La lotta contro i vitalizi agli ex parlamentari

Il Fatto Quotidiano e Domani stanno pompando sulla storia dei vitalizi ai politici: Formigoni in primis, ma anche Ottaviano Del Turco.

Il mio giudizio – politico e umano – sul Celeste è irriferibile in pubblico. Ma questo è irrilevante. La sua condanna è stata per corruzione mentre era presidente della Regione Lombardia; qui stiamo parlando del vitalizio per il periodo trascorso in Senato. È come dire che se io ho lavorato in azienda per trent’anni e poi sono andato a rapinare una banca mi devono togliere la pensione…

Tripping the Multiverse (ebook)

copertina [Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing] Di Alison Lyke Avevo già letto e apprezzato Forever People. In questa sua nuova opera, i personaggi principali sono tutte donne: Antigone e Jade, due giornaliste scientifiche che ottengono poteri speciali dopo un esperimento di fisica andato male; Harriet, il capo del centro di ricerca che però non è della nostra Terra; Zofia, un giudice e boia in un universo parallelo. Ah, sì: mi ero dimenticato di dire che Anti e Jade fanno una serie di viaggi nel multiverso, come del resto dice il titolo del libro (Alison Lyke, Tripping the Multiverse, Black Rose Writing 2021, pag. 208, € 5,75, ISBN 9781684336265). La prima parte è piuttosto noiosa, e anche il primo loro viaggio in una dimensione parallela sembra più che altro un’aggiunta a posteriori per allungare il testo. Poi però il ritmo diventa piuttosto incalzante, anche se non sempre logico – ma del resto non è logica nemmeno la Guida galattica per gli autostoppisti, no? – e la storia finalmente decolla. Insomma, sopportate i primi capitoli e sarete premiati!

Grandi risultati informatici della sanità lombarda

Martedì Jacopo ha dovuto fare un tampone (negativo) perché la pediatra voleva essere certa che un suo sfogo cutaneo non fosse legato alle nuove versioni di Covid. Il laboratorio a cui ci ha mandato (Synlab) è privato, come nella miglior tradizione lombarda. Fatto il tampone (con notevole difficoltà legata al divincolarsi del giovane) danno ad Anna un foglio con le istruzioni per scaricare il giorno dopo il risultato. Fin qui tutto perfetto: non c’è alcuna ragione per dover tornare a ritirare un foglio. Ieri mattina provo a collegarmi al sito: ci ho perso venti minuti. In pratica ogni pagina a cui cercavo di accedere si caricava in un minuto o due, sempre che non andasse in timeout e dovessi rilanciarla.
Mi chiedo come sia possibile avere una connessione a scoiattoli per un sito. Gliel’avrei anche detto compilando il modulo di feedback che mi proponevano, ma è finito in timeout anche lui…

Ancora sull’aspettativa di vita

Il mese scorso avevo raccontato sul Post che l’abbassamento dell’aspettativa di vita nel 2020 era una cosa da aspettare, ma che non avrebbe necessariamente cambiato le cose definitivamente.

Giovanni Barbieri mi ha segnalato questo bel post di Stefano Mazzuco che aggiunge moltissimi dati e quindi permette di capire meglio cosa è successo non solo in Italia – e nelle singole regioni – ma nel mondo intero. Per esempio, l’Italia è messa peggio della media mondiale perché sono morte molte persone relativamente giovani, anche se non al livello degli USA. Mazzuco fa anche notare come finita la fase acuta della pandemia potremmo avere un rimbalzo dell’aspettativa di vita (i più deboli sono morti prima, come qualcuno diceva cinicamente giusto un anno fa…) ma anche il prolungarsi del calo a causa della debilitazione dovuta al cosiddetto long-Covid. Vi consiglio di leggere quel post!

La “conoscenza” di Google

Quando fate una ricerca Google, spesso trovate nella colonna di destra un risultato già pronto, molto spesso da Wikipedia. Per dire, se io mi cerco arriva il risultato che vedete qui a sinistra. (Your mileage may vary: probabilmente a voi potrebbe arrivare il calciatore mio omonimo). Generalmente quelle informazioni sono prese da Wikipedia, citando regolarmente la fonte; ci sono eccezioni come nel mio caso, visto che come sapete Wikipedia non ha una voce su di me e quindi le informazioni arrivano dal sito del mio editore, ma in genere funziona così. Google aveva anche cercato di creare una sua base di conoscenza, ma alla fine ha visto che era più semplice dare du’ spicci alla Wikimedia Foundation e sfruttare il lavoro dei wikipediani. Solo che ci sono alcuni problemi…

