Vabbè, ormai lo sapete che io ho un conto in sospeso con la pista ciclabile di viale Melchiorre Gioia: in un anno ne ho scritto qui, qui e qui. Ora, come da documentazione fotografica qui a fianco, sembra che stiano terminando i lavori anche all’altezza del palazzo ex comunale.
Ma resta il solito piccolo problema: la pista finisce infilandosi in mezzo a un viale dove vi garantisco che le auto non si curano affatto di chi possa passare. Certo, mi direte: se c’è il palazzo sopra, spazio non ce n’è mica, e dall’altra parte funziona allo stesso modo. Questo è vero, ma non considera due cose. Nell’altra direzione il passaggio è subito dopo un semaforo che tra l’altro non sta nemmeno troppo tempo verde, e quindi le auto vanno un po’ più lente; ma sopratutto sul lato est continuerebbe a esserci il pezzetto ora chiuso di Piazza Einaudi che poteva essere sfruttato senza problemi passando a fianco del grattacielo. Certo, il ciclista avrebbe dovuto percorrere una cinquantina di metri in più: ma garantisco che l’avrebbe fatto volentieri in cambio di una maggiore sicurezza. Resta insomma la domanda: perché non ci ha pensato nessuno?

In questa lunga biografia (Massimo Polidoro,
Il titolo di questo libro (Meredith Broussard,
Come ogni anno, anche nel 2019 si terranno le gare a squadre Bebras, che in Italia sono gestite dal dipartimento di informatica dell’Università di Milano e dal centro
Il sottotitolo di questo libro (Sergei Urban,
Sì, lo so che i matematici funzionano solo nelle barzellette. Però non vorrei dire, ma Jeff Bezos sa perfettamente qual è il potere della matematica, come si può vedere nell’avvertenza che mette sul