Archivi annuali: 2022

Bucha e Occam

I russi dicono che il video girato a Bucha è un falso creato per gettare discredito sulle truppe russe. Non sono in grado di valutare le controdeduzioni. Però, leggendo le affermazioni russe, una cosa la posso dire. Se quel video fosse stato girato apposta e ci sono voluti quattro giorni per pubblicarlo, secondo voi è possibile che nessuno si sia accorto del commediante che ha fatto ciaociao con la manina e quindi non si sia girato nuovamente il video?

Ultimo aggiornamento: 2022-04-05 11:00

Mai fidarsi delle fonti!

È stato trovato il primo errore in Chiamatemi pi greco. Il mio amico Davide mi ha scritto facendomi notare che la frase mnemonica di Bruno D’Amore e Paolo Oliva,

«Ciò è bene e bello ricordare, ma sempre anche quell’infinito ripetersi occorre accettare. Chi ha più passione vuol sapere il rapido modo per far imparare del pi lontana ulteriore cifra»

è sbagliata. Infatti il numero che recita non è 3,141592653589… ma 3,14159265589… e bisognerebbe scrivere “sempre anche che quell’infinito…”. Tra una maledizione e l’altra vado su Wikisource, dove avevo copincollato la frase, e vedo che anche lì manca la paroletta di tre lettere. Correggo la voce su Wikisource, e subito mi arriva un messaggio che mi dice “perché hai modificato la voce? Il testo è quello corretto, come puoi vedere qui”. Il “qui” era il mio libro :-)

Spiego qual è il problema dal punto di vista della mnemonica e aggiungo “Guarda, la fonte originale è il libro del 1994 Numeri che avevo preso in prestito l’anno scorso dalla biblioteca, senza fare troppo caso alla frase perché tanto sapevo di poterla copincollare da Wikiquote. Lo riprendo in prestito e controllo.” Ho fatto così, e il risultato è quello mostrato nella foto in cima al post: la paroletta mancava pure nell’originale.

Risultato finale: su Wikiquote si metterà una nota che avvisa il lettore che la versione stampata non è quella corretta. Il mio libro resterà con l’errore, purtroppo, sperando che non siano in tanti altri ad accorgersene. Però ho avuto una lezione: mai, MAI fidarsi di una fonte senza prima fare un controllo incrociato…

The Exiles (ebook)

[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing]

The Exiles è un classico juvenile (o come dicono adesso, YA): vale a dire che ha un ritmo veloce, i personaggi principali sono adolescenti che devono sopravvivere a un ambiente ostile – in questo caso preparato apposta – e c’è l’inizio di qualcosa che potremmo chiamare storia d’amore. Se è il tipo di libri che vi piacciono, il libro è ottimo: ricordatevi solo che sarà il primo volume di una saga, e quindi termina con un cliffhanger e ci sono alcune sottostorie che rimangono un po’ appese e immagino saranno sviluppate negli episodi seguenti.

Nelle note negative, ho trovato i primi due capitoli piuttosto fuorvianti. Saphena Stebbins, la voce narrante, è presentata in modo completamente diverso da quello che farà nel corso del libro; inoltre, mentre la preparazione dei suoi compagni si rivelerà utile nelle prove che devono compiere, l’abilità principale di Saphena – riconoscere la presumibile ascendenza delle persone – è del tutto inutile. Insomma, non si capisce questa differenza nello sviluppo dei candidati. Dopo aver letto l’ultima pagina posso immaginare che la sua abilità potrà rivelarsi utile nel sequel, ma per il momento continuo a sentire qualcosa che non va…

Truppe d’assalto a Wikipedia

Dopo il caso Orsini è arrivata la nuova campagna contro la fascistissima Wikipedia. Da mercoledì sera la casella di posta dei comunicati di Wikimedia Italia ha ricevuto questi messaggi.


– Stefano V.:
Salve, leggo che Wikipedia è un Enciclopedia libera, quindi mi spiega perché della porcata sulla pagina della Strage di Odessa? Perché dopo 8 anni avete cambiato proprio ora? Ha una spiegazione a questo?


– E. Bosisio:

Buonasera,

Ritengo vergognosa la manomissione della pagina Wikipedia riguardante il rogo avvenuto nel 2014 nel palazzo dei sindacati ad Odessa.

Sono stati rimossi i riferimenti ai carnefici, cioè i gruppi paramilitari nazionalisti e nazisti ucraini, che poi influenzeranno la vita politica del paese.

Spero venga ristabilita la verità nella pagina.


– Rossella C.:

Vergognatevi


– vitojc.:

Reclamo in allegato: hanno manipolato la Vostra pagina. Non riceverete più contributi se mantenete e continuate falsificazioni storiche. [l’allegato è un’immagine con doppio screenshot della voce, “prima” e “dopo”]


Il tutto a quanto ho capito è partito da un post Facebook di La fionda, ripreso da L’antidiplomatico.

