Archivi annuali: 2024

Internet Archive se la vede brutta

logo internet archive Anche la corte d’appello americana ha dato torto a Internet Archive sulla sua policy di prestito libri. L’unico punto su cui la sentenza è stata cambiata è che è stato escluso il fine di lucro da parte di archive.org.
Se non ho letto male la sentenza, il punto di scontro è che se io prendo in prestito un libro digitale da una biblioteca gli editori ricevono un micropagamento, e quindi non è vero che il Controlled Digital Lending dei libri sia “un fair use di trasformazione che opera come una biblioteca tradizionale e quindi non viola la legge sul copyright”. O almeno questo è quanto appare… a meno che la frase “IA was threatening to ‘destroy the value of [their] exclusive right to prepare derivative works'” non intenda qualcos’altro, che però non mi è chiaro. I libri presi in prestito da IA sono protetti da Adobe Digital Edition esattamente come quelli presi da un altro negozio; gli editori non possono ammettere che i testi possono essere craccati, e quindi hanno cercato una strada diversa per non dire che la vera differenza è che da IA è più facile recuperare un testo.
Poi io mi accontenterei di poter “prendere in prestito per un’ora” un testo, con l’unica possibilità di leggerlo online con il triste browser di archive.org, il che sarebbe in effetti equivalente a quello che mi è capitato di fare in biblioteca quando cercavo una citazione…

Ultimo aggiornamento: 2024-09-16 10:10

Quizzino della domenica: Razzi

I razzi in figura contengono dei numeri che possono essere combinati (sempre nello stesso modo) con semplici operazioni aritmetiche per ottenere un’uguaglianza. Sapete trovare il valore mancante nel terzo razzo?

(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina https://xmau.com/quizzini/p713.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema da Mind Your Decisions)

Ultimo aggiornamento: 2024-09-15 19:22

Scelti per te (libro)

copertinaQuesto breve testo si occupa di come i diversi social network cercando di accalappiarti e farti restare al loro interno, fortunatamente evitando di usare la trita frase “se non devi pagare, allora sei tu il prodotto” (per dire, mi sa che con X anche se paghi continui a essere il prodotto). Tra i punti positivi c’è il tentativo di spiegare per ciascuno dei principali social network quali potrebbero essere i dati impliciti che vengono raccolti e il decalogo finale (di buon senso) su cosa possiamo fare noi. Ci sono però cose che non mi sono piaciute: se in fondo a pagina 14 un 20% diventa “uno su quattro” o a pagina 20 ci aspettiamo che dopo un po’ che il 10 rosso non è uscito alla roulette allora la probabilità che arrivi è maggiore abbiamo qualche problema matematico. Sono il primo ad affermare che in questi casi la matematica non è tutto e la sociologia è preponderante: ma fare un controllino no?

(Francesco Marino, Scelti per te : Come gli algoritmi governano la nostra vita e cosa possiamo fare per difenderci, Castelvecchi 2021, pag. 115, € 14,50, ISBN 9788832905960 – se acquistate il libro dal link qualche centesimo va a me)
Voto: 3/5

far togliere le bici free floating

bici ridemovi Io odio il bike sharing di tipo “free floating”, dove puoi lasciare la bici dove ti pare, e non in apposite stazioni come si fa con BikeMi, a cui in effetti sono abbonato. Il motivo? che queste bici, come del resto anche i monopattini, sono sbattuti davvero in modo osceno.
Erano mesi che vicino a casa mia stazionavano una ventina di bici ridemovi, che praticamente bloccavano il marciapiede. All’inizio pensavo che le lasciasse qualcuno dello scommessificio dall’altra parte, ma la cosa non aveva molto senso (e poi gli scommettitori lasciano la macchina in doppia fila, mica usano la bici).
Alla fine mi sono scocciato, e l’altra settimana ho chiesto ai vigili della pattuglia che presidiava l’ingresso alla mia via bloccato causa esondazione Seveso che si potesse fare. La risposta è stata “scriva ai vigili di quartiere”. Beh, l’ho fatto e quando poi sabato sera sono tornato dalla gita ligure per buttare via roba ho visto che le venti bici erano diventate sette e soprattutto tutte messe contro il muro dell’ex fabbrica. Insomma pare che la mail sia servita :-)

Harris vs Trump (e Taylor Swift)

locandina ABC presentante il dibattito Se persino Fox News dice che il dibattito Harris-Trump di martedì è stato vinto dall’attuale vicepresidente (pur lamentandosi che i moderatori erano contro l’ex presidente) si può essere ragionevolmente certi che è stato così. Se non ho cqpito male dai commenti che ho letto, però, il dibattito non si è svolto su quello che un osservatore naif avrebbe immaginato (cioè su cosa faranno i candidati nel caso saranno eletti): la strategia di Harris è stata quella di fare arrabbiare Trump – cosa che in effetti non è troppo difficile – per farlo rispondere in modo sconnesso, tipo sugli stati che permetterebbero di abortire dopo la nascita del bambino o sugli immigrati haitiani che mangerebbero cani e gatti (“l’ho visto in televisione!”). Detto questo, non credo però che il dibattito abbia cambiato le carte in tavola: c’è troppa polarizzazione per spostare voti. La gente l’ha guardato, mi sa, come si guarda un match di wrestling, come puro spettacolo.
E parlando di spettacolo noto che l’endorsement di Taylor Swift a Harris ha ottenuto 9 milioni di like su Instagram – e di nuovo questo è puro spettacolo – ma anche 337000 persone che sono andate a vedere come votare. Questo in effetti mi pare molto più interessante, e mi fa pensare che la spettacolarizzazione della politica è ormai completa.

