Getting Better (libro)

Io sono invidioso di Leonardo. Non solo ha cominciato a bloggare prima di me – e il mio blog è maggiorenne da un pezzo – ma è molto più logorroico del sottoscritto. I miei amici si chiedono come io faccia a scrivere così tanto: lui credo faccia il doppio dei testi, e ciascuno di essi è lungo tre o quattro volte i miei. Ma io cerco di non portare troppo rancore. Del resto io non avrei mai avuto la santa pazienza di scrivere un libro come questo (Leonardo Tondelli, Getting Better : Le 250 migliori canzoni dei Beatles classificate, valutate, commentate, Arcana 2020, pag. 415, € 21, ISBN 9788862319843). Una classifica di praticamente tutte le canzoni dei Beatles – nella versione originale della classifica, apparsa sul Post nel corso di un anno, c’era per esempio Moonlight Bay, “cantata” dal vivo al Morecambe & Wise Show – qui ordinata più prosaicamente per data, mentre nell’originale Tondelli faceva una media delle classifiche “vere” più affidabili. Ma in realtà lui vuole parlare di tutto, non solo dei Beatles; lo fa con le sue idiosincrasie, con molte delle quali sono ovviamente in disaccordo – ne abbiamo anche discusso pubblicamente – e con un approccio sicuramente diverso dai soliti odio-amore che si leggono in giro, oltre che con meno leggende metropolitane. In effetti confesso di avergliene debunkata qualcuna, solo per farlo arrabbiare, da cui il mio “controllo qualità” nei ringraziamenti. L’unica pecca di un testo leggibilissimo è un certo numero di refusi, oltre ad alcuni pensieri che appaiono più volte come succede quando il testo nasce nelle chiacchierate di un anno. Ma sappiamo tutti che tra le mille abilità di Leonardo la sintesi è piuttosto bassa in classifica… Comunque è un libro che non può mancare nella biblioteca di chiunque sia un minimo interessato alla musica leggera.

Statistiche del sito per dicembre 2020

Termino la serie delle statistiche con quelle di dicembre, mese come al solito fiacco. I visitatori unici sono stati 18146 per 35358 visite; le pagine accedute sono state 91560, con 236833 hit. Quattro giorni hanno visto meno di 1000 visite: domenica 20 e il triduo 24-25-26. La top 5 è quasi una fotocopia del mese precedente:

  1. Carnevale della matematica #124: 1419 visite
  2. Eupnoico: 1347 visite
  3. Economia: 620 visite
  4. Centro operativo postale: 510 visite
  5. Le tante vite dell’archivio storico della Stampa: 452 visite

Gli evergreen sopra i 500 accessi sono il solito romanaccio (1346) e la pagina con gli accordi (560); tra gli accessi remoti, Twitter ha premiato il ricordo di Pietro Greco.

Per curiosità ho anche dato un’occhiata ai post più visti nel 2020. Eupnoico ha avuto 20891 visite, il romanaccio 11579, gli accordi 6904, il centro operativo postale 4653 e il famoso quizzino ricicciato a Pasqua “tutti al fiume” 4627. Ma il quizzino vero e proprio ha avuto 82547 visite, mentre la soluzione relativa 69436…

Statistiche dei post per il 2020

Anno Nr.articoli Media caratteri per articolo Caratteri tot per articolo Media commenti Commenti totali
2020 486 1,583 769,022 3.3 1,590

Grazie al plugin Wpit Stat Settings di Wolly, posso ammorbarv… ehm, presentarvi le statistiche di questo blog per il 2020. Questa è la prima parte, poi ci saranno al solito quelle mensili per dicembre con l’appendice annuale.

Come vedete, ho scritto 486 post. È dal 2015 (411) che non pubblicavo così poco. In compenso, i 1583 caratteri medi per post sono il mio record assoluto dal 2001. Il numero totale di caratteri è 768872; per trovarne di più bisogna tornare al 2009, quando però avevo scritto il doppio del post. Evidentemente con gli anni sto cominciando a sproloquiare. (Per i curiosi: spannometricamente in questi vent’anni ho scritto 14 milioni di caratteri). Anche i commenti sono cresciuti rispetto all’anno scorso, e sono stati 1590 con una media di 3,3 per post. Siamo ben lontani dai 6,1 del 2011, quando i blog stavano iniziando la parabola discendente, ma pare che qualcuno abbia ancora voglia di scrivere :-)

Statistiche librarie per il 2020

L’anno appena trascorso ho letto 75 libri. Più del 2018 (erano stati 65) e meno del 2019 (erano stati 81). Ma quello che ho notato è che il numero totale di pagine è molto minore: 17455, contro le 18128 del 2018 e 21357 del 2019. Diciamo insomma che la pandemia non mi ha certo aiutato a stare sui libri…

Una curiosità sul 2021

In math.StackExchange, Ed Pegg ha notato che 2021 è la giustapposizione di due numeri consecutivi (20 e 21), ed è anche il prodotto di due primi consecutivi (43 e 47); si è chiesto se ci fosse qualche altro esempio. Robert Israel ha risposto dicendo che sì, ce n’è almeno un altro:

891077215721081784886888257701070827 × 891077215721081784886888257701070829= 794018604377235322848433897872605582794018604377235322848433897872605583

Se invece non volete che i due numeri giustapposti siano in ordine crescente, va anche bene
4803478892324963 × 4803478892324969= 23073409469011482307340946901147

La nuova frontiera per le attività commerciali milanesi

Non so come funzioni la cosa nelle altre città, ma a Milano ci sono sempre state delle mode per le attività commerciali. In passato avevamo avuto l’ondata di ristoranti cinesi; poi si è passati agli empori (sempre cinesi) e ai centri massaggi (ancora una volta cinesi). Come credo nel resto dell’Italia, la crisi del 2008 aveva fatto spuntare i Compro Oro – stavolta credo autoctoni – e poi le sale scommesse.

