Quante cose sa Google!

Il PC ufficiale di lavoro, che uso un giorno la settimana – gli altri giorni uso il PC di laboratorio, che non è tarpato come l’altro – è un Lenovo Thinkpad ultraleggero, con schermo a 13 pollici. Il PC in questione ha il tasto Fn a sinistra del tasto Ctrl: una di quelle cose che mi fanno impazzire da trent’anni, e non scherzo. Ieri mi sono rotto le scatole di non riuscire mai a copincollare al primo colpo, e ho pensato di fare una ricerca Google per vedere come scambiare i due tasti. La ricerca mi ha dato come risposta ufficiale (quella messa per prima nella pagina, con font più grande)… una pagina del sito di Lenovo. Anche il primo risultato “vero” è quella pagina. Evidentemente Google, nella sua infinita saggezza, controlla da quale PC mi connetto.

(Per i curiosi: lo scambio si fa da BIOS)

Aggiornamento: Ho provato a fare una ricerca sul pc HP da una finestra anonima di Firefox. Lo snippet rimane di Lenovo, ma i primi risultati sono diversi e la pagina Lenovo non capita nei primi dieci risultati. Lo stesso ordine arriva su Vivaldi (che non uso sul pc di lavoro). Ora mi resta da chiedermi se Lenovo paga per essere messa nel knowledge graph e quindi avere gli snippet, o banalmente se c’è un risultato a posteriori, perché sono principalmente i Lenovo ad avere i tasti messi al rovescio.

ricerca da loggato

Ricerca fatta da loggato dopo averla fatta su un Lenovo

ricerca fatta su un HP in modalità anonima

Murphy

Qual è il giorno in cui la metropolitana rimane senza corrente e mi costringe a ritornare indietro e prendere la macchina per portare i ragazzi a scuola? Semplice. (a) È l’unico giorno della settimana in cui dovevo andare in ufficio (vicino alla scuola dei ragazzi) e quindi uscire di nuovo non appena tornato a casa. (b) È il giorno della settimana in cui dalle parti di casa mia passa l’Amsa, e quindi i camion della spazzatura mi bloccano. Poi c’è anche stato il bonus della vicina che stava aspettando i *suoi* figli bloccando l’ingresso ai box…
(poi ho timbrato alle 8:30 anziché alle solite 8:05, non è che io abbia perso troppo tempo: solo un’incazzatura totale globale)

Sempre l’INPS

Per capire se poteva avere senso chiedere l’isopensione, dovrei rimettere a posto la mia posizione previdenziale. Il guaio è che nel 2001 avevo fatto una collaborazione con l’università di Pisa che mi aveva fruttato sei milioni del vecchio conio; quindi ho poco più di 300 euro (il 10%) in gestione separata. Fin qui nulla di male. Però l’università di Pisa si è convinta che io avessi anche lavorato un anno come dipendente per lei, e quindi mi ritrovo un periodo figurativo come statale. Naturalmente questo non è permesso, e bisogna toglierlo.
La scorsa settimana ho provato a prenotare non uno, ma due appuntamenti all’Inps: il primo mercoledì 3 per telefono, il secondo per sicurezza lunedì 8 di persona. Il 4 novembre nessuno mi telefona. Il 5 mi chiamano dall’ufficio dove sarei dovuto andare lunedì (erano due sedi diverse…) dicendomi “attenzione, che questo non è quello territorialmente competente, e deve andare in via Silva” – sede che non dà MAI disponibilità. La signora, davvero molto gentile, mi chiede comunque cosa devo fare: le spiego il problema, mi dice che bisogna sentire l’INPS di Pisa e fa partire una domanda a nome mio, dicendo che se tra qualche giorno non avessi avuto risposta di ricontattarle l’Inps.

In effetti ieri pomeriggio mi è arrivata una comunicazione: «In merito alla sua richiesta avente ID 1-xxxxxxxxxx effettuata all’Istituto INPS in data 05/11/2021, le comunichiamo quanto segue:
Al fine di poter correggere la situazione descritta, si prega di fare domanda telematica di Rvpa (richiesta di Variazione della Posizione Assicurativa).» Mi connetto al sito INPS e faccio la Rvpa richiesta. Poi guardo lo storico: c’è una Rvpa di gennaio, quando evidentemente avevo fatto la stessa richiesta in autonomia. Ripeto: in questo caso non sto chiedendo soldi in più, ma semplicemente che tolgano una cosa che non esiste. Eppure l’Inps non ce la fa proprio :-(

Fine della vita anche per Matematica in relax

Come (spero) sappiate, Matematica in relax è stato il primo libro che io ho pubblicato (a pagamento, in realtà avevo autoprodotto una raccolta di post dal Post). Il mese scorso l’editore mi ha comunicato che il libro esce dal loro catalogo, e le copie ancora disponibili saranno mandate al macero.

