
no, non era il mio numero…

no, non era il mio numero…
Repubblica ha un incredibile scoop sul semaforo dell’incrocio dove Ciro Immobile è riuscito a schiantarsi contro un tram con il suo suv. Il contenuto è riservato agli abbonati premium, e quindi non posso leggerlo, ma nella loro lungimiranza a Gedi ci consentono di vedere il video in esclusiva.
Il video è stato girato dieci giorni dopo l’incidente, quindi con l’incidente non ha nulla a che fare. Si vede il semaforo spento che diventa poi lampeggiante e rosso: io non lo definirei malfunzionamento ma comportamento standard quando viene acceso. Diamo comunque per buona la definizione di malfunzionamento. Gli è che secondo Rep «due autobus hanno già attraversato la strada a gran velocità come se fossero passati con il verde.» Non so quale sia la loro idea di “gran velocità”, ma a me pare tanto che i bus siano partiti a bassa velocità e poi accelerato dopo. Per confronto si può vedere l’accelerazione della macchina che arrivava da destra, ha girato a destra e ha accelerato.
Mi sapreste spiegare a cosa serve questo video, oltre a incrementare gli accessi?
Ho letto sull’Atlantic questo articolo sul ritorno dei pulsanti nei device (più sui cruscotti delle auto che nei telefoni, purtroppo).
A me personalmente i pulsanti piacciono, ma per un motivo che non è contemplato nell’articolo: non rovino lo schermo con le mie ditate tipicamente sporche. Oggettivamente non capisco la differenza che ci sarebbbe tra l’app a video che può tranquillamente essere aggiornata e il pulsante per cui deve essere buona la prima; e ho dei dubbi che il pulsantone sulla scrivania di Donald Trump fosse uno status symbol, ma con Trump non si può mai sapere. Quello che però è probabilmente vero è che alle aziende conviene evitare i pulsanti fisici, perché costano di più: e quindi le aziende hanno fatto in modo da convincerci che i pulsanti siano roba vecchia…
Ci sono cascato un’altra volta. Volevo capire se era possibile arrivare in anagrafe (a Milano, probabilmente in altri posti in Italia sì) per rinnovare la carta d’identità portandomi una chiavetta usb con le foto. Forse se avessi telefonato avrei avuto una risposta diversa dal copincolla del testo della pagina web (anzi no, peggio ancora, perché scrivono “è necessaria la presenza di entrambi i genitori” quando sul sito del Comune c’è l’apposito modulo di delega.)
E il brutto è che il titolo del mio messaggio è “foto in formato elettronico”…
Ora, il costo del carburante è abbastanza proporzionale alla distanza percorsa. (“Abbastanza” perché a quello che so una parte consistente del carburante viene usato al decollo). E in effetti nel testo troviamo scritto che il costo dei biglietti aumenta fino a 30 euro a tratta. Come si può mischiare un aumento assoluto (i 30 euro) a un costo medio e pensare di avere un risultato sensato? E comunque se poi scrivi che secondo Lufthansa «applicando le quote di Saf ed e-kerosene imposte per il 2030 la spesa salirebbe a 6,1 miliardi, in aumento del 38%.» e questo senza considerare tutte le altre spese, mi spieghi come arrivi al 50%?
(Comunque se non capisco male ci sono altre stime che danno aumenti molto più ridotti)
Jacopo e Cecilia si sono inventati una nomenclatura tutta loro per i numeri, immagino per infastidire noi genitori. L’altro giorno il nonno è arrivato con un bel mucchio di caramelle che ha diviso più o meno a caso tra di loro. Inutile dire che i due si sono messi immediatamente a contarle: alla fine Jacopo, sempre goloso, dice “se il nonno avesse dato a me trupe delle tue caramelle, ne avrei il doppio di te!” Cecilia ribatte “Non importa, noi dobbiamo avere lo stesso numero di caramelle, quindi me ne devi dare trupe!” La domanda non è “a che numero corrisponde trupe”, anche perché non è possibile calcolarlo, bensì “qual è il più grande divisore possibile del numero totale di caramelle?” (Chiaramente 1 è un divisore, ma si può fare di meglio)

(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p641.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema di Katie Steckles, da New Scientist.)
Non si può negare che questo volumetto, che in realtà è un estratto di un libro più generale scritto dagli autori, sia “essenziale”. È perfino un po’ troppo essenziale per uno come me, che pure preferisce testi asciutti a chiacchiere infinite. Secondo me il testo può essere utile come manuale di riferimento per chi conosce già i temi almeno a grandi linee e ha bisogno solo di un ripasso: altrimenti è meglio scegliere qualche altra opera.
(Kevin Leyton-Brown and Yoav Shoham, Essentials of Game Theory : A Concise Multidisciplinary Introduction, Morgan and Claypool 2008, pag. 88, € 38,10, ISBN 9783031004179)
Voto: 3/5
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