A parte avere visto in autostrada una pompa dove la benzina al servito superava i 2,4 euro al litro – ma lì è chiaro che è una scelta del gestore che non ha voglia di alzarsi e fare benzina – a quanto pare la Grande Idea del governo, vale a dire far esporre i prezzi medi, non è servita assolutamente a nulla. Nemmeno in negativo, questo bisogna dirlo. Che poi Urso riesca orwellianamente a dire «In Italia grazie anche a questa misura abbiamo un prezzo industriale depurato dalla tasse inferiore a quello di Spagna, Germania e Francia. Quindi è servito a qualcosa» e «nell’ultima settimana il valore medio della benzina è diminuito di 2 centesimi» è forse una verità tecnica, ma tace la banale considerazione che la settimana precedente, non appena è entrata in vigore la legge, il prezzo medio era aumentato di tre centesimi. (Controllate pure i prezzi al 31 luglio e al 7 agosto: scusate l’inglese ma il mio browser è settato così).
Per quanto riguarda il prezzo senza tasse, se uno prendesse alla lettera la frase di Urso dovremmo dedurre che in queste settimane le tasse da noi sono aumentate… Naturalmente non è così: i prezzi medi detassati sono sempre stati nella media, e da noi ci sono più tasse. Su questo indubbiamente l’attuale governo non ha colpe, se non quella di aver continuato a dire che le accise sulla benzina erano troppe fintantoché se ne stava all’opposizione. Io però continuo a chiedermi se qualcuno ascolta davvero le giustificazioni dei nostri politici.

Beh, è molto semplice capire quali parti di questo libro sono state scritte da Emerick e quali da Massey: quando trovate una descrizione di un dettaglio pignolo sulle posizioni dei microfoni è tutta farina del sacco di Emerick, le descrizioni più liriche sono di Massey. Emerick si toglie anche una serie di sassolini dalle scarpe, anche se in stile molto britannico, nei confronti di Ringo (“completamente diverso da come sembra sotto i riflettori”), George (“fino al 1968 la sua tecnica era pessima”) e George Martin (in cauda venenum: nelle ultime pagine scrive che se la tirava troppo).
Segnalo 
I tassisti, come sempre in Italia, hanno vinto. Nemmeno la proposta
Non so se Marcello De Angelis si ricordi di quando Pier Paolo Pasolini
Stamattina avevo puntato la sveglia alle 7.10, per andare in palestra. Suona la sveglia, la maledico, mi alzo, do da mangiare ai mici e vedo che è già qualcosa e mezzo. Mamma mia come sono stato lento stamattina, penso. Poi guardo meglio e il “qualcosa” erano le 6. Prendo la sveglia, che è radiocontrollata: indica che sta ricevendo il segnale, ma è 50 minuti avanti. Non si è schiodata nemmeno lasciandola un’ora all’aperto (le onde lunghe si prendono meglio così), tanto che l’ho dovuta settare a mano.