Archivi autore: .mau.

Informazioni su .mau.

matematto non praticante

Hamas, Israele, ininformazione

Generalmente riesco a farmi un’idea non completamente sbagliata di quello che sta succedendo guardando i post di entrambe le fazioni. Di solito il detto e il non detto si complementano abbastanza bene: è capitato ancora con la guerra della Russia contro l’Ucraina. Nel conflitto Hamas-Israele, no. Per ogni notizia ci sono due gruppi che dicono cose opposte e lo fanno con dovizia di particolari, veri o falsi che siano. Mi è abbastanza chiaro che la mia bolla è fortemente schierata da una parte o dall’altra, e il risultato pratico è il mio rifiuto a cercare di approfondire, al di là della risposta che io e Anna abbiamo dato all’unisono a Jacopo che ci aveva chiesto chi avesse ragione: “nessuno dei due”. Il guaio è che questo non è affatto bello… l'”ininformazione” è molto più rischiosa della disinformazione, proprio perché non ci sono molti antidoti.

(le bandiere sono state prese da Wikimedia Commons)

pensioni corte

da https://twitter.com/LegaSalvini/status/1559834680991563777

Ovviamente io non ci credevo, come penso non ci credesse nessuno con un minimo di capacità di fare i conti. Sarà divertente però vedere come Matteo Salvini a spiegare ai suoi elettori che stava scherzando.

Come scrive Phastidio, non solo quota 41 (cioè andare in pensione con 41 anni di contributi a una qualunque età: da martedì prossimo io farei parte di quella schiera) non ci sarà, ma le pensioni anticipate saranno disincentivate. Come? Siamo ancora in bozza, e tutto può succedere; ma pare che chi vorrà andare in pensione con quota 104 (41 anni di contributi ma anche 63 di età) si vedrà ricalcolato il montante usando il metodo contributivo anche per i primi anni di lavoro, che adesso per la mia generazione è ancora retributivo. Considerando che per definizione i primi anni sono quelli in cui si guadagnava poco e i contributi al tempo erano anche minori in percentuale di adesso, è una bella botta. Non è chiaro cosa succede a chi andrà in pensione anticipata vera e propria, quella con 42 anni e 10 mesi di contributi più tre di attesa di Godot, ma non mi stupirei di un taglio anche lì, oltre all’allungarsi di quella presa per i fondelli che è la finestra di attesa. Mi preoccupa di più la proposta di mettere in busta paga (e quindi togliere dal montante pensionistico) i contributi previdenziali versati dal lavoratore che ha raggiunto quota 104 ma continua a lavorare. In pratica è un finto aumento di stipendio, cosa che a me dà un fastidio enorme. (Ad altri no, immagino, per la serie “pochi, maledetti e subito”…)

Ma tanto ci saranno ancora mille giravolte, ne sono abbastanza certo.

Fonometro?

All’inizio di ottobre su un palo della luce dalle parti di casa mia ho visto e fotografato questa apparecchiatura (poi mi sono dimenticato di scriverne, ma si sa che io sono parecchio fuso).
Così ad occhio parrebbe un fonometro per misurare il rumore ambientale: peccato che sia stato posizionato in uno dei posti più silenziosi della via, e quindi risulterà abbastanza inutile. Misteri.

Il GRIM test

Un tipo ha un cestino di mele. Io gli chiedo “qual è il peso medio di una delle tue mele?” e lui risponde “142 virrgola 857 grammi”. Cosa posso inferire da questa frase? Che il mio interlocutore non ha idea di come si arrotondano i risultati, che il cestino contiene 7 mele, o un multiplo di 7, e probabilmente che la bilancia che ha usato non è molto sensibile. Quel numero si ottiene infatti dividendo 1000 per 7 e mantenendo un numero assurdo di cifre, che sono tutto tranne che significative.
E cosa pensereste se vi dico che ho chiesto a dieci persone di dare un voto da 1 a 10 al mio blog – solo voti interi – e che la media che ho ottennuto è 9,248? Occhei, immagino che la prima cosa che vi verrebbe in mente è che gli interpellati hanno mentito; la seconda è che è impossibile che la media aritmetica di dieci numeri interi sia un valore con più di una cifra decimale.

Quest’ultima cosa, oltre che con il buonsenso, è stata trattata da Nicholas Brown e James Heathers in un loro articolo del 2016; gli autori hanno chiamato questo controllo il GRIM test, dal retroacronimo “granularity-related inconsistency of means” (inconsistenza delle medie dovuta alla granularità”. Il GRIM test si applica quando il numero di osservazioni da cui si ricava la media è molto piccolo, come capita spesso nelle scienze molli; esso indica probabilmente che i dati sono costruiti a caso da una persona che non è avvezza alla matematica, a differenza che nel primo caso in cui l’interlocutore non è comunque avvezzo alla matematica ma ha probabilmente fatto i conti senza rendersi conto che le precisione non può essere troppo elevata. C

Come Erik Seligman racconta nel suo Math Mutation, Brown e Heathers notano che potrebbero esserci anche altre ragioni per il GRIM effects; per esempio i dati sono stati calcolati su un insieme di dimensioni maggiori di quello finale, perché alcuni dati sono stati espunti in un secondo tempo perché incompleti. Resta però un punto fondamentale: gli articoli accademici che non superano il GRIM test sono troppi – più della metà degli articoli controllati dai due ricercatori – e non superare il test dà la certezza che ci sia qualcosa che non va. Soprattutto, ciò rende impossibile un controllo sui dati di partenza, che dovrebbe essere alla base della replicabilità dei risultati. Mettiamola così: per fortuna la gente non sa barare bene.

