Archivi annuali: 2019

Instagram and me

Ho un account Instagram da una vita, ma non l’avevo mai usato: la mia religione mi fa stare lontano dai video. Ma si invecchia, e bisogna provare sempre nuove cose. Snapchat è un po’ troppo, ma almeno posso provare a vedere se imparo a presentarmi in video.

Insomma, se vi interessa sapere cosa farò potete andare a cliccare su https://www.instagram.com/puntomaupunto/. No pomodori, sì consigli :-)

La mezza maratona di Trieste e gli africani “proibiti”

Per una volta devo apprezzare Facebook, o meglio la mia bolla personale. La storia degli atleti africani a cui sarebbe stato impedito di partecipare alla mezza maratona del Trieste Running Festival non l’avevo letta su Repubblica (che poi ha anche continuato a parlarne) ma in un gruppo chiuso che aveva citato un sito locale giuliano. Da come il sito aveva presentato la notizia mi ha subito fatto immaginare che la cosa fosse un po’ più complicata: e infatti sempre in quel gruppo c’è stato chi ha spiegato già sabato mattina che non è possibile impedire a un qualsivoglia affiliato di partecipare a una gara, e che semplicemente l’organizzazione aveva deciso di non invitare (cioè “non pagare perché partecipassero”) atleti africani per mancanza di budget. Specifichiamo: i pochi soldi che c’erano, a quanto pare, sono stati usati per invitare atleti europei.

Detto questo, tra notizie, smentite, dietrofront e stracci vari che sono volati mi pare si sia perso un punto. Gli organizzatori avevano affermato di voler dare uno «stop allo sfruttamento di ragazzi tanto veloci quanto sconosciuti, che gareggiano ogni settimana in giro per tutta Europa per gettoni di presenza e premi che per la maggior parte vengono incassati dai manager, quasi tutti italiani.» Le mie domande sono semplici. Perché si dovrebbero ingaggiare “ragazzi veloci ma sconosciuti”? Se sono sconosciuti non portano vantaggi economici, quindi non si vede perché pagarli. Perché non si è detto semplicemente che il budget era troppo risicato? Perché se questi sono veloci e costano di meno non li prendi? A parità di tasso tecnico spendi di meno. D’altra parte posso anche immaginare che ci siano manager che sfruttino questi runner africani, ma non è certo questo il modo per “fare una provocazione” come due giorni dopo gli organizzatori hanno cercato di giustificarsi. A questo proposito, quanti atleti e di che nazionalità sono stati invitati, e a quanto ammonta il loro gettone di presenza? (Penso anche che queste gare siano perlopiù un business tra i peones che pagano per correre e gli sponsor che pagano per far vedere il loro nome, e che quindi gli invitati siano semplicemente la ciliegina sulla torta, ma la cosa è irrilevante). Il guaio è che come al solito sono subito cominciate le risse faziose, senza che nessuno abbia tutte le informazioni a disposizione. Forse stavolta si è riusciti a sapere qualcosa in più, ma ci deve essere un sistema migliore per arrivarci!

Quizzino della domenica: E pluribus unum

Sostituite agli asterischi le cifre da 3 a 9 (1 e 2 ve le ho già messe io, altrimenti il compito diventa davvero improbo!) perché la somma delle tre frazioni qui sotto, ciascuna con un numeratore di una cifra e un denominatore di due cifre, dia esattamente 1. Esiste una sola soluzione, e non è detto che le frazioni siano ridotte ai minimi termini.
[*/12 + */** + */** = 1]

(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p377.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema tratto da Futiliy Closet.)

_Tutto l’universo per chi ha poco spazio-tempo_ (ebook)

Il titolo di questo libro (Sandra Savaglio, Tutto l’universo per chi ha poco spazio tempo, Mondadori 2018, pag. 296, € 10,99 (cartaceo: € 20), ISBN 9788804668947, link Amazon) merita di suo. Su questo non ci sono dubbi. E il testo, invece? Merita anch’esso. Se devo essere puntiglioso, direi che l’introduzione e il penultimo capitolo, quello sulla materia oscura, sono inferiori al resto: non giudicate insomma il libro da come comincia, e non spaventatevi dalla massa di informazioni spesso oscure come la materia omonima. In generale di dati ce ne sono tanti e anche modernissimi, che mi hanno fatto scoprire cose che in questi anni avevo saltato: quello che però è positivo è che non sono buttati lì alla rinfusa, ma fanno parte di un disegno armonico che ci permette di formarci un’immagine non dico chiara – anche gli scienziati spesso non sono mica certi delle loro ipotesi! – ma comunque coerente. Una lettura insomma consigliata per tutti i curiosi e anche per chi troppo curioso non è.

Il marketplace Facebook

Tre anni fa Facebook decise che con un furbofono (o un tablet) non sarebbe più stato possibile vedere i messaggi personali, ma bisognava installare per forza Messenger. Il risultato pratico è che ho cominciato a selezionare la modalità desktop se mi capitava di avere un messaggio in attesa e non ero davanti a un PC: probabilmente non sono stato l’unico a farlo, perché Zuckerberg ha poi preso l’abitudine di indicare l’esistenza di un messaggio… e se ci cliccavi su finivi su Google Play Store a prendere Messenger. Inutile dire che continuo a far finta di nulla. (Ah, a volte ora mi segna due messaggi da leggere. Amen.)

