Archivi annuali: 2020

In odium fidei

Leggo sul Post della beatificazione del giudice Rosario Livatino, con una procedura non standard. Tipicamente la chiesa richiede un miracolo per la beatificazione e un altro per la santificazione (i “segni” indicati in fondo a questo articolo di Avvenire), che sono controllati molto attentamente. La motivazione di un’uccisione “in odium fidei” è quella legata al martirio, che in Occidente non è più molto comune nonostante gli attentati fondamentalisti; in questo caso la decisione è stata presa perché la mafia avrebbe ucciso il magistrato, definito incorruttibile proprio perché molto religioso.

Non entro nella scelta della beatificazione, ci mancherebbe altro. QUello che però trovo strano è che mi sarei aspettato che una scelta del genere venisse molto più pubblicizzata dalla Chiesa, in quanto è una presa di posizione molto netta dal punto di vista cattolico. Sappiamo bene che ci sono dei sacerdoti conniventi con mafia, ‘ndrangheta, camorra; occorre che i fedeli sappiano che quella non è la linea ufficiale della Chiesa. Serve anche quello: perché allora non pubblicizzarlo?

Ultimo aggiornamento: 2020-12-23 15:48

Un sito e un raccontino

Cominciamo con il sito. Anzi: qualcosa in più di un sito, perché Forevera Books è un editore che pubblica libri. Di fantascienza. NON di fantasy, ci tengono a far sapere molto chiaramente.

Tra i fondatori di Forevera Books c’è Salvatore Mulliri, che conosco (virtualmente) dai bei tempi di Friendfeed. Il sito, oltre alle presentazioni dei loro libri, contiene anche raccontini di fantascienza (NON di fantasy, se non l’avete ancora capito); a seguito di una call for short stories, ho tirato fuori uno dei miei microracconti, due cartelle e mezzo: Razza di stonati (titolo e immagine sono di Salvatore). Per una volta, non ho usato la matematica come spunto di una storia: ma non garantisco che riusciate a capire lo spunto, almeno fino alla frase finale e forse anche dopo :-)

Buona lettura (non solo del mio raccontino)!

I gradi sono tanti, milioni di milioni

Se leggete questo articolo della Stampa, non trovate nulla di particolare, a parte la chiosa “vuoi vedere che i Magi finirono attratti proprio da questa, e non dalla Cometa di Halley?” che non ha un grande senso (la cometa di Halley passò nel 12 a.C., quindi ben prima delle date possibili per la nascita di Cristo). Del resto, l’ipotesi di una congiunzione stellare e non di una cometa c’era già quando ero ragazzo io. Anche dire “Ma il fenomeno si potrà osservare con in mano il telescopio giusto” è un po’ fuorviante: qui a Milano secondo me non si vede nulla in ogni caso, ma in un posto con meno inquinamento luminoso basta l’occhio nudo per accorgersi dei due pianeti vicini.

Ma come mi ha segnalato Fernando Fiorenzano, questa non era la versione iniziale dell’articolo, che potete trovare su Web Archive. Le differenze? Principalmente due. La prima è che non era indicato da nessuna parte che il post era una scopiazzatura, ehm, ripresa del lancio di agenzia AGI, che oggettivamente era fatta molto meglio; la seconda è che l’ignoto estensore, per mostrare che c’era anche farina del suo sacco, ha aggiunto la frase «inezia tra le migliaia di milioni di miliardi di trilioni di gradi per i quali spazia la nostra capacità di scrutare l’immensità». Forse sono un po’ tanti, non trovate? (E anche immaginando che l’ignoto estensore abbia fatto confusione con le distanze intergalattiche, forse bisognerebbe ricordargli che i pianeti si trovano tutt’al più a qualche miliardo di chilometri di distanza tra di loro…)

Ma a parte i pensieri piuttosto confusi, quello che trovo inqualificabile è che questi articoli vengano modificati silenziosamente, senza nemmeno una frasetta tipo “in una versione precedente dell’articolo era stata inserito un valore errato” che non dice nulla se non la correttezza degli editor. Chissa se tra migliaia di milioni di miliardi di trilioni di modifiche ce ne sarà mai qualcuna evidenziata…

Ultimo aggiornamento: 2021-01-08 21:58

Quizzino della domenica: Catena di domino

Le tessere del domino sono composte da due numeri affiancati, compresi tra 0 e 6. Nel gioco occorre formare una catena dove due tessere possono essere unite solo quando hanno lo stesso numero sui due lati.
Nella figura qui sotto vedete una catena con sette tessere, unite secondo le regole del domino; la cosa interessante è che la somma S dei valori nelle due righe e nelle due colonne è sempre la stessa. Sapete trovare qual è la catena?


i pezzi del domino

(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p488.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema tratto da Louis Thépault, Le chat à six pattes et autres casse-tête.)

