Il camioncino dei vaccini

Come sempre in Italia, l’inizio della vaccinazione Covid ha portato una lunga scia di polemiche. Ad alcune si può rispondere facilmente, come quella sulla quantità di dosi già arrivate in Germania in confronto a noi. Banalmente, mentre in Germania si erano già preparati a vaccinare da noi si pensava ai padiglioni petalosi.

Più interessante è probabilmente parlare del camion col vaccino, con tanti che si chiedono perché non fossero stati spediti in aereo… ed effettivamente da Pratica di Mare sono poi partiti i voli militari. Anche qua di per sé una risposta è abbastanza semplice. Queste prime dosi erano solo simboliche, e sarebbero dovute essere inoculate domenica 27 in tutta la UE, anche se ci sono stati i soliti furbetti del vaccino (si sa, i sovranisti su queste cose ci sguazzano). Quindi non serviva a nulla fare più in fretta e spedire in aereo, e si poteva tranquillamente preparare la narrazione dei camion che partono dai laboratori e si dipanano per tutta Europa.

L’unico problema è che se vuoi fare la narrazione allora la devi fare per bene. Cosa sarebbe costato fare arrivare il camion a Palermo, fermandosi man mano a consegnare le (ripeto, simboliche) dosi alle varie regioni nel suo percorso? Il tempo per l’appunto c’era, e l’immagine sarebbe stata molto più potente. Ecco: questa sciatteria a me dà molto più fastidio di tutto il resto della storia.

(p.s.: e i novax? dove sono?)

Quizzino della domenica: numeri civici

La via dove abito ha 80 case per lato, tutte numerate regolarmente: a sinistra i numeri dispari da 1 a 159, a destra quelli pari da 2 a 160. Quest’estate io e i miei due vicini di casa abbiamo pensato di cambiare la vecchia placca con il numero civico di casa nostra, e siamo andati al mercatino di Portobrutto a comprare le cifre per comporli. Il negoziante dove abbiamo comprato le cifre le vendeva a un numero di euro pari al numero stesso: quindi una cifra 1 costava un euro, una cifra 2 due euro e così via. L’unica eccezione è il numero zero, che costa dieci euro. Io e i miei vicini abbiamo preso le cifre per comporre i nostri numeri: alla fine ho scoperto che il vicino con il numero civico inferiore al mio ha speso un euro più di me, mentre quello con il numero civico superiore ha speso sette euro meno di me. A che numero civico abito?


(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p489.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema tratto da Louis Thépault, Le chat à six pattes et autres casse-tête; immagini da freesvg.org, qui e qui.)

Unframing (ebook)

Antonio Pavolini segue da una vita il mondo dei media classici, soprattutto per quanto riguarda la scelta e la distribuzione delle notizie. In questa sua ultima opera (Antonio Pavolini, Unframing, Ledizioni 2020, pag. 116, € 6,99 (cartaceo: €14,90), ISBN 9788855263788) si dedica a quello che lui chiama “unframing”, vale a dire la necessità di “scorniciare” il modo in cui le notizie ci vengono solitamente presentate. La sua tesi, con la quale concordo pienamente da tempo, è che nonostante le visibili differenze di ideologia tra i media ciò che capita è che le notizie presentate sono fondamentalmente le stesse, come se ci fosse un accordo sotterraneo per spostare l’attenzione dell’opinione pubblica su certi specifici temi, tralasciando gli altri. Nella prima parte – che a mio giudizio sarebbe potuta essere un po’ più asciutta – Pavolini mostra vari esempi degli ultimi mesi; la seconda parte è invece la pars costruens, dove alla fine dà anche un utile ennalogo di buone abitudini che noi lettori dovremmo prendere per fare il nostro unframing. Ho molto apprezzato che Pavolini abbia rilassato il suo mantra sulla disintermediazione: in fin dei conti è vero che dobbiamo cercare di evitare l’intermediazione dei soliti noti, ma non è che se cerchiamo noi le notizie con gli algoritmi dei motori di ricerca si guadagni qualcosa… Molto meglio scegliere chi intermedierà per un certo argomento!

