Quizzino della domenica: Tre cerchi compenetrati

Tre cerchi dello stesso raggio (4 cm) sono disegnati come in figura: due di loro sono tangenti in un punto e il terzo passa per i centri degli altri due. Quanto vale l’area colorata nella figura qui sotto?



(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p594.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema tratto da Twitter.)

ancora “traduzioni”

Questa volta il libro è un altro, di un editore piuttosto blasonato. Il testo parla di numeri decimali e “spiega”:

Essenzialmente, i decimali sono solo un modo diverso di concepire le frazioni. La prima cifra dopo il separatore decimale (negli Stati Uniti il punto, in Europa la virgola) rappresenta le decine, la seconda le centinaia, la terza le migliaia e così via.

Poche righe sotto, quando il testo parla della notazione di Stevino per i numeri decimali, tornano decine e centinaia. Eppure nella sua pagina LinkedIn il traduttore afferma di essere “specializzato in saggi e testi di divulgazione scientifica per case editrici”, quindi non è nemmeno che ci troviamo di fronte a un traduttore letterario che ha dimenticato l’aritmetica delle elementari e a cui hanno propinato un testo che purtroppo parla di matematica, anche se indubbiamente in modo umanistico. Semplicemente, si è trovato “tenths / hundredths / thousandths”, aveva il cervello spento e ha letto “tens / hundreds / thousands”. (Ha spento il cervello perché stiamo parlando di numeri decimali e di cifre dopo la virgola: anche se hai letto di fretta dovresti accorgerti dell’idiozia che stai scrivendo).

Ma se è per questo, il traduttore ha sicuramente almeno un complice. Non usa proprio più avere un redattore che rilegge il testo? Evidentemente no, a quanto pare…

Catalogo dei santi ribelli (libro)

Erano anni che chiedevamo in tanti a Leonardo “e insomma, quando esce il libro sui santi?” Finalmente l’attesa è terminata, e abbiamo a disposizione una selezione (un po’ rivista) delle biografie di santi che sono apparse man mano sul Post. Penso sia inutile dire che di agiografico non c’è molto: Tondelli legge la vita dei santi, o meglio quanto la storia e la leggenda ci ha consegnato, con uno sguardo parecchio moderno, divertendosi anche a tratteggiarli in modo scanzonato. Per esempio termina il racconto di Ambrogio – quello che sapeva leggere un testo senza doverlo declamare a voce alta – chiedendosi se in realtà non era un uomo del futuro finito in un’epoca non delle più semplici e che si era trovato il miglior posto possibile. Nella scelta dei santi l’editore ha giustamente molto ridotto il numero di quelli probabilmente inesistenti, lavorando soprattutto su quelli dell’antichità che sono più noti, oltre che ad alcuni santi contemporanei, da Wojtyla a Madre Teresa di Calcutta a padre Pio; penso però che manchi una sezione sui santi dell’Ottocento, che pure sono stati trattati dal nostro. Ma ho come il sospetto che all’Utet Libri si siano spaventati per pagine come quella su don Bosco… oppure sono uno che commette peccato pensando male, e il volume 2 è già pronto se solo saranno in tanti a comprare questo libro. Pensateci un po’ su.

(Leonardo Tondelli, Catalogo dei santi ribelli : Storie di immigrati, ladri e prostitute che hanno cambiato la Chiesa, Utet libri 2022, pag. 285, € 18, ISBN 9791221201512 )
Voto: 4/5

Donne! È arrivato lo SpezzaTIM!

Insomma ieri è stato il giorno fatidico, quello in quale abbiamo saputo di che morte moriremo: come verrà insomma spezzata Tim perché Vivendi possa recuperare un po’ delle perdite che ha avuto dopo avere comprato la quota di controllo dell’azienda.
Non c’è molto di diverso da quello che ci si aspettava, almeno dal punto di vista societario: avremo una NetCo che farà solo wholesale (quindi non venderà linee fisse agli utenti finali) e una ServiceCo con tre teste, un po’ come Cerbero: Tim Brasil, Tim Consumer e Tim Enterprise che a sua volta controllerà Olivetti, Noovle e Telsy, tenendo insomma la parte più fighetta del gruppo attuale. Per dire, Innovation finirà in Enterprise. Più preoccupante, almeno per me, è la parte sui numeri.

Attualmente il debito di Tim è di 21.5 miliardi, considerando anche i pagamenti da fare nell’anno per le frequenze 5G e per Dazn. Alla fine del giro Tim Consumer dovrebbe avere meno di cinque miliardi di debito, rispetto a 6 miliardi e rotti di ricavi annui. Come arrivarci? Non essendoci la fatina dei denti, l’idea pare essere sbolognare una decina di miliardi e ventimila dipendendi a NetCo che verrebbe poi fagocitata da OpenFiber, anche se Labriola si tiene aperta la strada della vendita a un fondo. Il resto si metterebbe in parte in Enterprise, di cui comunque si venderebbe una quota – di minoranza, dice, ma sarà vero?, oltre a racimolare un po’ di soldi vendendo la partecipazione residua in Inwit – le torri con le antenne per il mobile.