The Thrilling Adventures of Lovelace and Babbage (libro)

copertina [Nota: è appena uscita la traduzione italiana, Le mirabolanti avventure di Lovelace e Babbage, tradotta dalla mia amica Marta Maria Casetti. Ma io avevo comprato un anno e mezzo fa l’edizione inglese e ho sfruttato l’occasione per toglierla dallo scaffale e leggerla] Charles Babbage e Ada Lovelace sembrerebbero due personaggi dei fumetti, e infatti Sidney Padua aveva disegnato una breve storia per un Ada Lovelace Day. Ma da cosa nasce cosa, e alla fine è uscito fuori un libro intero (Sidney Padua, The Thrilling Adventures of Lovelace and Babbage : The (Mostly) True Story of the First Computer, Penguin 2016 [2015], pag. 320, Lst 13,99, ISBN 9780141981536). Solo che la storia reale è breve e triste. Ma Padua è fuori come un balcone, e così si è messa a creare un “pocket universe” dove l’Analytic Engine è stato effettivamente costruito e Ada non è morta giovane di cancro, ma ha continuato a lavorare con Babbage, partecipando a mirabolanti avventure dove troviamo di tutto, da Coleridge a George Eliot, da George Boole a Lewis Carroll. Ma questo non sarebbe ancora nulla: in un turbinio di note a piè di pagina e note alla fine del capitolo, Padua spiega per filo e per segno quali sono le sue fonti – molte frasi pronunciate dai protagonisti sono effettivamente loro – e giustifica i suoi anacronismi che nascono per esigenze umoristiche ma non sono mai così lontani dalla realtà da essere del tutto implausibili. Il libro insomma non è solo da gustare per i disegni, ma da leggere da cima a fondo. Imprescindibile.

Pietro Greco

In rete ognuno ha la bolla che si è costruito: la mia bolla oggi sta piangendo l’improvvisa morte di Pietro Greco. Conobbi Pietro nel 2016: l’editore Franco Angeli aveva lanciato una nuova collana di libri di scienza, e in occasione di BookCity aveva organizzato un panel dove abbiamo partecipato entrambi; io come il solito cyaltrone, e lui come giornalista e divulgatore scientifico. Scherzando, diceva che uno dei libri presentati, In viaggio con π, era in fin dei conti “roba sua”: non si chiamava forse P.Greco? (in effetti aveva appena pubblicato Storia di pi greco per Carocci…)

Ma sono state tantissime le cose che ha fatto nel campo della divulgazione. Io lo sentivo spesso a Radio3 Scienza con i suoi Gettoni di scienza; altri l’avranno conosciuto al master di comunicazione scientifica della Sissa di cui è stato condirettore, o nelle mille altre occasioni in cui partecipava a un convegno; oppure avrà letto uno dei suoi trenta e più libri. Neanche un mese fa ho recensito Homo, il suo penultimo libro – ho scoperto che ne aveva già scritto un altro sulla fisica quantistica. Quando l’editore mi ha chiesto se ero interessato a scrivere qualcosa sul libro, ho subito accettato sulla fiducia, sapendo che ci avrei trovato tantissime cose interessanti.

Oltre a tutto questo, Greco era una persona davvero gentile e alla mano, nonostante la sua cultura a tutto campo. È per quello che probabilmente non ha mai avuto la fama che si sarebbe meritato; ormai se non sbraiti in tivvù il grande pubblico non saprà mai nulla di te. Che la terra gli sia lieve.

Ultimo aggiornamento: 2020-12-18 15:48

Le smart features in Google

In questi giorni, se usate Gmail, vi è sicuramente arrivato il popup mostrato qui, che vi chiede se volete usare le “smart feature”. Se gentilmente declinate l’invito, vi arriva una seconda pagina in cui Page&Brin vi chiedono se siete proprio certi di non volere le imperdibili migliorie; confermando il “no grazie”, su Gmail vi appare ancora un invito ad accettarle. (Chiudendo quella finestra per ora sembra terminare lo spam).

La mia più che trentennale esperienza mi permette di dire che quando ci viene chiesto con tanta insistenza qualcosa ci sono due forze in gioco: chi lo fa è obbligato a chiedercelo, e gradirebbe che non lo facessimo. Il blog di Google ha un post dove dice fondamentalmente che tutte queste cose le si poteva già fare (vero: io per esempio avevo tolto le etichette personalizzate). Ma quando io leggo una frase come «That’s why our engineers at the Google Safety Engineering Center in Europe developed Privacy Checkup» so che c’è stato un obbligo dell’Unione Europea: in questo caso direi la direttiva ePrivacy, secondo quello che afferma in una notizia correlata la BBC.

Qualcuno ha mica un bignami di quello che fa? E come mai non ho letto nulla sull’italica stampa?