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matematto non praticante

l’ischemia di Meluzzi e i commenti di Bassetti

Alessandro Meluzzi La mia stima per Alessandro Meluzzi è nulla. Ma non mi sognerei mai di fare battute come quella di Matteo Bassetti che riferendosi all’ischemia che ha colpito Meluzzi ha twittato «Ma non era solo radio che diceva che ictus, ischemie e infarti venivano solo ai vaccinati?».
Abbassarsi al livello dei negazionisti mostra solo l’incapacità di saper dare risposte valide e quindi è solo controproducente. Ma magari Bassetti è più interessato a farsi vedere.

(immagine di Mancaroberto da Wikimedia Commons, CC-BY-SA 4.0)

referendum sulla pelle altrui

di Guyana ne rimarrebbe poca... Scusate la reductio ad Hitlerum, ma il referendum venezuelano di domenica dove Maduro ha chiesto ai venezuelani se volevano annettersi l’Essequibo, attualmente regione della Guyana, non era nemmeno stata prevista dal Terzo Reich, che preferiva prima annettersi i territori pantedeschi e poi fare sul posto un referendum di facciata. Magari potremmo farlo anche noi e riprenderci Nizza e l’Istria.

Quello che mi preoccupa di più è che la Corte Internazionale di Giustizia si è limitata a dire al Venezuela di non fare nessuna azione che possa modificare lo status quo, anziché una frase ugualmente inutile ma almeno più onesta “un referendum come quello non ha alcun valore legale, non essendo stato chiesto il parere dei diretti interessati”. La polveriera potrebbe scoppiare da un momento all’altro e nessuno pare voler far nulla.

(immagine di SurinameCentral, da Wikimedia Commons, CC-BY-SA 4.0)

promoveatur ut loquuntur

distintivo del ComFoTer Non credo che il latino del titolo sia corretto, in fin dei conti loqui è un verbo deponente e quindi non ha un passivo. Ma il concetto dovrebbe essere chiaro. Può anche darsi che il titolo di Capo di stato maggiore delle Forze Operative Terrestri sia un posto senza nessun reale potere (anche se non so cosa il povero generale Salvatore Camporeale abbia fatto per essere stato fatto fuori dopo cinque mesi). Ma è chiaro che è una posizione dove uno che vuole visibilità non fa fatica a ottenerla, per la gioia di Repubblica che spera di guadagnare qualche copia e soprattutto del presidente Meloni che si fa un alleato che in fondo la pensa come lei.

(immagine di Cayman 5-1 da Wikimedia Commons, licenza CC0 1.0 Universal)

Quizzino della domenica: Esagono rinsecchito

Partite da un esagono regolare di lato 2, e costruite sei semicerchi sui suoi lati e rivolti all’interno. L’area (in verde) della parte dell’esagono non ricoperta dai semicerchi è più o meno di 2?

L'esagono rinsecchito
(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina https://xmau.com/quizzini/p672.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema da Mind Your Decisions.)

Matematici in prima linea (libro)

La vulgata afferma che i matematici sono persone fondamentalmente innocue ma assolutamente inaffidabili, perché sempre con la testa tra le nuvole: per fortuna ci si scorda per esempio che Unabomber era un matematico… Ma anche la seconda parte della descrizione non è poi tanto vera. Può sembrare incredibile, ma i matematici sono persone come tutte le altre, e quindi non è poi così difficile trovarne alcuni che all’insegnamento e alla ricerca associano anche l’impegno civile. Di Sieno e Guerraggio raccontano di dieci matematici italiani tra il Risorgimento e l’età contemporanea, tracciandone una biografia che rispecchia sia la loro storia scientifica che quella politica e civile. I matematici sono Francesco Brioschi, Quintino Sella, Luigi Cremona, Vito Volterra, Eugenio Elia Levi, Renato Caccioppoli, Bruno De Finetti, Emma Castelnuovo, Lucio Lombardo Radice, Ennio De Giorgi.

In effetti spesso le biografie sono piuttosto indulgenti riguardo ai difetti dei protagonisti – non è che essere matematici significhi essere perfetti! – ma traspare comunque un’idea di fondo: per tutti loro, nonostante la difficoltà di conciliare i loro interessi così diversi, limitarsi a scegliere un singolo campo non era un’opzione valida. Sono certo che anche chi matematico non è dopo aver letto questo libro si farà un’idea diversa dei matematici.

