Archivi annuali: 2022

National Security in the New World Order (ebook)

copertina La coppia Monti-Wacks ritorna con questo nuovo libro sulla “sicurezza nazionale”, nel quale raccontano come il concetto non sia affatto moderno – anche se ai tempi della Roma imperiale la “sicurezza” spesso era più nei riguardi dell’imperatore che per lo stato… – e soprattutto come sta cambiando. La parte iniziale con l’excursus storico è interessantissima: lo sapevate che i “delatores” erano semplicemente quelli che permettevano di far partire un procedimento penale, “portando (informazioni) riguardo (a qualcuno)”? Ma non certo inferiore è la parte moderna e contemporanea, dove vediamo come non solo il concetto di sicurezza nazionale è piuttosto ambiguo in punta di diritto ma soprattutto capiamo cosa significa in pratica lo spostamento dagli stati sovrani alle Big Tech della gestione della sicurezza nazionale. Si può essere o meno d’accordo con gli autori quando tirano l’acqua al loro mulino e affermano che La sicurezza nazionale deve diventare una parte riconosciuta del sistema legale, liberandosi della sua veste politica; ma è difficile negare che mentre la democrazia nasce come una delega di potere dal cittadino allo stato, attualmente abbiamo un’inquietante trasferimento di potere, che erode il contrasto tra democrazie liberali e regimi autoritari.

(Andrea Monti e Raymond Wacks, National Security in the New World Order : Government and the Technology of Information, Routledge 2021, pag. 180, € 25,40, ISBN 9780367809713 (cartaceo) )

Troppa sicurezza fa male

La mia banca (online) è stata assorbita da un’altra banca, il che significa che ho dovuto cambiare app e ricominciare tutta la trafila. Mi ero preparato in anticipo i nuovi codici di accesso, e mercoledì ho provato a entrare. Il sistema accetta codice utente e pin, e mi dice che mi ha mandato la One Time Password via SMS. Non vedo nulla. Richiedo l’OTP: continua a non arrivare nulla. Con un po’ di fatica riesco ad arrivare al servizio clienti che mi dice che è un problema del mio operatore, e che non sono il solo. Scrivo al mio operatore (fino all’anno scorso eravamo sotto la stessa struttura, adesso hanno di nuovo separato sviluppo ed esercizio ma comunque siamo sempre cugini) che mi dice che non trova nulla. Oggi richiamo il servizio clienti, che mi dice di fare una ricerca sul nome del mittente degli SMS. Da pc non trovo niente, prendo il telefono e uso l’app nativa Samsung invece che quella mia solita Google… e trovo le OTP!

Cosa era successo? A novembre mi era arrivato un messaggio di phishing con mittente quella banca. Visto che tanto non era la mia banca, l’ho semplicemente indicato come spam per non vederne più. Solo che il controllo antispam sui messaggi è sul nome, e quindi l’app bloccava tutto (senza nemmeno farmeli vedere nella cartella spam, tra l’altro). Ora devo aspettare 24 ore perché dopo tre richieste di OTP c’è un blocco (bah), ma forse ce la farò. Morale della favola? Gli sms con mittente non numerico sono il male, bloccare troppa roba non è a volte una grande idea, ma soprattutto le applicazioni di SMS fanno schifo.

Dal mondo reale

Mi si è rotta una stanghetta degli occhiali, e quindi sono passato dall’ottico sotto casa per ordinarne un’altra. In negozio c’erano altre tre persone, una parecchio anziana e due della mia età o poco più che (s)parlavano di Giuliano Amato. Uno di loro, con molta sicurezza, affermava che guadagnava 45.000 euro al mese e ora che è diventato presidente della Corte Costituzionale ne prenderà altri 12.000, sempre al mese.

Io non ho idea di quanto effettivamente guadagni il dottor Sottile. Però, anche senza andare a leggere Wikipedia, mi era abbastanza chiaro che i 12000 euro non erano la differenza tra un giudice costituzionale “semplice” e il presidente; quindi non si sarebbe preso quei soldi in più. (Per i curiosi, un giudice costituzionale guadagna 360000 euro lordi l’anno che fanno 12600 euro al mese, e il presidente ha un quinto in più).

Ma tanto è una campagna persa, inutile anche solo commentare.

Ultimo aggiornamento: 2022-02-17 11:02

Due no a due referendum

Io sono solo un costituzionalista da tastiera, ma l’avevo scritto sei mesi fa: per come era stato preparato il quesito referendario sul referendum per l’eutanasia, sarebbe stato ben difficile un ok della Consulta. Il punto è che la legge che sarebbe risultata in caso di vittoria dei SÌ non avrebbe semplicemente legalizzato il suicidio assistito, ma avrebbe anche portato alla possibilità di un omicidio di un consenziente, il che è una cosa ben diversa.

Mi sarei invece aspettato l’ammettibilità del referendum sulla liberalizzazione della cannabis, ma in effetti la spiegazione di Amato pare sensata: il taglio anche solo della singola parola “coltiva” avrebbe lasciato aperta la porta – almeno teoricamente – a tutta una serie di droghe molto più pesanti della cannabis. In effetti mi chiedo se non sarebbe stato molto più semplice proporre di togliere dalla tabella I dell’articolo 14 di quella legge l’inciso « 6) i tetraidrocannabinoli e i loro analoghi;» ma magari anche in quel caso ci sarebbero state droghe non leggere liberalizzate. (Per completezza: sempre tecnicamente parlando io leggo il quesito referendario come “potrò coltivarmi la cannabis ma non cederla”, ma sono appunto un costituzionalista da tastiera).

