La fine di AstraZeneca?

Insomma l’Unione Europea non rinnoverà il contratto per il vaccino AstraZeneca. Oggettivamente non mi pare una notiziona: tanto è sì e no arrivato un terzo delle dosi concordate, e per quanto ne so – nonostante la causa che stata posta in atto – il contratto era sufficientemente fumoso per permettere alla multinazionale anglo-svedese di tagliare la fornitura in quel modo.

Quello che non sappiamo – o almeno che io non so – in tutta questa storia è molto. Per esempio: AZ è davvero in grado di produrre tutte le dosi di vaccino che prometteva? Probabilmente no. Poi: cosa succederà se in futuro la UE volesse comprare altre dosi? Ovviamente la trattativa dovrebbe ripartire da capo; il prezzo per dose potrebbe essere molto diverso da quello attuale (in più o in meno…) e soprattutto le clausole potrebbero essere completamente diverse.

Insomma, almeno per quanto posso vedere, la notizia mi sembra più che altro un’anticipazione di una nuova serie di puntate della televonela vaccini.

coda in pausa

Questo è quello che ho trovato stamattina quando ho provato a registrarmi per il vaccino. In realtà dopo dieci minuti o giù di lì mi è arrivato l’invito a prenotare il vaccino.

Già non capisco la logica di fermare una coda informatica, che non è che richieda molte risorse: ma qualcuno mi sa spiegare il “numero in coda” scritto in piccolo in fondo alla pagina, con un numero di caratteri che è almeno il triplo di un qualunque codice ridondante che sarebbe stato sufficiente?

Se non vi siete stancati delle Scimmie digitali…

Il tempo passa, e le scimmie restano. Stasera alle 18:30, in spregio alla politica gender, Paolo Artuso e il tenutario di questo blog saranno intervistati da Giusi Miccoli e Angela Creta per #donnecheammiro, per parlare del nostro libretto.

Trovate il link su Facebook qui, ma poi finirete su YouTube. La presentazione sarà piuttosto breve, pertanto se siete interessati a vedere le nostre belle facce siate in orario!

Quizzino della domenica: Bisettrice

Una delle mie battute preferite di Giorgio Faletti, quando faceva il Testimone di Bagnacavallo e storpiava le parole, è stata “E a voi, donne che battete in mezzo agli angoli delle strade, io vi dico: bisettrici!” Bene: prendete la parola BISETTRICE e anagrammatela, senza preoccuparvi che la parola risultante abbia senso o sia anche solo pronunciabile. Qual è la probabilità che la B sia alla sinistra – non necessariamente immediata – della C? Tenete conto che le lettere doppie sono indistinguibili, quindi se per esempio scambiate solo le due E avete di nuovo BISETTRICE e non un’altra parola.



(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p518.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema da Matt Enlow)


Le gioie del pi greco (libro)

David Blatner è fondamentalmente un grafico, e autore di vari libri su Photoshop e InDesign. Ma è anche riuscito a essere coautore di un libro intitolato Judaism for Dummies e questo libretto sul pi greco (David Blatner, Le gioie del pi greco [The Joy of π], Garzanti 1999 [1997], pag. 130, ISBN 9788811592884, trad. Libero Sosio) che è davvero particolare, a cominciare dalla grafica (immagino i moccoloni tirati dalla Nexus snc che ha dovuto mantenerla nella versione italiana…) Si trovano più o meno ovunque cifre scritte in corpo 4 che immagino siano quelle dello sviluppo decimale di π: le cifre sono un milione, e la milionesima per la cronaca è un 1. Oltre ad esse, ci sono tutte le notizie storiche e culturali sul numero che ci si può immaginare. La lettura è davvero godibile, anche per l’ineccepibile traduzione di Libero Sosio. Purtroppo il libro non è più in commercio da anni – io ho letto una copia presa in prestito in biblioteca, prima di comprarmi una copia usata della versione inglese – e non avrebbe nemmeno senso una versione in epub, vista la struttura del libro.

Comprare libri dall’UK

Uno dei problemi di Brexit è il comprare libri inglesi. Nonostante lo spazio fisico a casa mia scarseggi sempre più, a volte mi capita di comprare libri cartacei. In teoria non dovrebbero esserci molti problemi, visto che l’IVA è bassa e non so quanti dazi ci siano; in pratica ho visto un libro che avevo preordinato a ottobre scorso ed è spedito ai primi di gennaio che mi è arrivato dopo un mese. Inoltre le spese postali (se non usi Amazon) sono molto aumentate.

Ma anche con Amazon le cose vanno in modo strano. Non solo l’ordine che ho fatto martedì 4 “Arriverà 24 mag – 3 giu” (non è un grande problema, vi garantisco che nel frattempo troverò qualcos’altro da leggere) ma non è stato fatto direttamente con Amazon bensì con TheBookDepository, anche se ora uno dei due libri che ho comprato sarebbe ora acquistabile da Amazon. (l’altro mi viene di nuovo mostrato come “non disponibile”, non riesco a capire come mai). Ma è un segreto di Pulcinella – lo vedete anche direttamente su Amazon stessa che TheBooKDepository non è altro che Amazon sotto copertura. E allora perché questa differenza?

Pi: A Source Book (libro)

Perché questo libro (Lennart Berggren, Jonathan M. Borwein, Peter B. Borwein, Pi: A Source Book, Springer 2004³ [1996], pag. 816, ISBN 9781475742176) si intitola “A Source Book”? Semplice: perché raccoglie articoli su pi greco, generalmente riguardo ai modi in cui può essere calcolato. Gli articoli spaziano per quattro millenni, dalla traduzione della prima formula per calcolare pi greco che conosciamo, tratta dal papiro di Rhind, fino ai giorni nostri. C’è anche un brano di Umberto Eco dal Pendolo di Foucault, ma è un’eccezione. Il testo è ovviamente nato per essere di riferimento e non letto, anche perché molti degli articoli sono davvero tecnici: e va già bene che in questa edizione Viète e Huygens sono stati tradotti dal latino. Secondo me però si sarebbero potute evitare alcune ripetizioni di temi, che non portano grandi informazioni aggiuntive. Una nota per chi si lamenta che non si arriva mai in fondo ai libri: a pagina 678 c’è scritto che Tolomeo ha approssimato pi greco con 3 + 8/60 + 30/3600, 3,141666… che è il perimetro di un 360-gono regolare inscritto in un cerchio. Ovviamente non può essere così, visto che l’approssimazione è per eccesso.

Ci sono giardinetti e giardinetti

Vi ricordate due settimane fa annuncio della SuperLeague seguito immediatamente da un’alzata di scudi delle squadre italiane di serie A che non erano state invitate? Bene: la Lega Calcio di serie A ha appena proposto di cambiare il format della Coppa Italia, togliendo le squadre di serie C e D che partecipavano anch’esse. Motivo? Esattamente lo stesso: guadagnare di più dai diritti televisivi. Incredibile, vero?