Ogni tanto chiedo troppo alle mie capacità di comprensione di un testo troppo lontano dalle mie conoscenze: questo (Carlo Bordoni, Il paradosso di Icaro : ovvero La necessità della disobbedienza, Il Saggiatore 2018, pag. 352, € 21, ISBN 9788842824381, link Amazon) è stato uno di quei casi. I cinque capitoli del libro sono intitolati a hybris (superbia), koros (eccesso), theios aner (conoscenza), aion (tempo), e nemesis (di per sé la vendetta, ma in questo caso la natura), anche se tutti i capitoli mantengono l’hybris come punto focale rispetto al quale viene trattato il tema. Ho trovato qualche spunto interessante, come la posizione secondo cui la creatività può essere vista come l’anticipazione di qualcosa che è lì nell’aria ma non è ancora un patrimonio comune a tutti. Però ho anche trovato il testo molto pesante. Ci sono molte reiterazioni di uno stesso concetto a poche pagine di distanza, che più che a una volontà di spiegare meglio le cose a me ha fatto pensare a una mancata rilettura. E soprattutto – ma qui ammetto che la colpa potrebbe essere mia più che di Bordoni – non sono proprio riuscito a capire il punto del libro. D’accordo, la disobbedienza è parte intrinseca di noi esseri umani. Ma la sua “necessità” è per l’appunto solo un modo di esprimerlo in altre parole?
Ultimo aggiornamento: 2019-09-17 17:38