Qualche settimana fa ho scoperto per caso (in uno dei gruppi che frequento c’era indicato un suo commento che non riuscivo a trovare) che una persona mi ha bloccato su Facebook. Ah: ricordo che su Facebook conosco personalmente i miei “amici”. Nel suo caso, tanto per dire, ho i suoi numeri di telefono fisso e mobile, anche se a questo punto presumo non mi risponderebbe: questo per mettere le cose nella giusta prospettiva. Visto che non ho avuto nessun sentore della cosa, immagino che il blocco sia dovuto al fatto che io abbia scritto (da me: non frequentavo la sua bacheca) qualcosa che non avrei dovuto scrivere. Ricordo però che in passato questa persona si era anche messa a separare in varie liste i suoi contatti FB e poi selezionava la lista ogni volta che scriveva qualcosa: magari ha deciso di fare un passo ancora oltre e bloccare coloro con i quali non aveva a che fare per lavoro. In ogni caso è una sua scelta.
Quello che trovo più interessante, al di là del singolo caso, è la teoria generale dietro ai blocchi. Da un lato ci sono le “sospensioni a tempo” comminate da Facebook se mostri un capezzolo femminile oppure scrivi “negri” o ancora finisci bullizzato da un gruppone di persone che si coalizzano per segnalarti. (Ho sempre pensato che un sistema più intelligente, se gli umani annullano la cancellazione automatica, dovrebbe pesare di meno le successive segnalazioni di quelle persone: ma non credo che a Zuckerberg interessino queste minuzie). Ma ci sono sempre più possibilità per non avere a che fare con qualcuno. Il blocco dal mio punto di vista è una misura estrema: se c’è qualcuno che continua a romperci le palle commentando sulla nostra bacheca e scrivendo idiozie se non peggio, allora gli si chiude la porta in faccia. Ma io sarò stato fortunato, e non mi sono mai capitati casi come questi. Ci sono però alcune persone che riempiono la loro bacheca di roba politica, scopiazzata o no, che alla lunga mi hanno stufato. (Per la cronaca, queste persone che non leggo più sono simpatizzanti di partiti diversi; è proprio l’essere fan sfegatati e acritici che mi infastidisce). In questi casi ho trovato molto più semplice non seguirli più: continuano a essere nei miei contatti, possono leggere e rispondere ai miei post – qualcuno di loro lo fa anche – ma io non mi trovo davanti quello che scrivono. È nascondere la testa nella sabbia? Forse. Ma tanto mi passa lo stesso davanti tanta roba fuori dalla mia bolla. Quello che è sicuro è che vivo molto più sereno.
E voi come fate su Facebook?