a perdere soldi in un momento in cui non ce n’è bisogno).

Che avrei fatto io al posto di Conte? Beh, innanzitutto io non ci sono, e in secondo luogo non ho la possibilità di chiedere consiglio agli esperti. La mia idea naif sarebbe stata dire la scorsa settimana “tra sette giorni chiudiamo tutto, tranne le filiere per cui le associazioni di settore mi mostreranno che i loro prodotti sono necessari. Inoltre anche in quei settori occorrerà bloccare i prodotti non necessari e convertire nel caso la produzione, oltre che naturalmente applicare il distanziamento sociale”. Esempio banale, scritto dal fratello di un mio amico: «Uno dei consumabili venduti dalla mia azienda è un rotolo di tessuto filtrante usato nelle macchine utensili. Il caso vuole che lo stesso tessuto filtrante venga utilizzato per produrre le mascherine, più di un’azienda in queste settimane ci ha ordinato quei rotoli per produrle. Da domani la mia azienda chiude e alcuni produttori di mascherine telefoneranno in cerca del tessuto e nessuno risponderà.» Esempio meno banale: le telecomunicazioni sono sicuramente un asset strategico. Il mio lavoro nelle tlc non è così strategico, anche se recentemente siamo diventati “operativi”, ma tanto lo posso fare da casa e quindi il problema non si pone. Ma i call center outbound, cioè quelli che ci chiamano a tutte l’ore (gli inbound sono quelli che noi chiamiamo quando qualcosa non va), di strategico non hanno nulla. Alla fine sarebbe sempre il governo ad avere l’ultima parola, ma almeno ci sarebbe un’assunzione di responsabilità e non il solito scaricabarile.

Ripeto: è possibilissimo che la mia idea abbia buchi grossi come una casa. Ma come dicevo io non sono al comando (per fortuna) e non ho la possibilità di chiedere a chi potrebbe saperne più di me. Conte ha entrambe le possibilità: se non le usa è un problema suo. (Per quanto riguarda Fontana, lì è un semplice calcolo politico)

Ultimo aggiornamento: 2020-03-22 17:12

Priorità

Come racconta Il Post, l’ordinanza “chiudo tutto” della regione Lombardia è stata pubblicata inizialmente su Facebook. (In effetti, in questo momento il sito istituzionale copia semplicemente il testo Facebook e non riporta il testo ufficiale dell’ordinanza).

Indipendentemente dal giudizio sull’utilità e sulla applicabilità dell’ordinanza, la scelta di pubblicizzarla prima di averla scritta mostra perfettamente quali sono i veri scopi di Fontana (e del suo sodale Cirio in Piemonte).

Ultimo aggiornamento: 2020-03-21 22:08

_Millions, Billions, Zillions_ (libro)

[nota: esiste anche la traduzione italiana, Milioni, miliardi, fantastiliardi, che però non ho letto]. Un qualunque informatico della mia età o anche un po’ più giovane, se sente parlare di Kernighan, pensa immediatamente al linguaggio C e al Kernighan-Ritchie. I più esperti sanno anche che lui è la K del linguaggio awk. È perciò buffo scoprire che è ancora attivo e ha da poco scritto questo libro (Brian W. Kernighan, Millions, Billions, Zillions : Defending Yourself in a World of Too Many Numbers, Princeton University Press 2018, pag. 177, € 22,95, ISBN 9780691182773), il cui scopo specifico è insegnare alla gente come non aver paura dei numeroni che ci assediano e soprattutto accorgersi degli errori marchiani che spesso si trovano nei giornali. Ho il sospetto che collezionare questi errori e le eventuali correzioni – nella stampa americana è molto più facile che capiti rispetto che da noi – sia un suo hobby. Il libro insegna attraverso tanti esempi ad applicare la nobile arte della spannometria, e quindi è altamente meritorio; forse è un po’ troppo simile a un manuale, compreso il recap alla fine di qualunque capitolo, ma non ci si può aspettare nulla di diverso, no? Fatevi comunque un favore e leggetelo!

Blocco o non blocco?

Apro Repubblica e trovo un titolone: Coronavirus, Senato, Salvini-Berlusconi rompono tregua, finita l’unità nazionale. Inizio a leggere l’articolo: trovo scritto «Il centrodestra infatti sale sulle barricate e minaccia di bocciare il decreto Cura Italia con le misure economiche anti-Coronavirus.» La cosa mi pare un po’ strana, considerando che per quanto ne so io è difficile che una minoranza riesca a superare la maggioranza a meno di franchi tiratori. Continuando, ho finalmente letto quello che a quanto pare è il casus belli: «Tanto che l’opposizione della Lega blocca il tentativo della maggioranza di limitare al massimo le sedute parlamentari: per varare il maxi decreto, che è già lungo 126 articoli ma assorbirà anche gli altri decreti finora approvati dal governo, dovranno riunirsi tutte le commissioni e dare i pareri.» (La maggioranza avrebbe voluto che fosse solamente discusso in commissione Bilancio).