(Simonetta Di Sieno e Angelo Guerraggio, Matematici in prima linea, Mateinitaly 2021, pag. 199, € 15)
Voto: 4/5

Libero Sosio

Libero Sosio se ne è andato un paio di settimane fa senza che nessun media ne parlasse. (La voce di Wikipedia è stata aggiornata, se non ho capito male, dal figlio: io me ne sono accorto per caso). Purtroppo questo è il destino dei traduttori, personaggi fondamentali per portare al grande pubblico autori e testi di altre culture ma che nella maggior parte dei casi rimangono nell’ombra. Anzi, c’è una scuola di pensiero che afferma che se si vede la mano del traduttore allora non ha fatto il suo lavoro…

Libero Sosio era un traduttore letterario scientifico. Se non lo sapete, tradurre un testo tecnico è una cosa, e un sistema automatico lo fa non dico decentemente ma comunque in maniera sufficiente da poterlo poi aggiustare a mano; della prosa non importa nulla a nessuno. Tradurre un testo letterario obbliga invece ad avere come risultato un testo letterario: non vorreste mica leggere una traduzione letterale dell’Amleto? Soprattutto ai tempi di Sosio – adesso per fortuna le cose sono cambiate – la traduzione letteraria si concentrava quasi totalmente sulla resa in italiano piacevole, e se ci si doveva prendere qualche licenza amen. Tanto per non fare nomi, potrei parlare di Fernanda Pivano oppure di Fruttero e Lucentini, “le forbici d’oro della fantascienza italiana”: e ho scelto apposta grandi nomi proprio per mostrare che il problema non era la scarsa capacità.

Ma come fai a tradurre un testo scientifico e sbagliare la parte scientifica? Avresti l’equivalente di ChatGPT a cui fai “dimostrare” un teorema matematico. Comincia bene e poi parte per la tangente. Non è un caso che Douglas Hofstadter voglia personalmente scegliere i traduttori delle sue opere, per avere una ragionevole certezza che il suo pensiero non venga travisato. Bene: Sosio è stato il primo grande traduttore letterario scientifico italiano. Non ho idea di quanti libri tradotti da lui io abbia letto: se il colophon mi diceva che era un’opera sua mi tranquillizzavo. E dire che, come ho scoperto appunto dalla voce di Wikipedia, lui era laureato in filosofia! Occhei, era anche lui laureato in Normale e forse questo qualcosa vuol dire :)

La sua scomparsa lascia davvero un vuoto, nonostante il suo sia sempre stato un modo di lavorare solitario: anche i traduttori che conosco non hanno mai lavorato direttamente con lui. Il solo sapere che si poteva fare un lavoro accurato e bello allo stesso tempo era una garanzia.

(immagine: autoritratto, da Wikimedia Commons)

manco dire cosa vuoi

Mi è appena arrivata una chiamata. Numero a me ignoto, ma il fatto che cominciasse con 377 (seguito da 3518753, per i curiosi) mi ha fatto insospettire fin dall’inizio. Voce femminile, con forte accento dell’est: “Maurizio?”. Io: “sì?” Lei: “io spero che stia bene”. Da qua ci sono stati due o tre mie domande “cosa vuole?” con altrettante frasi che non erano risposte ma sembravano abbastanza casuali. A questo punto ho azzerato il volume e lasciato lì il telefono acceso, perché passasse un po’ di tempo prima che l’interlocutrice si scocciasse e buttasse giù la linea. Sì, sono un bastardo.

Quello che mi preoccupa è che si sappia associare il mio nome al mio numero di telefono.

(immagine di johan_w, da OpenClipArt)

Attenzione al cliente

logo dell'albergoQuesto weekend siamo stati a Fano per una gara di trampolino elastico di Cecilia e ci siamo fermati a dormire all’Hotel Cristallo, infilandoci in quattro in una camera :-) Il mattino Anna e io siamo scesi a colazione e abbiamo detto che non sapevamo se i gemelli sarebbero arrivati prima delle 10; in effetti Cecilia è poi scesa, ma Jacopo non aveva voglia. Quando alle 10 sono andato a pagare la stanza, mi è stato detto “ho visto che suo figlio non è sceso. Vuole che le facciamo un sacchettino con qualcosa da mangiare?”.

Ok, sarò abituato alla Liguria, ma non mi sarei mai aspettato tutta questa gentilezza!