Best of British Science Fiction 2022 (ebook)


[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing]

Quando leggo un’antologia di racconti, sono contento se ne trovo una manciata di buoni. Stavolta sono stato fortunato: qualcuno tra i 24 racconti del libro non mi è piaciuto (e non ho capito il senso di un paio… mi sa che il mio inglese non è poi così buono) ma in generale la qualità è alta. Un rapidissimo commento su ciascuno dei racconti:

◆ Keith Brooke and Eric Brown, Assets: L’avevo già letto in un’altra antologia, e confermo che è davvero bello. 5/5
◆ Tim Major, The Marshalls of Mars: non ci ho capito un tubo. N/A
◆ Fiona Moore, The Memory Spider: “La danza continua”. Molto delicato. 5/5
◆ Lavie Tidharm Junk Hounds: Non va da nessuna parte. 2/5
◆ Neil Williamson, A Moment of Zugzwang: Non credo che uno scacchista lo apprezzi, ma a me è piaciuto. 5/5
◆ Stephen Oram, Long Live the Strawberries of Finsbury Park. Quale sarebbe il punto? 2/5
◆ Ian Whates, The FenZone: ben costruito: solo alla fine ho capito dove volesse andare a parare. 4/5
◆ Val Nolan, Gortcullinane Man: Interessante visione di un mondo post-pandemico. 4/5
◆ Ida Keogh, Wheel of Fortune: Era chiaro cosa sarebbe successo, ma il racconto è ben costruito. 5/5
◆ Liam Hogan, Last Bite at the Klondike: Il finale è inaspettato: ma la prosa è piatta. 3/5
◆ A. J. McIntosh & Andrew J. Wilson, A Quickening Tide: alla fine del racconto mi sono sentito fregato. Così è solo da 3/5
◆ J.K. Fulton, Call of the Void: sarebbe stato meglio senza tutto il gergo tecnico all’inizio. 3/5
◆ Robert Bagnall, Sunrunner: un altro racconto molto delicato. 5/5
◆ E.M. Faulds, The Amelioration of Existence in Spite of Truth and Reconciliation: il punto di vista del protagonista è raccontato in modo fantastico. 5/5
◆ Phillip Irving, Translation: Un altro punto di vista diverso e un’altra fine inaspettata. 5/5
◆ Dafydd McKimm, The Flamingo Maximiser: Non l’ho capito. 2/5
◆ Alice Dryden, For I Shall Consider My Cat J/FRY: Anche se robotico, un gatto è un gatto. 5/5
◆ David Whitmarsh, In The Weave: L’interpretazione dei molti mondi messa in pratica. 5/5
◆ L.N. Hunter, Eternal Soldier: Ho subito capito cosa sarebbe successo, ma il racconto è ben costruito. 5/5
◆ Stewart C Baker, The Spread of Space and Endless Devastation: manca qualcosa. 3/5
◆ Vaughan Stanger, Those We Leave Behind: corto ma bello. 5/5
◆ Matt Thompson, I Know What You Are: idea carina, ma mi ha lasciato freddo. 3/5
◆ Brent Baldwin, Retirement Options for (Too) Successful Space Entrepreneurs: Il titolo è un indizio, ma la storia lascia troppi punti oscuri. 3/5

(Donna Scott (ed.), Best of British Science Fiction 2022, Newclon Press 2023, pag. 335, € 5,33, ISBN cartaceo 9781914953552)
Voto: 5/5

Giambruneide

Beh, lei lo era già da prima (homepage del Corsera)

Io non so se Ricci abbia fatto tutto da solo, come afferma, oppure no. E oggettivamente la cosa non mi interessa affatto. Mi limito a far notare che una persona di moderata intelligenza, quando diventa inopinatamente il compagno del presidente del consiglio dei ministri, immagina immediatamente che qualunque cosa dirà potrà essere usata contro di lui, e quindi gli conviene evitare certi discorsi. Ma probabilmente Andrea Giambruno è un tipo che parla sempre in quel modo, e non gli è venuto proprio in mente di cambiare.

La cosa preoccupante (per il Paese) è proprio questa: il milieu intorno al governo. Probabilmente Meloni ha studiato da anni, non basta uno spin doctor a quei livelli. Ma tutto il resto di figure e figurette, dai cognati in giù, è miseramente incapace.