Ora, potrei sbagliarmi ma ogni parlamentare fa parte di un’unica commissione (permanente: bicamerali e speciali non contano per l’approvazione del decreto); quindi possono essere tutte convocate in parallelo. Inoltre le commissioni dovrebbero essere convocate in sede referente – il “dare i pareri” dell’articolo; anche con voto contrario di qualche commissione dove l’opposizione ha i numeri per farlo, si andrebbe comunque in aula. Insomma, limitarsi al giudizio di una sola commissione non fa risparmiare tempo, e diventerebbe un precedente pericoloso. Qualcuno più esperto di me in procedure parlamentari mi sa dire se mi sbaglio, oppure in effetti tutta la polemica da parte del centrosinistra è pretestuosa?

Ultimo aggiornamento: 2020-03-19 19:00

Una delle tante cose che odio di Facebook

Il tagging di per sé è una cosa utile. Se per esempio c’è un thread (pubblico) e so che un mio amico potrebbe dare un contributo utile, scrivere @amico e fargli mandare un avviso da Facebook è più semplice che copiare il link del thread e scrivergli di andare a leggerlo. Ma come tutte le cose utili, possono essere abusate: così c’è gente che pensa che sia una cosa intelligente taggare una cinquantina di amici in modo che possano vedere il bellissimo e interessantissimo loro post e bypassare così l’algoritmo.

Io trovo la cosa poco gentile, e mi piacerebbe cancellare automaticamente i tag di queste persone. Bene: non è possibile. Forse posso evitare di seguirle: togliere l’amicizia mi pare esagerato, ma anche questo è un po’ troppo. Insomma, per Zuckerberg non esiste una via di mezzo. Dal suo punto di vista capisco che se non ci sono interazioni il suo marchingegno si ferma: pensate solo alle pubblicità “mirate per gli amici”. Ma forse dovrebbe pensare che le interazioni non volute sono nocive a tutto il resto…

Prove di Grande Fratello

Sono sicuro che avete letto l’articolo del Corsera che racconta come il presidente lombardo Attilio Fontana controlli (anonimamente) gli spostamenti della gente. Articolo condito di frasi come «La portata dello spazio tra una cella e l’altra è di 300-500 metri. Quindi chi esce in giardino non risulta, così come chi compra il pane sotto casa.» (come se ci fossero panettieri a ogni angolo della strada) oppure «Nel calcolo finiscono anche quanti (e sono tanti) hanno le cosiddette deroghe per andare a lavorare, per necessità familiari o di salute.» (mavalà?).

Bene. In pratica stai calcolando dati che non hanno nessun senso, perché non hai idea di chi può muoversi e chi no, non hai idea di cosa succeda con lo sgancio e aggancio di celle (mentre sto scrivendo questo post ho guardato che cosa stava succedendo sul mio telefonino: si era connesso a una cella più lontana e poi ne ha ripreso una più vicina), e soprattutto non hai idea di quali siano effettivamente gli spostamenti (se vai al supermercato e torni indietro conti esattamente come uno che ha fatto un giro turistico per la città).

Tutto quello che ho scritto qui sopra si potrebbe tranquillamente mappare con i dati a disposizione, e magari lo stanno già facendo di nascosto. “Di nascosto”, perché a quel punto l’anonimità va a farsi benedire: basta rimappare gli spostamenti con altri dati ricavabili pubblicamente e sei a posto. Ma ci si potrebbe anche limitare ad aggregare i dati per tempo di movimento e distanza percorsa, e i risultati sarebbero probabilmente ancora diversi. La mia sensazione è che articoli come questo vengano pubblicati per fare accettare alle persone l’idea che devono essere controllate negli spostamenti “per il bene loro e della comunità”, ma lasciando formalmente la libertà indicata nei decreti legge. Il tutto senza nessuna proporzione né protezione: una volta che i dati ci sono puoi farne quello che vuoi quando vuoi. Ne parlavo ieri con Stefano Epifani: lo hate speech si è spostato verso chi “non se ne sta alla casa”, ed è sempre utile fare in modo che le richieste di controllo arrivino dal basso. Bella situazione, vero?

Ultimo aggiornamento: 2020-03-19 18:53