Cosa è successo? Per avere un’idea, ecco alcune versioni della voce.

prima versione, novembre 2020, con il nome “Rogo di Odessa” (e non certo filoucraina)

aprile 2021, subito prima della sua rinomina, fatta senza nessuna discussione da un utente con la motivazione “Rinomino in strage, come viene riportata su numerose fonti attendibili”; le fonti diverse nella voce erano tre e usavano rispettivamente “strage”, “rogo”, “incendio”. (differenze)

Fine 2021, prima dell’escalation che poi ha portato all’attacco russo (differenze)

21 marzo 2022, prima di un’aggiunta di altre notizie e del ritorno al nome originale. (differenze)

versione del 30 marzo 2022, quella attuale al momento in cui scrivo (differenze)

Insomma: è un po’ difficile affermare che in otto anni si è cambiato solo ora, visto che la voce ha due anni e che aveva preso quel nome dieci anni fa. Nella versione attuale, qualunque sia il titolo della voce, a me pare che siano chiare le responsabilità dell’Ucraina nel cercare di insabbiare l’operato dei neonazisti, e il Pravyj Sektor è regolarmente citato. Ma non vale la pena spiegare le cose ai signori di cui sopra, che non credo abbiano alcun interesse a leggere davvero cosa c’è scritto: altrimenti si sarebbero accorti che nella pagina web dove si trova l’indirizzo a cui mi stanno scrivendo è specificato che Wikimedia Italia non ha alcun controllo sulla voce. (Non starete mica pensando che ci sia qualcuno che dica “scrivete a press, così vi farete ascoltare!”?)

Un’ultima chicca. Non sono molte le versioni di Wikipedia che hanno una voce al riguardo, anche quella inglese ne parla all’interno degli scontri del 2014. Però c’è quella russa, che si intitola Пожар в Одесском доме профсоюзов, cioè incendio al palazzo dei sindacati di Odessa. Evidentemente i nazisti si sono infiltrati anche lì, con la scusa che la Russia sta bloccando l’accesso a Wikipedia lasciando liberi i nazisti russofoni all’estero di vandalizzarla…

aggiornamento: (7 aprile) stanotte alle 2:20 ha scritto all’indirizzo di Wikimedia Italia un tal “ivan tighi” (google non mi ha dato nessuna occorrenza, quindi scrivere nome-e-cognome non dovrebbe essere un problema di violazione di privacy) cominciando con “Caro Jimmy,” (e scrivendo in italiano, ça va sans dire). Magari capite perché non rispondo nemmeno più: se uno è convinto di scrivere direttamente alla Wikimedia Foundation è inutile cercare di spiegargli come funzionano le cose.

Ultimo aggiornamento: 2022-04-07 08:45

Troppi Roosevelt per il giornalismo italiano

No, non ho ancora capito cosa voglia fare Meta con le biografie femminili. Prima o poi dovrò partire dalla fonte e cercare altre informazioni. Stamattina ho solo trovato roba in italiano più o meno scopiazzata e tradotta. La migliore però è sicuramente quella su ItalianTech, quindi gruppo GEDI, da cui ho tratto l’estratto in figura, che riporto qui sotto:

Secondo quanto raccontato, per Fan si trattava anche di un problema personale: in terza elementare le fu chiesto di scrivere un saggio su una figura storica cui fosse dedicato un libro presente nella biblioteca della scuola. Avrebbe voluto farlo su Eleanor Roosevelt, ma non essendoci libri su di lei, fu in qualche modo costretta a parlare del marito Theodore, 26esimo presidente degli Stati Uniti. Se accadesse oggi, gli studenti consulterebbero Wikipedia. E probabilmente si troverebbero di fronte allo stesso problema.

Ora, non mi è stato necessario aprire Wikipedia per sapere che Eleanore Roosevelt era la moglie di Franklin Delano Roosevelt, il trentaduesimo presidente USA, e non di Theodore Roosevelt. Che ha fatto Emanuele Capone? Così ad occhio ha preso l’articolo di Meta, dove Fan scrive

When I was in third grade, I was assigned to write an essay about a historical figure, and the only requirement was that the library had to have a book about the person. I wanted to write about Eleanor Roosevelt but had to settle for Teddy Roosevelt.

