Archivi annuali: 2019

Basta con le modeste proposte

Ieri Pierluigi Ricolfi ha scritto un editoriale intitolato “La civiltà del silenzio/ Una modesta proposta per combattere l’odio sul web”. Direi che è arrivato un po’ in ritardo, non tanto rispetto a Jonathan Swift quanto a Christian Rocca che questa primavera ha pubblicato il pamphlet Chiudete Internet – una modesta proposta (il libro non mi è piaciuto, ma ne parlerò a fine settimana tra le mie recensioni).

Su Twitter trovate qualche commento, con Fabio Chiusi che scrive “Purtroppo invece è importante perché fornisce l’ennesima conferma di come si concepisce Internet in certi ambienti (che contano): come una Grande Tv”, riferendosi immagino alla frase «molti sarebbero ben felici di pagare un abbonamento, verosimilmente meno costoso di quelli del calcio, per proteggersi dal flusso di informazione indesiderata che ci tormenta 24 ore su 24.» Potrei chiosare che non c’è nulla di nuovo. Raoul Dhesi ancora alla fine degli anni ’80 del secolo scorso proponeva un sistema in cui era necessario fare un micropagamento per inviare mail a qualcuno; nel caso la mail fosse stata accettata, i soldi spesi sarebbero stati rimborsati. Putroppo non se ne è fatto nulla, perché anche settando una cifra assolutamente infima lo spam diventerebbe ineconomico. Ma non divaghiamo.

Essendo io una brava persona, ho letto tutto l’editoriale di Ricolfi e devo dire (non ironicamente) che c’è un punto che mi trova a favore: quello dove afferma «Se vogliamo frenare la circolazione dell’odio, innanzitutto in rete ma non solo, la prima regola dei media dovrebbe essere: negare lo spazio. O, se preferite: non farsi strumentalizzare. Perché è un po’ ipocrita indignarsi per la volgarità della comunicazione pubblica quando ci si presta quotidianamente a farle da megafono.» È forse un paradosso, ma il fatto stesso che per la generazione di Ricolfi una cosa diventa importante solo se ne parlano i media permetterebbe di vedere quanto effettivamente i media fanno da cassa di risonanza: e non vorrei sbagliarmi, ma la cosa conta davvero. È purtroppo ovvio che con i media che cercano disperatamente click quella modesta proposta non sarà mai messa in pratica, però è bello baloccarcisi un poco, non trovate?

Gli Agnelli tornano nell’editoria

La situazione dell’italica stampa è sempre più tragica, e questo lo sappiamo tutti… o almeno lo sanno i pochi che leggono ancora i giornali. Alcuni quotidiani sono messi peggio di altri: a parte il Fatto Quotidiano, chi fa davvero fatica a trovare una sua posizione è certamente Repubblica. Due anni fa ci fu un tentativo di unirsi tra perdenti, quando Repubblica si prese ITEDI – dove La Stampa aveva a sua volta inglobato il Secolo XIX – per tornare ad avere una massa critica. Però a quanto pare la cosa non è stata sufficiente. Il mese scorso Carlo De Benedetti, che aveva ceduto le sue quote ai figli, ha pubblicamente fatto un’offerta di acquisto rimandata al mittente; altre voci si sono susseguite, ma ora sembra che la Exor di John Elkann stia facendo un’offerta che non si può rifiutare, nonostante il titolo in borsa stia andando malissimo. Cosa poi voglia fare Elkann, a parte le dichiarazioni formali «quello che prenderà avvio la prossima settimana è un progetto imprenditoriale coraggioso, tutto proiettato al futuro. Obiettivo: assicurare a Gedi condizioni di stabilità che consentano alla società di evolvere velocemente, compiendo scelte che non possono più essere rimandate» non è chiaro. Per dire, Il Sole-24 Ore parla addirittura di delisting.

Il nonno Giuanin Lamiera amava fare l’editore, tanto che c’è stato un periodo in cui oltre all’house organ La Busiarda (ehm, pardon, La Stampa) aveva anche il controllo del Corriere della Sera. Ma Elkann non è mai sembrato tanto interessato a buttare soldi in un settore notoriamente difficile, tanto che aveva fatto fuori praticamente tutte le sue quote azionarie. Perché questo ritorno di fiamma? Le malelingue affermano che ora che con l’accordo FCA-Peugeot la famiglia Agnelli si è praticamente sfilata dal mercato dell’auto c’è bisogno di avere una campagna di stampa positiva sulla scelta, ma mi pare un’idea piuttosto bislacca. Al limite penso che voglia diventare il Jeff Bezos de noantri e far diventare Repubblica l’equivalente del Washington Post: ma diciamo che anche questo mi pare improbabile. Vabbè, magari oggi salta tutto e quindi non potremo mai sapere cosa sarebbe successo :-)

Quizzino della domenica: Il Grande Torneo Aziendale di Tennis

Quest’anno il Grande Torneo Aziendale di Tennis (singolo) ha visto partecipare ben 199 persone, costringendo l’estensore del tabellone a fare i salti mortali per definire teste di serie e turni saltati. Dimostrate che alla fine del torneo il numero di persone che hanno giocato un numero dispari di partite è pari.