Ultimo aggiornamento: 2024-09-12 10:51

Misteri informatici

Stamattina sono arrivato in ufficio, ho attaccato il mio PC alla docking station con rete e HDMI per il monitor esterno, e il PC si piantava. Più precisamamente, explorer continuava a chiudersi e riaprirsi, e non vedevo le icone nella taskbar (oltre a non riuscire a fare nulla). Dopo un po’ di prove, ho scoperto che:
– il problema è con l’HDMI: sia che lo attacchi al PC che alla docking station non funzionava nulla
– il problema non è con il cavo: cambiando cavo la situazione è la stessa
– il problema non è con il monitor: un altro pc attaccato al mio monitor funziona
– il problema non è con il mio PC: se lo attacco a un altro monitor funziona. (considerando che non ho diritti di amministratore sul PC, la cosa mi risolleva perché non devo aprire un ticket)
Non ho proprio idea di cosa fare (a parte rubar… ehm, scambiare il mio monitor con un altro)

Aggiornamento (13:15) Ho scoperto il problema, ed è legato al display esteso che uso sempre. A questo punto l’ipotesi “driver rovinato” diventa la più probabile, ma come dicevo non posso cambiarlo io…

Aggiornamento (12 settembre) Niente, nemmeno il reset dei driver è servito…

Ultimo aggiornamento: 2024-09-12 16:53

Il problema di Brocard

4! + 1 = 5²; 5! + 1 = 11²; 7! + 1 = 71²Il fattoriale di 4 è 24; se gli sommiamo 1 otteniamo 25, che è il quadrato di 5. Il fattoriale di 5 è 120; sommandogli 1 otteniamo 121, che è il quadrato di 11. Il fattoriale di 7 è 5040; sommandogli 1 otteniamo 5041, che è il quadrato di 71. E poi? Basta, almeno per quanto ne sappiamo.

Il problema di Brocard è stato posto da Henri Brocard nel 1876, ed è stato riscoperto indipendentemente da altri matematici, tra cui Ramanujan. La congettura è che questi siano gli unici casi in cui il fattoriale di un numero sia un’unità inferiore a un quadrato perfetto: sono stati esclusi altri risultati fino a $10^{12}$, ma non si è nemmeno riusciti a dimostrare che il numero di soluzioni possibili sia finito. (La cosa sarebbe un corollario della congettura abc, ma la “dimostrazione” di Shinichi Mochizuki non è stata accettata dalla comunità matematica).

Del resto Brocard, anche se la sua carriera matematica è stata nel campo della geometria, è noto anche per un’altra sua congettura: se $p$ e $q$ sono due primi dispari consecutivi (nel senso che non ci sono altri primi tra di esso: per esempio 89 e 97 sono primi consecutivi) allora ci sono almeno quattro numeri primi tra $p^2$ e $q^2$. Il mio commento su queste proposizioni ricicla quanto Gauss scrisse a W. M. Olbers: «Confesso che il teorema di Fermat, come proposizione isolata ha davvero scarso interesse per me, poiché potrei facilmente formulare una gran quantità di tali proposizioni, che non si potrebbero né provare né confutare». (Ma secondo me Gauss rosicava…)

Ultimo aggiornamento: 2024-09-11 08:37

MATEMATICA – Lezione 31: La matematica dei calendari

copertina “Trenta dì conta settembre / con april, giugno e novembre: / di ventotto c’è febbraio / tutti gli altri ne hanno… ehm… un paio?” Qualche decennio fa alcuni miei amici fecero una partita a un gioco di ruolo dove il gamemaster aveva sbagliato a raccontare la filastrocca sulla lunghezza dei giorni e aveva creato un anno con parecchi mesi molto corti… Ma anche nel mondo reale le cose non sono sempre andate lisce. I Rudi Mathematici ci raccontano di come le misure temporali che ci appaiono ben formate ma in realtà non lo sono affatto ha fatto sì che prima i sacerdoti e poi i potenti chiedessero agli scienziati di “trovare la quadra”, con tutti gli annessi e connessi: scopriremo perché febbraio è più breve ma in una nazione per un anno c’è anche stato il 30 febbraio, che ogni tanto ci scappa un secondo in più, di come in Giappone i calendari dovevano essere mimetizzati causa monopolio di chi li definiva, e qual è il giorno del giudizio.
I miei giochi matematici stavolta hanno una soluzione un po’ più “brutta”, insomma bisogna fare un po’ più di fatica per arrivare alla soluzione: Sara Zucchini ci racconta invece di Maria Gaetana Agnesi, che avrebbe potuto essere la prima professoressa universitaria di matematica se non avesse deciso di prendere un’altra strada.

Rudi Mathematici, La matematica dei calendari, allegato a Gazzetta dello Sport e Corriere della Sera, €6.99 più il prezzo del giornale.