_Monsters University_ (film)

[locandina] Mi ero appena abituato all’idea che i lungometraggi a cartoni animati potessero avere dei sequel, quando ho scoperto che possono anche avere dei prequel, come nel caso di questo Monsters University, la cui trama precede appunto quella di Monsters Inc. La cosa peggiore è che di quest’ultimo (o dovrei dire del primo?) ho solo visto la parte finale a spizzichi e bocconi, il che è la situazione peggiore per perdersi. Non guardavo film Pixar da una vita, ben prima che venisse (ri)comprata dalla Disney, e sono rimasto stupito dal fatto che le scritte del film siano tradotte e non sottotitolate, anche se a ben pensarci fare così costa relativamente poco nell’economia del cartone. Per quanto riguarda la storia, a parte la curiosità di capire perché la maggior parte delle lettere greche nelle fraternities sono rimaste greche e non rifatte, la cosa che ho trovato più impressionante è il vedere detto a chiare lettere che puoi studiare quanto vuoi, ma non è detto che potrai ottenere il tuo scopo (in questo caso spaventare), e che però puoi raggiungere il tuo sogno anche senza avere fatto l’università, con un duro lavoro di squadra. Non so, mi paiono messaggi contrastanti. La frase migliore è la risposta di Mike al capitano dell’altra squadra che, alla vigilia della finale, gli dice sprezzante “Tanto domani voi perderete e nessuno si ricorderà di voi” al che l’altro replica senza batter ciglio “Sì, ma se domani noi vinciamo tutti si ricorderanno di voi”.
Molto tenero il corto iniziale con i due ombrelli, tutto giocato sul vedere espressioni facciali nelle varie cose che si trovano per strada.
(ah, ma volevate una vera recensione? Chiedete allora a Leonardo

padre Paolo dall’Oglio

Sono molto felice che Domenico Quirico sia stato liberato. Sono anche convinto che avesse fatto bene ad andare in Siria a fare l’inviato di guerra: lo so che qui siamo pieno di opinionisti da scrivania, ma ritengo che se non c’è gente che vede le cose in prima persona il giornalismo è severamente menomato. È chiaro che ci sono dei rischi, ma sono sicuro che anche Quirico li conoscesse e abbia fatto una scelta ponderata.
Però non vorrei che ci dimenticassimo di padre dall’Oglio, anche lui rapito in Siria (e chissà, forse morto da mesi: spero di no ma temo di sì). La sua situazione era già prima completamente diversa, e con ogni probabilità si è trovato come ostaggio nel pieno mezzo della guerra civile. Gli operatori di pace saranno anche beati, ma rischiano davvero :-(

Pubblicità nascosta nelle ricerche Google?

No, non sto parlando di risultati sponsorizzati. Quelli si riconoscono.
Semplicemente, da alcuni giorni mi capita che se faccio egosurf col mio “cognome nome” tra i risultati esce fuori https://plus.google.com/+BBCNews‎ . Verificate (così magari vedete se è un problema mio). Inutile dire che BBCNews non parla di me né di miei omonimi (magari cita ogni tanto Lorenzo Codogno, ma appunto non Maurizio. E allora come mai? Mistero.