La prima frase è la traduzione letterale del testo di Fan. L’ultima è dettata da quelle che mi paiono essere le linee guida ufficiose attuali della stampa mainstream: fare come al solito Wikipedia bashing, ma in modo più sottile di qualche anno fa. (A onore di Capone, alla fine dell’articolo c’è il link alla voce di Wikipedia su Eleanor Roosevelt :-) ) Per la frase di mezzo, posso immaginare che Capone abbia fatto una ricerca su “Teddy Roosevelt” (non avrà mai visto Una notte al museo…), che almeno a me dà il risultato qui sotto. Il fatto che gli americani abbiano avuto due presidenti Roosevelt, parenti alla lontana, non ha aiutato certo…

Termino con un coming out. Come ho scritto, sapevo che Eleanor Roosevelt era la moglie di Franklin Delano; quello che non sapevo – e che ho appunto letto da Wikipedia… – è che Theodore era suo zio. Insomma, Roosevelt era anche il suo cognome prima di sposarsi. Troppi Roosevelt in questa storia!

Ultimo aggiornamento: 2022-04-01 12:07

Parlare “a titolo personale”

Consiglio a tutti di leggere almeno ogni tanto Global News, il quotidiano cinese in lingua inglese che comunica il punto di vista ufficioso del governo locale. Nessuno vi costringe a cambiare le vostre idee e certi loro commenti, come «Will it be a shame for American politics if repeated “slips of the tongue” by the country’s top leader trigger a crisis that the American people cannot afford?», sono un po’ buffi: ma trovo che spesso il loro punto di vista sia interessante perché diverso da quello che ci troviamo davanti tutti i giorni.

Prendiamo l’editoriale sull’ennesima gaffe di Joe Biden, che non solo ha affermato che Putin non dovrebbe restare al potere ma poi ha specificato che quello era “il suo pensiero personale e non la politica ufficiale statunitense”, sconfessando anche il maldestro tentativo di mettere una toppa da parte della Casa Bianca (“il punto del presidente è che non si può permettere a Putin di esercitare il potere sui suoi vicini o sulle regioni al di là della Russia”). Gli è che io posso esprimere il mio pensiero personale qua per i miei ventun lettori, tanto il mio pensiero – personale o ufficiale che sia – non conta un tubo. Se tu sei il presidente degli Stati Uniti d’America, ma anche se sei il PresConsMin italiano, l’amministratore delegato di un’azienda quotata in borsa o il vescovo di Vattelapesca – non puoi farlo. O dici quella che è la posizione ufficiale della tua corporation o taci. E questo uno come Biden che è in politica da una vita dovrebbe saperlo.

Odissea alle Poste

Ieri io ero a casa in cassa integrazione (o come si dice adesso per edulcorare la pillola, “riduzione di orario per contratto di espansione) e ho pensato di andare finalmente all’ufficio postale di zona per aprire un libretto postale dematerializzato ai gemelli. Naturalmente sono una personcina attenta, quindi mi sono portato tutti i documenti necessari, e soprattutto avevo prenotato un appuntamento alle 9. Arrivo alle 8:55, vedo la solita coda fuori, mi avvicino alla porta… e alle 9 in punto viene chiamato il mio numero. Diamo a Poste cio che è di Poste: dopo la modifica alle prenotazioni, che ora si possono fare solo dopo essere loggati, sapevano che toccava a me, hanno chiamato il mio cognome, mi sono sbracciato e mi hanno aperto. Insomma, alle 9 ero nell’ufficio, dicendo “vi avviso che sarà una cosa lunga”. Sono uscito alle 11:10.

Che è successo in queste due ore abbondanti? Tante cose. Mi dicono che serviva anche la presenza di mia moglie (falso, il sito spiega che basta un genitore che poi sarà l’unico a operare). Scopro che l’anagrafica del mio libretto postale ha l’email errata, codigno anziché codogno: ci credo che non mi arrivassero notifiche. (L’accesso al sito aveva l’email corretta, claro). La tavoletta grafica non prendeva le mie firme, nemmeno dopo il metodo informatico di base (spegni e riaccendi il computer). Per farla funzionare ho dovuto usare il metodo informatico secondario (stacca e riattacca il cavetto). Uno dei due libretti (il secondo, tra l’altro) era stato attivato come libretto smart per maggiorenni, e quindi hanno dovuto ricominciare da capo: in quel momento erano in tre o quattro dipendenti a capire cosa bisognava fare. Nel frattempo arrivava gente che non riusciva a capire che bisognava esibire il greenpass al totem – cosa che in effetti non era semplicissima, l’ho fatto per un signore e non mi è stato semplice metterlo davanti al lettore QR. Mi dicono “l’unico modo per versare è farlo in contanti o con un assegnAHAHAHAH!”, quando poi ho controllato e naturalmente si può fare un bonifico. Poi dicevano “sì, si può aggiungere un IBAN, ma solo quello di un conto postale” (che ho dato), “anzi no, quello non funziona”, tralasciando la banale considerazione che dell’IBAN di partenza dovrebbe importare poco o punto. Vabbè, per fortuna non dovevo fare molte altre cose.

Ah, davanti allo sportello era appeso un cartello che diceva “Forse non lo sai, ma qui puoi sapere tutto su buoni e libretti.” O forse no.