Ma la parte peggiore è quella sul numero di dipendenti, o meglio su quanti ce ne saranno in meno tra quattro-cinque anni. Se i cinquemila che perderà NetCo saranno quasi fisiologici (è la parte con le persone più anziane) e il migliaio persi da Enterprise a fronte di 1500 assunzioni potrebbero essere frutto di incentivi all’esodo e uso della legge Fornero per l’isopensione – i conti spannometrici che ho fatto sui 30 milioni annui ufficialmente impegnati mi tornano – resta la parte più sfigata, quella di Consumer, che persino secondo l’ottimismo di Labriola galleggerebbe nei prossimi anni per tornare a migliorare solo a fine decennio. (Ah: indovinate dove io e i miei colleghi finiremo, con ogni probabilità?) Dai 14000 dipendenti del 2021 si dovrà scendere nel 2026 a 11000: meglio se meno ancora. (Che sia meglio è indubbio: dovremmo essere sugli 8000 per essere davvero competitivi). Solo che i fondi stanziati bastano per 2000 uscite volontarie, sempre spannometricamente. E gli altri mille? Ecco.

Diciamo che non mi vedo troppo bene.

Batteria ad acqua

Leggo che in Svizzera hanno finalmente completato una “batteria ad acqua”. Detto così non si capisce bene di che si parli, vero? In pratica quando c’è tanta energia a disposizione si solleva una grande quantità d’acqua, e quando c’è bisogno di energia la si fa cadere, facendo girare delle turbine che genereranno elettricità. Il tutto fatto a qualche centinaio di metri sottoterra, immagino per non deturpare i paesaggi e permettere alle caprette di fare ciao.

Mi è abbastanza chiaro che – a parte la quantità di tempo e denaro che è stata necessaria per la sua costruzione – questa “centrale elettrica” possa essere usata molto facilmente per assorbire picchi e cali di richiesta: la grande fregatura dell’energia elettrica è appunto che non c’è elasticità nella griglia, e quindi bisogna trovare un modo per ovviare al fatto che le energie rinnovabili a volte ci sono e altre volte no. Né si può pensare di accendere in una decina di minuti una centrale a carbone o a gas. Devo però ammettere che mi pare strano che la conversione tra energia potenziale ed energia elettrica abbia un rendimento abbastanza elevato da rendere vantaggioso un sistema simile. O forse il vero punto è che si è potuto fare un sistema enorme e con relativamente pochi costi di manutenzione?

Statistiche del sito per giugno 2022

La domanda è: quando scenderò sotto le 10000 visite al mese? I visitatori unici a giugno sono stati 11545 (-1335), le visite sono 27288 (-2224); le pagine accedute sono state 84697 (-28962) con 168697 hit (-28557). Tre soli giorni con più di 1000 accessi, il massimo il 23 giugno con 1133; il minimo il 19 giugno con 802. La Top 5:

  1. Paolo “wolly” Valenti: 434 visite
  2. Mascherine e lobby: 270 visite
  3. La mappa delle zone di Milano: 251 visite
  4. Etica peculiare: 250 visite
  5. Roe Vs Wade:: 240 visite

odissea con le Poste forse terminata

Ricordate i libri che si erano fermati tra Peschiera Borromeo e Sesto San Giovanni? Forse perché ieri mattina era piovuto (mentre pedalavo verso l’ufficio…) qualcosa si è smosso, e alle 11:36 il sito segnalava che il pacco era “Disponibile per il ritiro presso il PuntoPoste-Locker”. Tutto bellissimo. Peccato che non mi fosse arrivata nessuna notifica con il codice per aprire il simpatico locker. Faccio il numero delle Poste, trovo uno bravo e gentile che mi dice che ci sono due sistemi diversi di tracking, quello ufficiale ha come ultimo aggiornamento sabato mattina, mentre quello che vedo io non ha l’aggiornamento di sabato ma solo quello di consegna. Prova a forzare un reinvio del pin, non ci riesce e mi dà il numero verde per la gestione dei locker. Chiamo quest’altro numero e scopro che il pin può arrivare entro ventiquattr’ore e un ticket aperto prima viene automaticamente chiuso. Poi in effetti dopo un’oretta è arrivato il famigerato pin, evidentemente spedito con i tempi di Posteitaliane.

Il bello è che sanno perfettamente di avere dei sistemi che fanno acqua da tutte le parti. Io ho accettato di rispondere a un sondaggio di gradimento: quando è arrivata la chiamata, il messaggio registrato si è dilungato a spiegare che i voti erano solo e unicamente per il servizio di assistenza, e di cercare di non essere influenzati dal vostro problema…