Attestazione di innocenza

Ho appena sentito la voce di Angelino Alfano che, intervistato a proposito del ricorso di “Silvio Berlusconi contro Italia” a Strasburgo riguardo alla legge Severino, termina affermando che confida che la Corte per i diritti dell’uomo possa finalmente dare al suo capo la meritata “attestazione di innocenza”.
Intendiamoci: i pareri secondo cui quella legge non può essere applicata per condanne a reati commessi prima della sua entrata in vigore non sono manifestatamente infondati, e non vedo nulla di male a ricorrere alla Consulta; è ovvio che stiamo parlando di cavilli giuridici inconcepibili per noi che legulei non siamo, ma in amore in guerra e in tribunale tutto è lecito. Possiamo anche discutere, se proprio volete, sulla logica alla base della legge Severino. Resta però il fatto che tra un mese la Corte d’Appello rimodulerà la parte della sentenza definitiva contro Berlusconi Silvio per quanto riguarda il periodo d’interdizione dai pubblici uffici, e quel periodo è indipendente dalla legge Severino. E soprattutto resta il fatto che Berlusconi Silvio è stato dichiarato colpevole con condanna definitiva, e anche nel migliore (per loro) dei casi la Corte di Strasburgo attesterà al più che potrà ritornare a farsi eleggere dai milioni di italiani che continuano a ritenerlo il più adatto a guidare la nostra nazione.
Ma c’è davvero qualcuno che crede davvero che Berlusconi possa venire dichiarato innocente in un quarto, quinto, settordicesimo grado di processo? (notate che non ho scritto “c’è qualcuno che crede che Berlusconi sia innocente”: di quello ne sono certo) Ecco, è una cosa che mi domando preoccupato.

Quizzino della domenica: contare sulle dita

Come tutti gli informatici sanno, con le cinque dita di una mano si può contare da 0 a 31. Basta considerare i due stati “dito alzato = 1” e “dito abbassato = 0”, e indicare i numeri da 00000 a 11111 in binario. Diciamo che questo è un ottimo esercizio per riuscire a muovere le dita in maniera indipendente.
Il passo successivo è quello di riuscire a contare in maniera non-standard: per esempio, aggiungendo dei vincoli, come il poter muovere solo un numero prefissato di dita ogni volta, cioè “cambiare lo stato”. Se si vuole muovere solo un dito per volta, non ci sono troppi problemi. Se non si vuol muovere nessun dito, non si va molto avanti; ma anche se si vogliono muovere cinque dita per volta non si possono certo ottenere tutte e 32 le configurazioni possibili.
Riuscite a trovare un modo per fare il giro completo muovendo due dita per volta, oppure tre, oppure quattro?
(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p123.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema originale, su spunto di Roberto Corda. Immagine di Dug, da OpenClipArt)

_The Universal Computer_ (libro)

[copertina] Il 2012 è stato il centenario della nascita di Alan Turing, e nell’occasione sono state pubblicate molte opere su di lui. Questo libro (Martin Davis, The Universal Computer : The Road from Leibnitz to Turing, CRC Press 20122 [2000], pag. 216, $29.95, ISBN 978-1-4665-0519-3) in realtà è del 2000, ma Martin Davis l’ha aggiornato in alcune parti, compreso un rapido accenno al programma di computer Watson che nel 2011 vinse una gara del quiz televisivo “Jeopardy”, proprio per l’occasione.
L’approccio di Davis non è esattamente biografico, anche se il testo contiene varie brevi biografie da quella di Leibniz a quella di Turing; il filo conduttore è il raccontare la storia di come l’umanità sia arrivata a definire il concetto di computazione in modo indipendente dalla mente umana: si parte appunto dall’intuizione un po’ naif di Leibniz, che sperava che con un “calculemus!” si potessero appianare le controversie, alla prima formulazione specifica di Boole, al tentativo di Frege fatto crollare da Russell di sistematizzare tutta l’aritmetica, alla grande struttura immaginata da Hilbert di cui Gödel minó definitivamente le fondamenta, alle applicazioni pratiche delle teorie di Turing sulla computazione che sono alla base dei nostri attuali computer. (Davis è uno dei piú accaniti sostenitori della preminenza di Turing rispetto a von Neumann a riguardo della nascita dell’informatica, per la cronaca).
Il libro contiene un po’ di formule di logica matematica, che però non sono troppo ostiche da seguire anche senza una formazione specifica: non preoccupatevi, non ci sono dimostrazioni. La lettura resta molto scorrevole e chiara, e ci sono moltissime note a fne testo per chi volesse approfondire gli argomenti: insomma é altamente consigliabile non solo agli appassionati ma anche ai semplici curiosi. L’unica pecca che trovo è che Davis non perde occasione di farci sapere che in un modo o nell’altro ha avuto a che fare con tutti i matematici dello scorso secolo…