A volte capita qualcuno che si lamenta perché trova un insulto nel testo di quella colonna, insulto che però non appare da nessuna parte su Wikipedia. Non sto a spiegarvi come lo si può fare, anche se è un segreto di Pulcinella; in quel caso però la colpa è in effetti anche di Wikipedia. Ma ci sono casi peggiori. Nell’ultimo mese, per due volte sono stato contattato da qualcuno che trovava la sua foto con allegata la descrizione da Wikipedia di tutt’altra persona, e chiedeva di toglierla. Il primo caso è stato quello di un giornalista a cui corrispondeva la biografia di un avvocato del secolo scorso; la seconda persona è Mario Moroni, che se vi ricordate mi aveva intervistato un paio di mesi fa. Qui Wikipedia non c’entra proprio nulla; molto semplicemente, le voci mostrate non hanno immagini a corredo – ricordate che anche le immagini su Wikipedia devono avere una licenza libera, quindi spesso è impossibile averne qualcuna. E allora che fa Google? Cerca in giro e prende l’immagine più cliccata corrispondente a quel nome-e-cognome, nel migliore esempio di stupidità applicata.

Ma la cosa peggiore è che Moroni prima di me aveva contattato Google che gli aveva detto che la colpa era di Wikipedia; e dopo che lui aveva riportato la mia risposta gli hanno replicato che se non c’è una voce wiki su una persona inseriscono la descrizione dell’omonimo con la foto di quella persona perché non possono verificarla. Posso dire che c’è qualcosa che non funziona in questo approccio?

Traduzioni automatiche non delle migliori

Domani Jacopo ha la verifica di spagnolo, e quindi mi sono messo a farlo ripassare. L’unità è dedicata allo sport, e tra le varie parole c’era “empatar”. Gli chiedo “cosa vuol dire?” e lui mi guarda come la mucca che guarda il treno. Io gli faccio “dai, è facile: è come impattare, cioè pareggiare. Guarda, te lo faccio vedere con Google Translate”. Apro, scrivo “empatar”, e mi esce fuori “cravatta”. Peggio ancora, scrivo “empatar un partido” per vedere se con un po’ di contesto la cosa funziona meglio, ed esce “per legare a una partita”. Vabbè, ho tirato fuori un vocabolarietto spagnolo e ho fatto vedere al giovane virgulto che essendo preadolescente non si fida più del suo vecchio padre che avevo ragione.

Cosa è successo? I più astuti tra i miei ventun lettori l’avranno capito. Provate a tradurre dallo spagnolo in inglese: “empatar” diventa (correttamente) “tie” e “empatar un partido” diventa “to tie at a game”. Evidentemente il sofisticatissimo sistema di traduzione automatica di Google Translate passa dall’inglese per tradurre dallo spagnolo all’italiano, ma non avendo nessuna idea semantica quando trova “tie” lo legge come “cravatta”, così come “to tie at a game” viene tradotto letteralmente come “per legare a una partita”. Direi che c’è ancora parecchia strada da fare….

Fino a dieci volte in meno?

Vabbè, a quanto pare dopo solo nove mesi ci si è accorti che molte mascherine FFP2 e FFP3 acquistate dal commissario per l’emergenza Covid erano farlocche. Non mi è chiaro come mai l’inchiesta sia partita solo a febbraio e non lo scorso autunno – non mi pare di chiedere troppo. Ma la cosa più interessante almeno per me è leggere una frase assolutamente inutile se non fuorviante: “In alcuni casi la capacità filtrante (95 per cento per le FFP2, 99 per cento per le FFP3) è risultata inferiore di dieci volte rispetto a quanto dichiarato”.

Per prima cosa, non è chiaro quanti dei dodici lotti – almeno due, visto che si scrive al plurale – hanno questo taglio di capacità. Ma soprattutto sono certo che molti sbaglieranno i conti. Se la capacità filtrante di una mascherina è un decimo di quella richiesta, la quale è rispettivamente del 95% e 99%, quanto vale? No, non vale 9,5% e 9,9%. I conti si fanno alla rovescia, su quello che non si filtra, cioè il 5% e l’1% teorico che diventano 50% e 10%. Ergo, le FFP2 tarocche filtrerebbero al 50% e le FFP3 al 90%. Questo mi fa pensare che siano più le seconde che le prime a essere malfatte: non che le FFP2 siano perfette, ma magari filtrano all’80%. Lo so, non è una bella cosa in ogni caso, ed è verissimo che se la capacità è inferiore di dieci volte il risultato pratico è che sei esposto a dieci volte tanti patogeni: ma è comunque importante sapere fare i conti.