Donne! È arrivato lo SpezzaTIM!

Insomma ieri è stato il giorno fatidico, quello in quale abbiamo saputo di che morte moriremo: come verrà insomma spezzata Tim perché Vivendi possa recuperare un po’ delle perdite che ha avuto dopo avere comprato la quota di controllo dell’azienda.
Non c’è molto di diverso da quello che ci si aspettava, almeno dal punto di vista societario: avremo una NetCo che farà solo wholesale (quindi non venderà linee fisse agli utenti finali) e una ServiceCo con tre teste, un po’ come Cerbero: Tim Brasil, Tim Consumer e Tim Enterprise che a sua volta controllerà Olivetti, Noovle e Telsy, tenendo insomma la parte più fighetta del gruppo attuale. Per dire, Innovation finirà in Enterprise. Più preoccupante, almeno per me, è la parte sui numeri.

Attualmente il debito di Tim è di 21.5 miliardi, considerando anche i pagamenti da fare nell’anno per le frequenze 5G e per Dazn. Alla fine del giro Tim Consumer dovrebbe avere meno di cinque miliardi di debito, rispetto a 6 miliardi e rotti di ricavi annui. Come arrivarci? Non essendoci la fatina dei denti, l’idea pare essere sbolognare una decina di miliardi e ventimila dipendendi a NetCo che verrebbe poi fagocitata da OpenFiber, anche se Labriola si tiene aperta la strada della vendita a un fondo. Il resto si metterebbe in parte in Enterprise, di cui comunque si venderebbe una quota – di minoranza, dice, ma sarà vero?, oltre a racimolare un po’ di soldi vendendo la partecipazione residua in Inwit – le torri con le antenne per il mobile.

Ma la parte peggiore è quella sul numero di dipendenti, o meglio su quanti ce ne saranno in meno tra quattro-cinque anni. Se i cinquemila che perderà NetCo saranno quasi fisiologici (è la parte con le persone più anziane) e il migliaio persi da Enterprise a fronte di 1500 assunzioni potrebbero essere frutto di incentivi all’esodo e uso della legge Fornero per l’isopensione – i conti spannometrici che ho fatto sui 30 milioni annui ufficialmente impegnati mi tornano – resta la parte più sfigata, quella di Consumer, che persino secondo l’ottimismo di Labriola galleggerebbe nei prossimi anni per tornare a migliorare solo a fine decennio. (Ah: indovinate dove io e i miei colleghi finiremo, con ogni probabilità?) Dai 14000 dipendenti del 2021 si dovrà scendere nel 2026 a 11000: meglio se meno ancora. (Che sia meglio è indubbio: dovremmo essere sugli 8000 per essere davvero competitivi). Solo che i fondi stanziati bastano per 2000 uscite volontarie, sempre spannometricamente. E gli altri mille? Ecco.

Diciamo che non mi vedo troppo bene.

Batteria ad acqua

Leggo che in Svizzera hanno finalmente completato una “batteria ad acqua”. Detto così non si capisce bene di che si parli, vero? In pratica quando c’è tanta energia a disposizione si solleva una grande quantità d’acqua, e quando c’è bisogno di energia la si fa cadere, facendo girare delle turbine che genereranno elettricità. Il tutto fatto a qualche centinaio di metri sottoterra, immagino per non deturpare i paesaggi e permettere alle caprette di fare ciao.

Mi è abbastanza chiaro che – a parte la quantità di tempo e denaro che è stata necessaria per la sua costruzione – questa “centrale elettrica” possa essere usata molto facilmente per assorbire picchi e cali di richiesta: la grande fregatura dell’energia elettrica è appunto che non c’è elasticità nella griglia, e quindi bisogna trovare un modo per ovviare al fatto che le energie rinnovabili a volte ci sono e altre volte no. Né si può pensare di accendere in una decina di minuti una centrale a carbone o a gas. Devo però ammettere che mi pare strano che la conversione tra energia potenziale ed energia elettrica abbia un rendimento abbastanza elevato da rendere vantaggioso un sistema simile. O forse il vero punto è che si è potuto fare un sistema enorme e con relativamente pochi costi di manutenzione?

rivoluzionari della scuola Radio Elettra

D’accordo, non dovrei prendere per buono qualcosa che scrivono i nostri quotidiani. Ma se davvero Giorgetti parla di “rivoluzionari della scuola Radio Elettra”, si ricorda che il più famoso diplomato da lì è il Senatur Umberto Bossi?