Test: la mia nazionalità interiore

Via il sergente Isabel Zanisky ho recuperato questo test, che con trentun domande di tipo sì/no dovrebbe dirti qual è la tua nazionalità interiore.
Il risultato è stato “Repubblica serba”. Fate voi. (In realtà, considerando che per esempio ho risposto di no alla domanda “orgoglio nazionale”, mi sa che avrebbero dovuto aggiungere la voce “apolide”.
La cosa interessante, rispetto ai soliti test, è che questo è russo, come si vede non solo dalla pagina (mannò), ma anche dal fatto che per esempio considera tra le nazioni “Cipro nord”, che da noi è sempre dimenticata… Per il resto, parliamone (davvero in Svezia il 13% della gente trova giustificabile dare una stecca ai poliziotti?)

Una gita a… l’Acquario di Genova

Per festeggiare il compleanno degli ormai quattrenni, martedì 20 Anna e io li abbiamo portati a Genova, per vedere l’acquario. Diciamo che ci sono ampi, amplissimi margini di miglioramento. Il problema non sono stati i giovini, che hanno avuto un’autonomia di un’ottantina di minuti prima di iniziare a lamentarsi di avere fame. Il problema è stato tutto il resto.
Abbiamo già avuto qualche problema uscendo da Brignole a trovare la fermata del bus (e ancora grazie che stiano ancora circolando, mi sa). Anzi abbiamo avuto problemi a trovarli, i biglietti del bus: il giornalaio della stazione ci ha guardato male dicendo che non li vendeva, e alla mia domanda “e perché allora lí fuori avete l’adesivo dell’APT?” la sua risposta, comunicataci con la tipica affabilità ligure, è stata “dobbiamo toglierlo”. Arrivati al Porto Antico la coda in biglietteria era incredibile, ma questo non era un nostro problema, avendo noi preso i biglietti coi punti Fìdaty dell’Esselunga. In compenso, una volta entrati, ci siamo trovati un’altra coda. Troppa gente che doveva entrare? Macché. C’erano le forche caudine di una strettoia apposita per far fare le foto ai bambini su un enorme peluche. Alla nostra frase “niente foto, grazie” la tipa ha anche osato cammentare “ma poi non dovete mica ritirare la foto!”
Ma tutto l’acquario è una macchina per estorcere soldi ai genitori. Come è altrimenti possibile avere a metà del percorso, in perfetto stile autogrill, un altro passaggio obbligato con un negozio di chincaglierie varie? Il tutto in un posto il cui biglietto costa comunque 25 euro, e con un bel cartello che mette in chiaro che solo perché sono in ritardo con il nuovo padiglione allora hanno deciso di rimandare l’aumento previsto (poi non ho ben capito se questa nuova vasca per i delfini c’era o no). Ora, io non entro nel merito del costo del biglietto, non avendo idea di quali siano i costi di gestione: ma quelle piccinerie mi sembrano davvero fuori luogo. Aggiungiamo poi che il pubblico – indipendentemente dalla nazionalità – si comporta come una massa informe e soprattutto che non intende affatto rendersi conto dell’esistenza di altre persone. Davanti alle vasche c’era sempre un muro di adulti che ritenevano loro diritto acquisito con il biglietto quello di appiccicarsi al vetro per fotografare e filmare i pesci; il che significa che i bimbi non potevano farsi spazio sotto di loro. Io che sono molto pragmatico metterei delle belle mensole sporgenti ad altezza 120-130 centimetri, in modo che rimanga fisicamente impossibile attaccarsi troppo al vetro e resti spazio per i bimbi, ma ho il dubbio che suggerimenti simili possano venire accolti…
Un suggerimento più fattibile è quello di non rimanere senza guide cartacee. Per noi, che volevamo semplicemente qualcosa da far poi vedere ai bimbi come debriefing, prenderla in inglese invece che in italiano è cambiato poco; ma se c’è così bisogno di fondi meglio essere pronti, no?
(Vabbè, inutile dire che più che l’acquario io sono stato a guardare i due quattrenni, ma quello lo sapevo in anticipo :) )