Archivi annuali: 2022

L’alfabeto della scienza (libro)

copertina Con queste ventisei storie, una per lettera dell’alfabeto – con qualche licenza poetica… – Giuseppe Mussardo traccia una storia della scienza moderna. Abbiamo una preponderanza di fisici, ma la cosa ci può stare visto che Mussardo è anch’egli fisico. Non pensate a biografie vere e proprie, anche se ci sono cenni sulla vita di tutti i protagonisti: in genere l’autore parte da un punto focale della loro vita e costruisce il suo racconto a partire da lì. Le illustrazioni di Debora Gregorio sono un ottimo complemento al testo, che si legge davvero con piacere.

(Giuseppe Mussardo, L’alfabeto della scienza : Da Abel a Zero assoluto 26 storie di ordinaria genialità, Dedalo 2020, pag. 320, € 17, ISBN 9788822068897)

Secondi lavori per i politici

Leggo via Good Morning Italia che data la crisi ucraina Matteo Renzi si è dimesso con effetto immediato dal CdA di Delimobil, la maggiore azienda russa di car sharing. Altre dimissioni eccellenti sono quelle di Esko Aho (ex premier finlandese) dal CdA di Sberbank e di Christian Kern (ex premier austriaco) dal CdA delle ferrovie russe. Tutta il mondo, o almeno l’Europa, è paese e i politici sono sempre pronti a trovare posti lautamente retribuiti in grandi aziende? Beh, no.

Se diamo credito a quanto scrive Wikipedia, sia Aho che Kern si sono ritirati dalla politica attiva. Nessuno di noi è tanto ingenuo da pensare che la loro cooptazione in quei consigli d’amministrazione sia solamente legata alle loro capacità – anche se Kern prima di entrare in politica lavorava in quel ramo – e non al fatto che abbiano ancora tanti amici e conoscenti nel mondo politico. Però almeno formalmente le cose stanno così. La stessa cosa accade negli USA, per dire: un ex presidente guadagna molto di più dopo il termine del suo mandato ma resta la norma non scritta che non può più fare politica attiva.

Renzi no. Continua a essere senatore e capo del suo partitello. La vedete ora la differenza?

Ultimo aggiornamento: 2022-02-25 11:32

Quad9

Uno dei punti più fragili di Internet è sicuramente il DNS, il servizio che ci permette di scrivere per esempio https://xmau.com/ e arrivare al mio sito. Non solo la struttura del DNS è strettamente gerarchica con una decina o giù di lì di punti di partenza globali, ma soprattutto è possibile che il DNS resolver di default, cioè il servizio fornito dal nostro provider Internet per andare a fare le richieste DNS, impedisca di raggiungere alcuni siti che il provider stesso ritiene non validi (o illegali: in questo caso è la magistratura che impone ai service provider di farlo). Ecco dunque perché molta gente, almeno sui PC desktop dove la cosa è più semplice, usano altri resolver come per esempio 8.8.8.8 (quello di Google).

Certo però che usare 8.8.8.8 vuol dire legarsi ancora di più a Google, e magari questo non piace. Si può allora usare 208.67.222.222 (openDNS, cioè Cisco) oppure 1.1.1.1 (Cloudflare). Ma Valerio Perticone mi ha fatto conoscere Quad9, che ovviamente ha indirizzo 9.9.9.9 e afferma di essere nato pensando alla privacy. Vero o falso che sia, è sempre utile avere qualche altra possibilità in più!

inflazione

A gennaio l’inflazione ha sfiorato il 5% su base annua (o magari l’ha anche superato, dipende dall’indice scelto), con una crescita dell’1,6% in un mese. Certo, il rialzo dei prezzi dell’energia conta moltissimo, ma quei costi si stanno ripercuotendo anche sui beni di prima necessità.

Certo, qualcuno può pensare che questi tassi siano bazzecole rispetto a quelli degli anni ’70, quando si viaggiava intorno al 20% annuo: ma c’è una grande differenza. Se guardate le serie storiche dell’inflazione e dei BOT a 12 mesi, si vedrà che questi ultimi davano un rendimento netto positivo. In pratica la lira si indeboliva rispetto alle altre monete, ma chi aveva soldi da parte riusciva a guadagnarci comunque. Invece l’ultima asta dei BOT ha avuto – come del resto immagino le precedenti – un rendimento negativo: in pratica lo Stato risparmiava sui prestiti in valore assoluto, senza contare il deprezzamento del denaro causa inflazione. D’accordo, questa mia analisi è davvero semplicistica: però è un fatto che questa inflazione mi pare molto più pericolosa di quella di mezzo secolo fa.

Un mese senza Facebook

Ieri sono entrato in Facebook. Il mio precedente accesso risaliva al 21 gennaio, un mese prima. Come mai? Per prima cosa, rassicuro i miei ventun lettori: non sono mai stato bannato, né penso di avere mai nemmeno uno shadowban (non sapete cosa sia? ve lo spiego la prossima volta). Nulla di strano, considerando il modo in cui io scrivo e quello che inviavo dal blog. Insomma non c’era nulla che mi impedisse fisicamente di scrivere. Però…

Quello che però è successo è che il 22 gennaio Facebook ha deciso che io ero entrato a far parte del loro programma di protezione (Facebook Protect), come avevo scritto qui a suo tempo, e quindi sarei stato costretto a usare l’autenticazione a due fattori. A questo punto mi sono arrabbiato con Zuckerberg, visto che pensa che io non sono abbastanza importante per assegnarmi la spunta blu ma lo sono a sufficienza per farmi perdere tempo, e quindi ho detto “vediamo che succede se sto un mese senza entrare”. Sì, lo so che della mia singola utenza non gliene può importare di meno. E con ciò?