(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p418.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema dalla Colorado Mathematical Olympiad 1987; immagine da FreeSVG.org)

_La matematica e l’infinito_ (libro)

Una premessa doverosa per chi pensasse che questo libro (Vieri Benci e Paolo Freguglia, La matematica e l’infinito : Storia e attualità di un problema, Carocci 2019, pag. 207, € 19, ISBN 9788843095254) sia uno dei tanti che tratta l’infinito matematico “classico”: gli autori sono della scuola dell’analisi non standard, quella dove gli infinitesimi esistono davvero e non sono i fantasmi di quantità evanescenti sbeffeggiate da Berkeley. Per chi si ricorda a malapena la matematica delle superiori, a scuola si tende a nascondere sotto il tappeto il fatto che la retta dei numeri reali non è l’unico modello possibile, a meno che non si assuma la cosiddetta proprietà archimedea: che cioè dati due numeri positivi diversi da zero è sempre possibile trovare un multiplo di ciascuno di essi che è maggiore dell’altro. Ma già Euclide sapeva che l’angolo (curvo) tra una circonferenza e la sua tangente è positivo ma minore di un qualunque angolo (diritto)! Il libro quindi rilegge la storia dell’infinito attuale da questo punto di vista, mostrando così come la nostra idea del continuo – nata fondamentalmente da Dedekind – non è l’unica possibile: basta non accettare la proprietà archimedea. Gli autori si dilungano a mostrare, sia storicamente nella prima parte che in pratica nella seconda, come si possano scegliere altri assiomi di partenza: tra l’altro fanno presente che l’analisi non standard di Robinson non è l’unico approccio possibile, mostrando per esempio la loro teoria Alfa che porta a risultati interessanti come mostrare che ω, l’ordinale che corrisponde alla successione {0, 1, 2, …}, è un numero dispari :-) Le connessioni con la teoria cantoriana sono ben spiegate, pur senza entrare nei dettagli tranne che nelle ultime pagine. Tra l’altro mi sono piaciute le divagazioni sull’albergo di Hilbert, con la portinaia sfaticata, il nuovo assunto fricchettone e le dependance… In definitiva, un testo prezioso per vedere i numeri in modo diverso dal solito.

Ultimo aggiornamento: 2020-03-23 22:05

_God Just Wanted To Play Golf_ (ebook)

[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing]
Ammetto che non avrei chiesto in recensione questo libro (Craig W. Chenery, God Just Wanted To Play Golf, Pop Culture Planet Publishing 2018, pag. 331, € 2,99, ISBN ) se avessi letto bene la presentazione e capito che era di fantascienza-horror, visto che non è proprio il mio tipo di letture preferite. No, non preoccupatevi, non è troppo horror. Ad ogni modo, ho trovato la prima parte troppo prolissa; il ritmo si è molto ravvivato nella seconda metà, che ho letto a velocità tripla… e non perché saltassi delle pagine. L’idea di un aldilà parecchio burocratico con un Dio (che gestisce solo i cristiani) indolente e sfaticato e la Morte che a un certo punto si scoccia di ricevere delle liste buggate e prova a vedere che succede se lascia in (non) vita qualcuno è interessante, e forse poteva essere portata più in là rispetto alla parte terrestre in Oceanview che spesso tendeva alla macchietta, forse anche per la presenza di molte espressioni gergali. Insomma lo consiglio a chi ha pazienza, ama le sitcom e vuole imparare un po’ di inglese pratico.

Viadotti a rischio

Io sono una persona fondamentalmente buona e sarei anche stato dell’idea che il ponte Morandi sia crollato per una serie di ragioni non così facilmente predicibili. Vedere però che dopo un anno e quattro mesi né Autostrade per l’Italia né altri concessionari come i Gavio abbiano pensato di fare un controllo accurato e completo dei viadotti nelle tratte autostradali da loro gestite mi fa capire che forse non è proprio così e l’unico interesse che hanno è ciucciarsi i soldi dei pedaggi e fare meno del minimo indispensabile per la manutenzione. Insomma, forse è venuto davvero il momento di revocare le concessioni per mancato rispetto del contratto di servizio.

Però non è tutto così semplice. Perché mai lo STato ha sempre delegato i concessionari e non ha mai fatto controlli per conto suo fino ad adesso?

Ultimo aggiornamento: 2019-11-28 21:48

Radici e buchi

Qui a sinistra – e non ho capito come mai sia venuta così piccola – c’è l’immagine del buco che ha lasciato l’albero caduto domenica in piazzale Maciachini: quello mostrato qui, insomma.

Lì sotto passa la metropolitana, e quindi le radici non possono scendere più di tanto: ma trenta centimetri scarsi mi sembrano davvero poche per una pianta così grande, e mi chiedo se gli altri alberi sono sicuri oppure no. Secondo voi?

sono arrivato ultimo

Nelle elezioni per il consiglio di istituto nella scuola dei gemelli che si sono tenute domenica e lunedì sono arrivato assolutamente ultimo. Insomma, anche se non ci fosse stata la lista che si era presentata senza che i proponenti avessero firmato (cosa che non hanno fatto perché “frutto di incompetenza”, l’hanno detto loro stessi) non ci sarei comunque stato.

Non so come dirvelo, ma la cosa non mi riempie esattamente di lacrime…

Ultimo aggiornamento: 2019-11-26 12:25