Whamageddon 2020 del Friendfeed

Friendfeed è uno stato dell’anima. Dopo anni dalla fine di quel social network, siamo ancora così pazzi (e un po’ solari) da fare cose come frenfini. Anche quest’anno la Flauta ha preparato una versione “personalizzata” di Last Christmas, la canzone del Whamageddon (ah, non preoccupatevi, quest’anno sono sopravvissuto). Stavolta ha arrangiato il famigerato brano a cappella a sei voci, con noi che a volte la cantavamo, a volte no. Potete vedere il video; per non rovinare il tutto, io appaio solo per qualche secondo verso l’inizio, ma c’è la mia voce più o meno dappertutto (con MOLTO Autotune, mi sa, perché io sono sì un basso, ma il mio range è Mi2-Fa#4, e quella parte usa come base il Re2: insomma ho fatto una fatica boia). Ho anche cantato la parte di basso vero e proprio, ma non garantisco sui risultati :-)

L’altro vaccino

Ieri sera mi sono vaccinato contro l’influenza. È la seconda volta in vita mia: la prima fu nel 2009, quando i gemelli erano appena nati e prematuri. Io in genere prendo l’influenza una volta ogni cinque anni, ma quest’anno ho deciso di non rischiare.

Inutile dire che la Premiata Ditta Fontana&Gallera non ha nulla a che fare con la mia vaccinazione, che è arrivata dalla mia grande azienda con le modalità che le sono abituali. Il 22 settembre l’amministratore delegato ci ha scritto dicendo che l’azienda «sta organizzando una campagna di vaccinazione antinfluenzale cui si potrà aderire su base volontaria»; poi più nulla fino al 17 dicembre quando alle 19:31 mi è arrivata una mail dicendo che se volevo partecipare alla campagna avevo tempo fino al 18 dicembre per accettare. Il 22 dicembre è arrivata la seconda mail, che mi dava due possibilità di scelta: il 23 o il 29 dicembre. Insomma l’inerzia aziendale è enorme, ma quando parte parte :-)

In odium fidei

Leggo sul Post della beatificazione del giudice Rosario Livatino, con una procedura non standard. Tipicamente la chiesa richiede un miracolo per la beatificazione e un altro per la santificazione (i “segni” indicati in fondo a questo articolo di Avvenire), che sono controllati molto attentamente. La motivazione di un’uccisione “in odium fidei” è quella legata al martirio, che in Occidente non è più molto comune nonostante gli attentati fondamentalisti; in questo caso la decisione è stata presa perché la mafia avrebbe ucciso il magistrato, definito incorruttibile proprio perché molto religioso.

Non entro nella scelta della beatificazione, ci mancherebbe altro. QUello che però trovo strano è che mi sarei aspettato che una scelta del genere venisse molto più pubblicizzata dalla Chiesa, in quanto è una presa di posizione molto netta dal punto di vista cattolico. Sappiamo bene che ci sono dei sacerdoti conniventi con mafia, ‘ndrangheta, camorra; occorre che i fedeli sappiano che quella non è la linea ufficiale della Chiesa. Serve anche quello: perché allora non pubblicizzarlo?

Un sito e un raccontino

Cominciamo con il sito. Anzi: qualcosa in più di un sito, perché Forevera Books è un editore che pubblica libri. Di fantascienza. NON di fantasy, ci tengono a far sapere molto chiaramente.

Tra i fondatori di Forevera Books c’è Salvatore Mulliri, che conosco (virtualmente) dai bei tempi di Friendfeed. Il sito, oltre alle presentazioni dei loro libri, contiene anche raccontini di fantascienza (NON di fantasy, se non l’avete ancora capito); a seguito di una call for short stories, ho tirato fuori uno dei miei microracconti, due cartelle e mezzo: Razza di stonati (titolo e immagine sono di Salvatore). Per una volta, non ho usato la matematica come spunto di una storia: ma non garantisco che riusciate a capire lo spunto, almeno fino alla frase finale e forse anche dopo :-)

Buona lettura (non solo del mio raccontino)!