Questi ultimi anni hanno portato però a un nuovo tipo di attività commerciale! Quando in via Murat a fine 2019 al posto di un minimarket cinese molto grande che aveva chiuso qualche mese prima arrivò un poliambulatorio dell’Humanitas non ci avevo fatto caso più di tanto. Ma poi, sempre in via Murat qualche centiaio di metri più in là, un negozio di scarpe ha chiuso… e dopo qualche mese è spuntato un altro poliambulatorio. Evidentemente il famoso Modello Sanitario Lombardo nulla può fare per ridurre l’impatto delle pandemie o anche solo trovare vaccini influenzali, ma permette che la libera iniziativa privata moltiplichi gli ambulatori, naturalmente a pagamento…

Come è davvero fatto il vaccino Pfizer-BioNTech

Il giorno di Natale è stato pubblicato questo articolo che spiega come è stato assemblato il vaccino Covid Pfizer-BioNTech. (Per i diversamente anglofoni c’è anche una traduzione in italiano) È un pezzo molto lungo, e non sono sicuro di avere capito proprio tutto, nonostante non entri troppo in profondità e faccia molti paragoni informatici che ovviamente per un pioniere digitale quale io sono risultano perfettamente chiari. Detto ciò, questo vaccino è un monumento alle capacità dell’umanità di fare cose (anche senza capire perché funzionano…)

Alcuni esempi: Esistono delle stampanti DNA, un po’ come quelle 3d; insomma, tu gli dici qual è il codice da sequenziare e loro te lo creano. Poi si è scoperto che le quattro basi per il DNA non devono essere necessariamente ACGT (o ACGU nel caso dell’RNA); se si sostituisce l’uracile con l’1-metil-3’-pseudouridilile (qualunque cosa esso sia) il sistema immune non riconosce l’RNA e non lo blocca come “estraneo” a prescindere, ma esso fa comunque il suo lavoro (e visto che i virus reali si replicano usando il nostro DNA, non potranno mai avere la base Ψ anziché U). Poi, una volta sequenziato il genoma del Covid e preso solo la parte degli spike che attaccano le cellule, in modo che il nostro sistema immunitario impari a bloccare gli spike senza che il virus si replichi, si sono sostituite alcune basi; gli aminoacidi corrispondenti restano gli stessi, ma pare che se ci sono più basi C e G la creazione di proteine sia migliore. (E perché allora non sono già tutte così? Immagino perché il DNA si è creato più o meno per caso, e quando in natura qualcosa funziona non lo si tocca più che tanto). Un paio di aminoacidi sono però stati modificati apposta, per fare in modo che il finto virus non collassi subito e sia riconosciuto dal nostro sistema immunitario. Infine c’è la “firma”:

UAGCAAAAAA AAAAAAAAAA AAAAAAAAAA AAAAGCAUAU GACUAAAAAA AAAAAAAAAA AAAAAAAAAA AAAAAAAAAA AAAAAAAAAA AAAAAAAAAA AAAAAAAAAA AAAA

Le A servono perché vengono man mano eliminate nella duplicazione, e quindi danno un “contatore di vita”. (Il pezzo senza A secondo me è il copyright).

Ecco. Come dicevo all’inizio, pensate a tutto questo processo. In pratica, la parte più complicata in pratica è capire se il vaccino funziona davvero e se non dà effetti collaterali; tutto il resto è un lavoro di copia-e-incolla basato su quello che abbiamo scoperto in questi ultimi dieci anni. Probabilmente il vaccino funzionerà anche per la cosiddetta variante inglese, ma in caso contrario basterà ritoccare la struttura e ricostruirne uno nuovo. Non è qualcosa di incredibile?

Il camioncino dei vaccini

Come sempre in Italia, l’inizio della vaccinazione Covid ha portato una lunga scia di polemiche. Ad alcune si può rispondere facilmente, come quella sulla quantità di dosi già arrivate in Germania in confronto a noi. Banalmente, mentre in Germania si erano già preparati a vaccinare da noi si pensava ai padiglioni petalosi.

Più interessante è probabilmente parlare del camion col vaccino, con tanti che si chiedono perché non fossero stati spediti in aereo… ed effettivamente da Pratica di Mare sono poi partiti i voli militari. Anche qua di per sé una risposta è abbastanza semplice. Queste prime dosi erano solo simboliche, e sarebbero dovute essere inoculate domenica 27 in tutta la UE, anche se ci sono stati i soliti furbetti del vaccino (si sa, i sovranisti su queste cose ci sguazzano). Quindi non serviva a nulla fare più in fretta e spedire in aereo, e si poteva tranquillamente preparare la narrazione dei camion che partono dai laboratori e si dipanano per tutta Europa.

L’unico problema è che se vuoi fare la narrazione allora la devi fare per bene. Cosa sarebbe costato fare arrivare il camion a Palermo, fermandosi man mano a consegnare le (ripeto, simboliche) dosi alle varie regioni nel suo percorso? Il tempo per l’appunto c’era, e l’immagine sarebbe stata molto più potente. Ecco: questa sciatteria a me dà molto più fastidio di tutto il resto della storia.

(p.s.: e i novax? dove sono?)