Evidentemente per festeggiare il mio compleanno, nella notte tra sabato e domenica è passato un mio clip nella trasmissione Milleeunlibro di Marzullo. (Essendo un clip non l’ho visto di persona). Ovviamente non avevo fatto nessuna prova in precedenza, e quel che è peggio ho dovuto improvvisare perché avevo preparato due minuti ma in realtà ne avevo solo uno.
Non so quanti fossero svegli alle due di notte e mi abbiano visto “live”; ad ogni modo almeno per qualche giorno mi potete vedere a https://www.raiplay.it/video/2019/04/MilleeunLibro-Scrittori-in-TV-3b7ef8bb-33db-43c0-b088-3c06a2a6d88c.html a partire da 1h03’18”. Peggio per voi.
Archivi annuali: 2019
Quizzino della domenica: THOG
Nella figura qui sotto trovate quattro simboli diversi, ciascuno con due proprietà: possono essere un quadrato o un cerchio, e può essere bianca oppure nera. Io ho scelto un valore specifico per ciascuna proprietà; un simbolo che possieda esattamente uno dei due valori da me scelti è un THOG. Il cerchio nero è un THOG: è possibile sapere se ciascuna delle altre figure è THOG oppure non lo è, oppure non ci sono abbastanza informazioni al riguardo?
(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p378.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema tratto da Futiliy Closet; vedi anche Wikipedia.)
_I nuovi poteri forti_ (ebook)
Mi sa che Franklin Foer sia soprattutto noto per essere il fratello di suo fratello, lo scrittore Jonathan Safran Foer. Franklin è invece un giornalista, che è anche stato a capo della rivista New Republic per un breve periodo, prima di essere fatto fuori perché non portava abbastanza utili. Ecco, diciamo che questo libro (Franklin Foer, I nuovi poteri forti [World Without Mind], Longanesi 2018 [2017], pag. 296, € 11,99 (cartaceo: € 22), ISBN 9788830452138, trad. Matteo Camporesi, link Amazon) è quasi per metà un resoconto in prima persona del perché questi giganti di internet sono brutti, cattivi e vergognosi; tanto che Longanesi ha scelto di scriverlo nel titolo italiano, anziché il molto migliore “World Without Mind” dell’originale. Il problema è infatti che una visione troppo personale resta per forza di cose parziale, e usarla come esempio paradigmatico non funziona. In effetti quella che funziona meglio è l’ultima parte, la ridefinizione del concetto di creatività che da qualcosa di personale viene trasformato dal GAFA (Google, Amazon, Facebook, Apple) in una produzione collettiva e soprattutto meno pagata. Io non concordo sulla logica che porta all’allungamento sempre maggiore della durata del copyright, ma altri punti della trattazione di Foer danno dei begli spunti di riflessione, almeno per chi è interessato o incuriosito da questi temi. La traduzione di Matteo Camporesi è lineare.
Ah, la tecnologia
Casa mia è su due livelli. Il modem/router è al piano di sotto, ma c’è un bellissimo cavo RJ-45 che arriva al piano di sopra, dove trovava un vecchissimo router Linksys classe 2008 che poi si attacca al PC oltre che fare servizio wifi al piano di sopra.
Ieri, per la seconda volta in una settimana, il router si è piantato dopo che era saltata la corrente. La prima volta sono riuscito a resettarlo schiacciando il relativo bottone: ieri venti minuti di tentativi inutili mi hanno fatto propendere per l’acquisto di un nuovo modem/router (sì, spendevo la metà con il router semplice, ma mi sono lanciato). Faccio l’ordine su Amazon, sfruttando il poco wifi che arriva al piano di sopra, e vado dal dentista. Quando torno riprendo il modem vecchio, sempre piantato, tocco non ho capito bene che cosa e lo vedo ripartire. Secondo me c’è qualcosa di losco in tutto questo.
Amazon e il tempo
Caster Semenya e l’ignavia IAAF e TAS
Caster Semenya è un’atleta sudafricana che ha un livello di testosterone molto più alto della media femminile, e che quindi corre molto più velocemente delle altre colleghe. La IAAF ha deciso che non potrà correre, a meno di fare cure per abbassare il testosterone: il TAS ha confermato la decisione della IAAF, specificando – come riporta il Post – che
«ha convenuto che le politiche adottate dalla IAAF per i casi di iperandrogenismo siano discriminatorie per gli atleti con differenze nello sviluppo sessuale, ma ha anche ritenuto che queste siano “necessarie, ragionevoli e proporzionate” per assicurare la validità e la competitività delle gare.»
In altri termini: Semenya è femmina, è ufficiale. Ma visto che la natura l’ha fatta diversa dalle altre femmine bisogna limitarla artificialmente; un po’ come dire che non si possono avere cestisti sopra i due metri e dieci. Persino nel ciclismo, dove hanno dovuto mettere il limite per l’ematocrio perché non riuscivano a scoprire se gli atleti si bombavano, hanno lasciato il passaporto biologico per chi riusciva a dimostrare che i suoi livelli alti erano naturali. Non trovate che stavolta ci sia qualcosa di strano? Capisco i problemi di collocazione che possono insorgere con gli atleti intersex, per non parlare dei transessuali, ma questo non è il caso di Semenya. Ma si sa, lo spettacolo è tutto.
Test: che tipo di creativo sei?
Il test mi è arrivato dal socialino dell’odio, ed è stato prodotto da Adobe, che evidentemente deve rifarsi una certa qual verginità. Lo svantaggio è che è tutto in inglese, a meno che il sito non abbia preso le mie preferenze del browser: il vantaggio è che non ti chiede nessun dato, almeno esplicitmente. La cosa interessante è infine che a differenza dei test che si trovano in giro non ti svelano quale sarebbe il tuo tipo junghiano, ma ti dicono che tipo di creativo sei: perché non è vero che la creatività sia unica.
Ad ogni modo io sono uscito “Thinker”, un risultato assolutamente inaspettato: “Intellectual curiosity, ability to find and create meaning”. Certo che ho saltato tutte le animazioni tra una domanda e l’altra, che saranno anche fatte per mostrare quante cose belle si possono fare con i prodotti Adobe, ma ci mettevano una vita…
Giulio Regeni e l’aula vuota
Leggo su Repubblica ma non solo della vergogna di Montecitorio, dove c’erano solo 19 deputati alla discussione sull’istituzione di una commissione di inchiesta sul caso Regeni.
Prima di indignarvi, rileggete la frase. Non stiamo parlando di una commissione d’inchiesta che non c’è ancora (e che probabilmente servirà a ben poco, purtroppo, ma quello è un altro discorso). Non stiamo nemmeno parlando del voto per istituire la commissione di inchiesta (dove in effetti è vero che non è così importante esserci dal punto di vista dei meri voti, ma dai un segnale con la tua presenza). Qui la presenza era assolutamente inutile, perché non c’era nulla da discutere: solo che le bizantine procedure parlamentari vogliono queste discussioni che sono sempre ben poco seguite proprio per la loro inutilità.
Però volete mettere i titoloni sui giornali?
Ultimo aggiornamento: 2019-04-30 14:37