Occhei, il secondo punto è puramente teorico, poiché dall’anno scorso non esistevano più copie cartacee del libro. Però quello che succede è che dall’inizio di novembre nemmeno l’ebook dovrebbe essere più acquistabile dagli store. Ho guardato ieri, a dire il vero, e sia Amazon che BookRepublic lo mostrano ancora.

Il risultato pratico è che l’editore mi ha restituito i diritti sul libro, e quindi posso farne quello che voglio, almeno per quanto riguarda il testo. (La copertina e la quarta di copertina restano ovviamente copyright dell’editore, e non ho idea se il nome lo sia). Potrei insomma autoprodurlo oppure cedere i diritti a qualche altro editore, o banalmente lasciarlo disponibile con una licenza più o meno libera. Per il momento, ci penserò…

statistiche del sito per ottobre 2021

Dopo il flop di settembre, abbiamo segnali contrastanti. I visitatori unici sono cresciuti a 13084, ma le visite sono ancora diminuite a 30135; le pagine accedute sono state 104729 con 187394 hit. Ormai si sta regolarmente sotto i 1000 accessi al mese, con un minimo il 2 ottobre a 795. Devo scrivere di più? Ecco la top 5:

  1. Wikipedia come l’aspirina: 792 visite
  2. La mappa delle zone di Milano: 336 visite
  3. Fine di Public Editor: 279 visite
  4. E dove si è presa il mio numero di telefono?: 267 visite
  5. Mario Draghi non è democristiano: 241 visite

Ha anche avuto 241 visite Pari o dispari?” sul backup del Post, mentre la pagina sui miei libri (che devo aggiornare…) ha 546 accessi.

Big Five Personality Test

È tanto che non propongo un test della personalità. Stavolta parlo del Big Five, che divide una personalità in cinque tratti: Openness (re stimoli dal mondo esterno), Agreeableness (nettere gli altri davanti a sé), Neuroticism (avere emozioni negative). Come sempre, il risultato dipende da quanto siete stati onesti con voi stessi, ma mi pare che con me ci azzecchi abbastanza.

Per avere il rapporto completo ovviamente devi pagare (19 dollari), quindi posso solo mostrarvi lo schemino del mio Core Pattern, dove oggettivamente pensavo sarei andato meglio come Logical Mechanic (e peggio come Emphatic Idealist). Ah: pare sia vero che dopo 14 giorni cancellano i dati.

Quizzino della domenica: Calendario equo

Come sapete, i mesi del calendario non hanno gli stessi giorni: come dice la filastrocca, “trenta dì conta novembre, con april, giugno e settembre; di ventotto ce n’è uno, tutti gli altri ne han trentuno”. Il nostro calendario, che possiamo riassumere come (31, 28/29, 31, 30, 31, 30, 31, 31, 30, 31, 30, 31) indicando la lunghezza di ogni mese, ha però un problema: in un anno non ci sono mai tutte le combinazioni possibili di giorno del mese e giorno della settimana, cioè una domenica 1, un lunedì 1, un martedì 1, e così via. È possibile cambiare l’ordine dei mesi, per esempio (31, 31, 30, 31, 30, 31, 31, 28/29, 30, 31, 30, 31), e ottenere un “calendario equo”, dove invece ci siano tutte queste combinazioni?


(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p549.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problem of the Week numero 1329 di Stan Wagon; immagine da FreeSVG.org)


Mettere al mondo il mondo (ebook)

Stefano Bartezzaghi continua nella sua immane opera di costruire una semiotica della creatività. Con questo suo nuovo lavoro (Stefano Bartezzaghi, Mettere al mondo il mondo, Bompiani 2021, pag. 240, € 11,99 (cartaceo € 18), ISBN 9788858794081) comprendiamo meglio perché il suo libro precedente si intitolasse Banalità: in un certo senso banalità (“quello che conosce tutto il ban, il villaggio”) e creatività sono due facce della stessa medaglia, come l’ossimoro “sii creativo!” ci fa capire.
Vi avviso subito: nonostante lo stile di scrittura di Bartezzaghi sia chiaro e spesso anche leggero, e nonostante ci sia un utilissimo glossario in appendice sul significato dei termini da lui usati in modo tecnico e indicati in corsivo nel testo (ma ci avvisa che esso non deve essere affatto considerato anche solo un embrione di dizionario di semiotica…) il libro non è di facile lettura se come me non ne sapete molto di semiologia. Insomma, non pensate che sia una lettura da spiaggia, ma prendetevi il tempo necessario per leggerlo e assaporarlo: ne vale la pena!