Oggi è il giorno del pi greco, e – per lo stesso motivo – è la Giornata internazionale della matematica. Come capita solitamente, il Carnevale si trova da Gianluigi Filippelli. Buona pi-lettura!
Quizzino della domenica: nascondere l’età
Mirella, la moglie del mio amico Aldo, non è certo anziana, anzi: è nata dopo la caduta del Muro di Berlino. Però ha già la civetteria di non voler dire la sua età. Esattamente un anno fa, il 14 marzo 2020, un comune amico le ha chiesto quanti anni avesse nel primo meeting Zoom dopo il lockdown. Lei ha risposto “Oh, ho solo un anno! Io festeggio il mio compleanno solo quando cade nel giorno giusto della settimana, e finora è capitato una sola volta…” In che giorno è nata Mirella?
(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p505.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema da Hugo Steinhaus, One Hundred Problems in Elementary Mathematics, n. 53; immagine da freesvg.org)
Numeri (libro)
La didattica della matematica è un tema piuttosto importante, come ben sa chiunque abbia dei figli alle prese con lo studio della materia. Il problema è che non è affatto semplice trovare un modo per mantenere desta l’attenzione di una ventina di ragazzi su temi che a loro interessano poco o nulla. Questo libro (Bruno D’Amore e Paolo Oliva, Numeri : Teoria, storia, curiosità, giochi e didattica nel mondo dei numeri, Franco Angeli 1994, pag. 336, ISBN 9788820488253) ha ormai un quarto di secolo ed è fuori catalogo, ma direi che l’approccio seguito è ancora attuale. Il tema, cioè i numeri, viene declinato secondo cinque strade diverse: Teoria, Storia, Approfondimento, Curiosità e giochi, Didattica. La cosa interessante è che i vari sottotemi si mischiano tra loro, in modo da non annoiare mai il lettore. Credo che per gli insegnanti sarebbe ancora una risorsa preziosa.
La nuova app BikeMi
BikeMi ha cambiato modo per collegarsi: o meglio, ha aggiunto un app che man mano sostituirà il vecchio accesso con la tessera. Mercoledì ho usato un po’ le biciclette; ecco come funziona il prima e il dopo.
Prima:
(1) mi avvicino al totem
(2) tiro fuori la tessera (è quella ATM, visto che era finalmente stata unificata l’anno scorso)
(3) la passo sull’apposita zona;
(4) una volta su due me la piglia
(4′) altrimenti continuo a passarla ovunque, soprattutto su certe stazioni
(4″) disperato, apro il telefono, leggo i codici temporanei che l’assistenza mi aveva mandato, mi abbasso per evitare errori di parallasse e li digito
(5) prendo la bici
(6) faccio il mio giro
(7) poso la bici
(8) aspetto che la lucina verde smetta di lampeggiare
(9) passo la tessera sul totem per accertarmi che sia stata posata bene
(10) se il totem non legge la tessera, incrocio le dita e aspetto con calma la mail di conferma.
Adesso:
(1) apro l’app e clicco sulla stazione bici
(2) mi avvicino alla stazione
(3) quando sono abbastanza vicino, compare il pulsante “sblocca bici”
(4) clicco, e mi viene detto quale bici prendere
(5) prendo la bici
(6) faccio il mio giro
(7) poso la bici
(8) riapro l’app
(9) mentre la luce lampeggia, mi arriva la segnalazione “bici restituita”
Vi garantisco, è una gioia.
Vaccinazioni in azienda
A quanto sembra, il nuovo protocollo permetterebbe alle aziende di vaccinare in proprio i loro dipendenti, dopo che la Lombardia ha fatto da apripista. Premesso che nel documento nazionale c’è scritto “Sarà inoltre possibile, qualora le dosi di vaccino disponibili lo permettano, vaccinare all’interno dei posti di lavoro, a prescindere dall’età, fatto salvo che la vaccinazione venga realizzata in sede, da parte di sanitari ivi disponibili, al fine di realizzare un notevole guadagno in termini di tempestività, efficacia e livello di adesione” (grassetto mio), c’è un punto che non capisco per nulla.