Adesso pare che il messaggio fantasma sia sparito… in compenso è apparsa – almeno su Facebook Lite che ho sul tablet – una nuova notifica, stavolta per il Facebook Marketplace che se non ho capito male è un eBay interno. Ho come il sospetto che prima o poi smetterò del tutto di guardare le notifiche, perché evidentemente sono irrilevanti…

_Carosello. Genio e pubblicità all’italiana_ (ebook)

Carosello è nel cuore di quelli della mia generazione. In questo libro (Marco Melegaro, Carosello : genio e pubblicità all’italiana, Novecento Editore 2017, pag. 256, € 5,99 (cartaceo: € 16), ISBN 9788899316624, link Amazon) Marco Melegaro fa una retrospettiva anno per anno degli spot principali, o almeno di quelli che a suo parere sono stati i più interessanti. La parte migliore del testo è senza dubbio quella delle interviste ai protagonisti dell’epoca: un amarcord che ci dà un’idea di come era diverso allora il mondo. Meno riuscita invece la visione d’assieme del libro, con molte ripetizioni (è forse nato come serie di articoli anno per anno, senza verificare come funzionasse una volta assemblato?) e la resa in epub che è davvero dozzinale.

Salv-Ing-un fa cose

Sempre sulla foto di Salvini con il mitra, ho trovato molto interessante questo commento su un post di Massimo Mantellini:

Raccolgo con diligenza l’invito di Mantellini all’esercizio dell’intelligenza e mi chiedo: c’e’ più’ messaggio d’odio nella foto di un ministro dell’interno che soppesa uno di quei mitra che servono alle forze dell’ordine per difendere Mantellini dai criminali, oppure c’e’ più’ messaggio d’odio in un commento in cui Mantellini copre d’insulti quel ministro dell’interno (senza integrità onestà intellettuale e dignità umana, ingenuo fessacchiotto, bambino dell’asilo, cinico sovvertitore dell’ordine istituzionale…)?

Non entro nel tema dei cosiddetti insulti a Salvini (ma anche a Morisi): ci penserà al limite Massimo. Mi pare infatti molto più interessante entrare nel giudizio sulla foto, «un ministro dell’interno che soppesa uno di quei mitra che servono alle forze dell’ordine per difendere dai criminali». Io non ho nulla in contrario a che un ministro degli interni dia il proprio sostegno anche fotografico a un corpo di polizia, di cui è formalmente il capo. Immagino però che le sue competenze sulle mitragliette siano più o meno pari alle mie: soppesare quel mitra è un’azione che serve unicamente per rafforzare il culto della personalità, come del resto dimostrato dal commentatore qui sopra.

Ecco perché le foto di libri che mi dicono tante persone – anche se nessuna nella mia bolla, che io sappia – hanno postato in risposta alla foto con il mitra non servono a un tubo. Il problema non è il mitra, ma quello che ci sta dietro. È improbabile che spiegare a qualcuno il significato reale di quella foto gli faccia cambiare idea, ma c’è sempre qualche speranza: uno scaffale di libri non sarà neppure visto.

Ultimo aggiornamento: 2019-04-24 10:46

I bonifici di Venerdì Santo

Giovedì scorso mi sono connesso al sito di home banking per fare un bonifico. Il sito non funzionava, nel senso che si caricava solo una parte. Vabbè, mi dico, provo finalmente a usare l’app. App che in effetti funzionava perfettamente, fino a che non ho provato a dare l’ok al bonifico: a questo punto mi dice “impossibile completare l’azione”. Riguardo la schermata, e mi pare tutto a posto: la data della valuta per il destinatario è il giorno successivo, il che significa che mi tolgono i soldi con valuta odierna. Provo a spostare la valuta al martedì dopo Pasqua: niente da fare, sempre errore. A questo punto telefono all’assistenza, e la tipa (non italiana) mi dice che ho sbagliato a mettere quelle date e devo passare al 24 aprile, perché “il sistema interbancario dei bonifici domani il venerdì santo è chiuso”.

Tralasciamo il fatto che è stata l’app a propormi come valuta il 19 aprile, e quindi forse c’è qualche problema di base; tra l’altro stiamo appunto parlando di un’app che può venire aggiornata a piacere, non di un programma vecchio e mai toccato. Tralasciamo anche il fatto che non funzionava nemmeno per il 23 aprile, pur con valuta tolta in data 18: tanto il conto è a interessi zero, sai quanto mi avrebbe cambiato la vita perdere quattro giorni di valuta. Fermiamoci al “venerdì santo chiuso”. Se non ricordo male, il contratto dei bancari considera quel giorno semifestivo, e quindi con chiusura degli sportelli prima di mezzogiorno. Ma per l’appunto le banche sono comunque aperte. Perché invece le transazioni interbancarie sono chiuse? Forse i programmi informatici devono partecipare alla Via Crucis elettronica?