Non solo sono sopravvissuto, e su questo non avevo dubbi, ma dopo qualche giorno non mi veniva nemmeno in mente di accedere al sito, e questa è una cosa che non prevedevo affatto e che mi rende parecchio contento. Poi è chiaro che ci sono problemi pratici a decidere di abbandonare una piattaforma come Facebook: si perdono i contatti con un bel po’ di gente che pensa che Internet sia solo quello e si perdono alcuni gruppi (di solito chiusi) che hanno un contenuto non nullo. D’altra parte c’è un lato positivo: posso perdere tempo a leggere cose inutili da altre parti :-) (sì, tanto il tempo lo perdo comunque) Alla fine sto meditando di fare un accesso la settimana, che mi pare un compromesso decente anche se non so quanto equo. Le discussioni le perderò comunque, ma forse le cose importanti percoleranno comunque: almeno lo spero. Vedremo che succederà.

A cheapnet.it ci sono brave persone

Tanti anni fa io avevo una linea ADSL “nuda”, cioè senza numero telefonico associato. Avevo così fatto un contratto con Cheapnet per avere un numero VOIP. Non che telefonassi così tanto: all’atto pratico dovevo ricaricare sei euro ogni sei mesi per mantenere il numero.

Quando sono passato alla fibra, mi è stato (purtroppo) assegnato un numero telefonico: purtroppo perché essendo stato riciclato continuavo ad avere chiamate commerciali fino a che non ho deciso di togliere fisicamente il telefono. Però per qualche anno ho continuato a tenere in vita il numero voip, fino a che a dicembre ho deciso di lasciar perdere. Qualche giorno dopo sono stato contattato dal call center Cheapnet, a cui ho confermato la mia volontà di chiudere l’abbonamento, al che la signora ha commentato “però ha un po’ di soldi nel conto: scriva una PEC ufficiale che glieli saranno rimborsati”. Ho ringraziato, ho scritto la PEC indicando un conto che usiamo solo per gestire la cassetta di sicurezza e non ci ho pensato più. L’altro giorno ho aperto il sito dell’altra banca e in effetti c’era un loro bonifico.

Immagino che siano stati tenuti dei soldi per le spese di chiusura conto telefonico, ma dal mio punto di vista la cosa è irrilevante, visto che avevo già dato per persi tutti quei soldi (che comunque erano qualche decina di euro, non pensate chissà che). Mi sembra il minimo lodare pubblicamente Cheapnet – anzi per correttezza CWNET Srl, che è il nome dell’azienda che gestisce Cheapnet: in un mondo dove sembra che l’unica ragione sociale sia fregare l’utente è bello scoprire che non è sempre così.

Chiamatemi pi greco, il mio nuovo libro

Il prossimo giovedì sarà pubblicato Chiamatemi pi greco, l’ultima mia fatica letteraria, per i tipi di Dedalo. (No, non è che io abbia tradito Codice: semplicemente il testo è pensato per un pubblico più giovane, anche se non è che gli adulti lo troveranno semplicistico!)

Ci sono parecchi libri che parlano di pi greco, anche in italiano. Perché allora ne ho scritto un altro? La risposta è semplice: perché volevo fare qualcosa di diverso da quanto esisteva. Il pi greco è un numero affascinante non solo perché ha una storia plurimillenaria, ma anche perché questa storia è sparsa per tutto il mondo. La matematica che insegnano a scuola è centrata sul Mediterraneo, ma troviamo metodi e algoritmi cinesi e indiani che erano migliori di quelli greci e arabi. Inoltre studiare le approssimazioni trovate nel corso dei secoli permette di fare implicitamente una storia non solo della matematica, ma anche dell’informatica teorica. Chiaramente non ho potuto entrare nel dettaglio, ma credo che il lettore si potrà fare un’idea di argomenti che non entrano nel curriculum scolastico ma sono estremamente importanti nello sviluppo tecnologico attuale. E poi, a parte tutto questo, ho mantenuto un tono abbastanza scanzonato: bisogna anche divertirsi a leggere la storia di questo numero, lasciando per una volta ai matematici veri la necessità di dimostrare accuratamente tutto quello che ho raccontato. Non mancano ovviamente le curiosità che riguardano il pi greco: forse ne conoscete alcune, ma ce ne sono altre che hanno stupito anche me quando sono andato a caccia di materiale per la preparazione del testo. Alla fine della lettura potrete dire di conoscere uno dei numeri più sfuggenti della storia!

Quizzino della domenica: Lettere cartacee

Negli anni ’70 del secolo scorso due pensionate, una olandese e una statunitense, si scrivevano lettere (di carta, mica c’era Internet per tutti!) raccontandosi le avventure dei propri nipoti. Avevano però un problema: la prima di solito scriveva la data in formato gg-mm-aaaa, la seconda invece in formato mm-gg-aaaa e nessuna si ricordava mai qual era il modo in cui l’altra l’aveva letta. A questo punto, per tagliare la testa al toro, decisero di scriversi solo in date che non potessero essere confuse, come il 29-09 (o 09-29, se siete americani). Qual è il massimo numero di giorni consecutivi in cui potranno scriversi?

(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p569.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema da Jaume Sués Caula, Giochi di ingegno per esercitare il cervello, Armenia 2017, problema 92; immagine da FreeSVG.)

Ultimo aggiornamento: 2022-02-20 12:18