La vicenda dei disabili non fatti salire sul treno a Genova, che ha riempito le pagine dei giornali in questi giorni, mi lascia un po’ perplesso. A quanto ne sapevo, non è più possibile da una vita prenotare posti sui treni regionali; è vero che esiste il “Posto blu” per le prenotazioni dei disabili, ma parrebbe che la prenotazione non valga per le comitive.
Detto questo, il fatto che la Polfer non sia salita a far sgombrare i passeggeri seduti sui posti per la comitiva dei disabili mi fa pensare che i posti non fossero in realtà stati riservati da Trenitalia, che quindi ha fatto bellamente finta di nulla. Solo che come al solito sarà impossibile scoprire cosa è davvero successo…

Nell’introduzione del libro si legge (traduzione mia) che è “un tentativo di avere racconti su base scientifica composti da scrittori di estrazione diversa, per esplorare un futuro che è diventato frammentato per colpa di un presente caotico”, e che questo obiettivo è raggiunto “combinando le predizioni di persone che non sono abitanti naturali del mondo della fantascienza, con scienziati o autori veterani che danno loro supporto”. Non sono certo che il risultato sia all’altezza delle aspettative. Uno dei guai è probabilmente il fatto che quasi tutti i racconti sono molto brevi, e non è affatto facile scrivere in quel modo; in effetti il racconto più lungo, Safe From Harm di Tim Maughan, è il migliore del gruppo. Altre storie interessanti sono Conjugal Frape di Jamie Watt, Biohacked & Begging di Stephen Oram, Anomaly in the Rhythm di Viraj Joshi, Brain Dump di Frances Gow, Trial by Combat di John Houlihan, ed EPILOGUE [citation needed] di Ken MacLeod (“Lo dimostri.” :-) ). Non credo sia un caso che tutti loro siano scrittori di fantascienza; certo, è la prova che stiamo parlando di narrativa di genere: ma è proprio per questo che sono loro a sapere come scriverla.
Dalla scorsa settimana è in edicola un nuovo quotidiano economico, che come potete immaginare è figlioccio di La Verità. Io me ne sono accorto perché davanti alle edicole c’era appiccicata la fotocopia della prima pagina del primo numero, che vedete anche qui riportata nel mio post. Il direttore responsabile, il solito Maurizio Belpietro,