Statistiche del sito per giugno 2022

La domanda è: quando scenderò sotto le 10000 visite al mese? I visitatori unici a giugno sono stati 11545 (-1335), le visite sono 27288 (-2224); le pagine accedute sono state 84697 (-28962) con 168697 hit (-28557). Tre soli giorni con più di 1000 accessi, il massimo il 23 giugno con 1133; il minimo il 19 giugno con 802. La Top 5:

  1. Paolo “wolly” Valenti: 434 visite
  2. Mascherine e lobby: 270 visite
  3. La mappa delle zone di Milano: 251 visite
  4. Etica peculiare: 250 visite
  5. Roe Vs Wade:: 240 visite

odissea con le Poste forse terminata

Ricordate i libri che si erano fermati tra Peschiera Borromeo e Sesto San Giovanni? Forse perché ieri mattina era piovuto (mentre pedalavo verso l’ufficio…) qualcosa si è smosso, e alle 11:36 il sito segnalava che il pacco era “Disponibile per il ritiro presso il PuntoPoste-Locker”. Tutto bellissimo. Peccato che non mi fosse arrivata nessuna notifica con il codice per aprire il simpatico locker. Faccio il numero delle Poste, trovo uno bravo e gentile che mi dice che ci sono due sistemi diversi di tracking, quello ufficiale ha come ultimo aggiornamento sabato mattina, mentre quello che vedo io non ha l’aggiornamento di sabato ma solo quello di consegna. Prova a forzare un reinvio del pin, non ci riesce e mi dà il numero verde per la gestione dei locker. Chiamo quest’altro numero e scopro che il pin può arrivare entro ventiquattr’ore e un ticket aperto prima viene automaticamente chiuso. Poi in effetti dopo un’oretta è arrivato il famigerato pin, evidentemente spedito con i tempi di Posteitaliane.

Il bello è che sanno perfettamente di avere dei sistemi che fanno acqua da tutte le parti. Io ho accettato di rispondere a un sondaggio di gradimento: quando è arrivata la chiamata, il messaggio registrato si è dilungato a spiegare che i voti erano solo e unicamente per il servizio di assistenza, e di cercare di non essere influenzati dal vostro problema…

“contrafforte volante”?

Premetto che ho molti amici traduttori :-) (e un paio di loro sono anche tra i miei ventun lettori… ma ovviamente non sto parlando di loro). In un libro (tradotto dall’inglese) che ho appena letto ho trovato a un certo punto scritta l’espressione “contrafforte volante”. Ora, come penso molti di voi io so più o meno cos’è un contrafforte, ma l’ultima volta che ne ho sentito parlare sarà stato all’inizio del liceo, cioè 45 anni fa (per me che sono anzyano: your mileage may vary). Tra l’altro manco sapevo come si dica in inglese “contrafforte”: sono andato a cercare e ho scoperto che è “buttress”. Una rapida ricerca mi ha fatto trovare la voce di Wikipedia in inglese “flying buttress”: l’ho aperta, ho controllato qual è il nome della versione in italiano e ho scoperto che si dice “arco rampante”. (Ok, a questo punto il mio neurone ha tirato fuori il disegnino dei contrafforti ad archi rampanti, ma questa è un’altra storia)

La mia domanda è semplice. È possibile che un traduttore trovi scritto “flying buttress”, traduca parola per parola, e non si renda conto che il sintagma in italiano non ha senso? È possibile che non gli sia mai venuto in mente di usare Wikipedia in questo modo non standard ma utilissimo per la terminologia tecnica? (E comunque anche Wordreference riporta la traduzione).

Quizzino della domenica: cinque monete

Due tra cinque monete apparententemente identiche sono false. Le due monete false hanno lo stesso peso, che è diverso da quello delle monete genuine. Avendo a disposizione una bilancia a due piatti che indica la differenza di peso tra i due piatti (e non quindi solo quale dei due piatti ha un peso maggiore), qual è il numero minore di pesate necessario per riuscire a trovare almeno una moneta genuina?



(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p593.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema tratto da Mathematics StackExchange; figura di dear_theophilus, da OpenClipArt.)

How to Draw 100+ Animals (ebook)

[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing]
Io non so disegnare. Non si può avere tutto dalla vita. Ogni tanto provo a vedere se qualche libro mi permette di imparare almeno un po’, così ho provato a prendere questo volumetto, evidentemente destinato a bambini e ragazzi: ma non mi sono mai fatto problemi al riguardo. Il mio giudizio finale è piuttosto ambivalente. È sicuramente utile vedere le varie parti che si aggiungono man mano per arrivare alla figura finale, ma trovo che la scelta di avere sempre otto passi, sia per le figure più semplici che per quelle più complesse, non aiuti molto gli imbranati come me e nemmeno i ragazzini che sono il target. Mi chiedo inoltre se non sarebbe utile inserire qualche linea ausiliaria nei disegni, anche per avere un’idea delle proporzioni relative. In definitiva, può essere utile ma non vi trasformerà in novelli artisti.

(Kakkle Publications,How to Draw 100+ Animals, Kakkle Publications 2022, pag. 237, € 7,37, ISBN 9798985957921)

Voto: 3/5