Ma il problema dei referendum italiani è proprio questo. Un referendum abrogativo deve per definizione togliere qualcosa, e non è detto che sia possibile farlo in modo così preciso come si dice di voler fare. (Poi nessuno mi toglie dalla testa il pensiero che non solo Magi e i radicali sapessero esattamente che sarebbe finita così, ma siano andati volontariamente giù di accetta e non abbiano cercato una formulazione con qualche possibilità in più di passare il vaglio della Corte Costituzionale, ma io sono un peccatore malpensante). La Corte ha già affermato che una legge sul fine vita ci vuole, ma come non può farla lei non può nemmeno permettere che sia qualcosa di completamente diverso. Dovrebbe essere il Parlamento a scrivere una legge, in modo da aggiungere e togliere quello che serve. Il Parlamento non ha intenzione di farlo? La colpa è nostra che votiamo le persone sbagliate. Punto.

Il servizio clienti di ibs.it è davvero ottimo

Ho deciso di creare una nuova categoria di post, dove parlerò bene di qualcuno o qualcosa. In passato mi è capitato di farlo, ma forse è meglio rendere più visibili questi testi. Inauguro la categoria parlando del servizio clienti ibs.it.

Ho dei lontani ricordi di un servizio non dei migliori, e in effetti avevo quasi smesso di comprare online da loro, ricominciando dall’anno scorso. Tanto per essere chiari, il problema non era sui tempi di consegna: è raro che un libro mi serva immediatamente. Con il libro della scorsa settimana – alla fine sono anche riuscito a capire con il corriere cosa è successo, e la copia originaria è alla fine tornata indietro al mittente – ho avuto uno scambio di mail rapidissimo e sempre al punto, con più persone diverse. L’attenzione al cliente (io) è stata davvero favolosa, direi anche migliore di quella Amazon che ultimamente è un po’ declinata: insomma è possibile fare le cose bene anche da noi.

SDA: quando ci sarà la rivoluzione…

Ricordate la presa per i fondelli della scorsa settimana? Bene. Venerdì mattina, mentre Anna e io eravamo a fare la spesa, mi telefona il corriere dicendo che non rispondeva nessuno a casa. “Nessun problema”, dico io, “citofoni al vicino che ha questo codice, tanto è un libretto”. Torno a casa, passo dal vicino che mi dice “no, non ha chiamato nessuno”. Guardo giù nell’atrio, se per caso ha lasciato il pacchetto lì: niente. Nel pomeriggio mi arriva un altro pacco SDA ben più pesante, ma il corriere dice “no, stamattina non ho portato nulla”.

Bene: vado sul sito SDA, compilo la lettera di reclamo, e mi arriva immediatamente una mail:

“Gentile cliente,
se hai bisogno di informazioni sulla tracciatura di una spedizione o effettuare lo svincolo per destinatario assente tramite sistema, chiama il Numero verde 800.33.66.22.”

Ieri mattina telefono al numero verde, smadonno a sufficienza per pronunciare il numero di spedizione – compresa una h: al secondo tentativo ti dicono che puoi dire “hotel” ma tanto ce ne sono voluti quattro per farmi capire, nonostante io abbia lavorato sul riconoscimento del parlato e quindi so bene come pronunciare – per sentirmi dire “il pacco è stato consegnato”. Ho poi provato a chiamare il numero del corriere, che mi ha detto “come fa ad avere il mio numero?” (perché mi hai chiamato tu, sveglia).

Premesso che dopo un rapidissimo scambio di mail IBS mi rimanda un’altra copia del libro, le mie domande sono molto semplici. (a) Perché il libro è stato indicato come “consegnato”? (b) Perché non è possibile parlare con nessuno in SDA?

Ce li stiamo giocando tutti

In giro per Milano: un bel 30% di gente ancora con la mascherina, compresi dei giovani. La schiavitù mentale è più forte di quella legislativa.

Che una cosa come questa la dica Diego Fusaro è una non-notizia, e infatti non avevo nemmeno perso tempo a commentarla. Che la dica Enrico Ruggeri, oltre a farci ricordare che è sempre meglio seguire una persona solo nei campi in cui esperta, merita due parole in più.

Io ho dei grossi dubbi sull’utilità pratica di indossare mascherine all’aperto quando si va in giro, a meno che non ci si trovi in una ressa e quindi si stia vicino alle stesse persone per un po’ di tempo. Questo significa che venerdì mattina ho immediatamente smesso di portarla, e finalmente posso di nuovo vedere cosa c’è intorno a me. (Avete presente gli occhiali appannati?) Ma se qualcuno continua a portare la mascherina quando non c’è obbligo a me non cambia la vita né in un senso né nell’altro. Evidentemente c’è invece gente che ritiene di dover diffondere il suo Verbo, dando dell’imbecille agli altri.