La storia infinita della pista ciclabile di viale Melchiorre Gioia

Vabbè, ormai lo sapete che io ho un conto in sospeso con la pista ciclabile di viale Melchiorre Gioia: in un anno ne ho scritto qui, qui e qui. Ora, come da documentazione fotografica qui a fianco, sembra che stiano terminando i lavori anche all’altezza del palazzo ex comunale.

Ma resta il solito piccolo problema: la pista finisce infilandosi in mezzo a un viale dove vi garantisco che le auto non si curano affatto di chi possa passare. Certo, mi direte: se c’è il palazzo sopra, spazio non ce n’è mica, e dall’altra parte funziona allo stesso modo. Questo è vero, ma non considera due cose. Nell’altra direzione il passaggio è subito dopo un semaforo che tra l’altro non sta nemmeno troppo tempo verde, e quindi le auto vanno un po’ più lente; ma sopratutto sul lato est continuerebbe a esserci il pezzetto ora chiuso di Piazza Einaudi che poteva essere sfruttato senza problemi passando a fianco del grattacielo. Certo, il ciclista avrebbe dovuto percorrere una cinquantina di metri in più: ma garantisco che l’avrebbe fatto volentieri in cambio di una maggiore sicurezza. Resta insomma la domanda: perché non ci ha pensato nessuno?

2 pensieri su “La storia infinita della pista ciclabile di viale Melchiorre Gioia

  1. Mauro ( un altro )

    Per un periodo ho spinto la carrozzina di un diversamente abile ( in pausa pranzo, quindi con tempi “stretti” dovevamo attraversare una strada, per il resto era autonomo … ed automunito );
    mi era venuta voglia di fare una legge che obbligasse progettisti e direttori dei lavori ad utilizzare le loro realizzazioni più volte al giorno per un mesetto.
    Accessi disabili ( o comunque rampe ) con pendenze improponibili ed in posizioni inutili ( se non pericolose )

    1. Bubbo Bubboni

      Buonista! Io avevo pensato ad una legge che obbligasse ad esporre una foto del progettista nei pressi dell’opera in modo che gli utenti, se insoddisfatti, potessero sputarci contro!

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