Dal mio punto di vista, non c’è nulla di strano a voler vaccinare prima le persone che devono stare a contatto col pubblico per tutta la loro giornata lavorativa, tipo gli addetti dei supermercati. Già avrei più dubbi sui cinque operai di una boita (una fabbrichètta, se preferite), che in un certo senso formano una piccola bolla. Ma in queste linee guida non c’è scritto nulla di tutto questo. Paradossalmente, se la mia grande azienda decidesse di fare un accordo con la regione, farsi dare un po’ di dosi di vaccino, prendere qualche medico e infermiere e vaccinare me – come ha fatto a dicembre per l’influenza – sarebbe tutto a posto, nonostante io stia lavorando da casa da un anno e non abbia nessuna ragione pratica per avere il vaccino prima di altri.
La mia domanda non è “chi ha suggerito di scrivere una cosa del genere?”, perché la risposta è chiara. Ma è “perché hanno accettato di scrivere una cosa del genere?”
Il connubio lombardo di sanità e informatica
Vabbè. Ci si è accorti che le mail “strettamente riservate e personali” che le AST milanesi hanno mandato al personale sanitario sono state girate a non si sa quante persone che sono tranquillamente andate a vaccinarsi saltando la fila.
Ora, gl’ingegni minuti potranno questionare sull’incapacità del sistema informatico lombardo di preparare email “strettamente riservate e personali” che non hanno un codice identificativo univoco, se non proprio il codice fiscale un hash ricavabile da quello. Potranno anche domandarsi come mai non sia stato almeno aggiunto un codicillo per minacciare inenarrabili pene nel caso si sfruttasse codesta mail senza averne il diritto. Ma tali ingegni minuti non hanno considerato l’Altissimo Piano di Fontana Moratti Bertolaso &co.
Qual è l’unico vero modo che abbiamo in Italia per costringere la popolazione a fare qualcosa? Semplice: convincerli di stare fregando qualcun altro. È insomma ovvio che tutta la procedura nasce per istigare la popolazione lombarda a farsi vaccinare…
È grande questo numero? (ebook)
Sarà perché è il secondo libro di fila che leggo sulla spannometria, ma non è che questo lavoro (Andrew C. A. Elliott, È grande questo numero? [Is That a Big Number?], Raffaello Cortina 2021 [2018], pag. 432, € 18,99 (cartaceo: 26), ISBN 978-88-3285-309-4, trad. Valeria Lucia Gili) mi sia piaciuto così tanto. Elliott punta molto sulla capacità di visualizzare i grandi numeri, e quindi da un lato lavora su immagini facilmente riconoscibili, come quella di uno stadio gremito di gente e diviso in vari settori, e dall’altro inserisce enormi elenchi di misure che dovrebbero servire da ancore per avere un’idea delle dimensioni in vari campi. Ecco, secondo me quella non è una grande idea, per l’ottima ragione che ti limiti a sostituire un numero sconosciuto con un altro numero che però non ti dice molto: più semplice imparare a fare confronti con cose vicino a noi, tipo visualizzare il debito pubblico calcolando quale parte ciascuno di noi si troverebbe a proprio carico. Altre parti sono più interessanti, però: per esempio, la sua difesa dei logaritmi è assolutamente condivisibile. In definitiva, non me la sento di consigliarlo, nonostante la buona traduzione di Valeria Lucia Gili. (Che stranamente non era indicata nella versione che ho preso da MLOL; però mancava parte del colophon, probabilmente era uscita male)
Il solito tempismo
L’anno scorso avevo una prenotazione per una visita oculistica di controllo, che si è persa come lacrime nella pioggia causa Covid. Alla fine mi sono fatto fare una nuova impegnativa e sono andato a ottobre in un’altra struttura.
Ieri mattina mi è arrivato questo SMS:
ASST Nord Milano: se è ancora interessato alla prenotazione n xxxxxxx del 08/05/20 08:40 presso POLIAMBULATORIO LIVIGNO, sospesa a causa del Covid, risponda “SInnnn” entro il 13/03/21 e verrà ricontattato; se non interessato risponda “NOnnnn”
(i numeri sono stati cancellati per sicurezza).
Che ne dite? Devo congratularmi con la sanità lombarda per non aver perso la mia prenotazione?