Moratoria libraria?

Al Salone del libro mi sono limitato: ho comprato due soli libri, quello del mio amico Achille Varzi sulle tribolazioni del filosofare (scritto in terzine dantesche, come farne a meno?) e La scienza dal giocattolaio che è troppo carino anche esteticamente. Persino il mio compleanno è passato senza troppi danni. Ma il mio scaffale di libri da leggere è tracimato su un secondo scaffale, e sto solo parlando dei libri cartacei: quelli in formato elettronico che mi sono procurato sono così tanti che ho fatto un rapido conto e non potrò mai leggerli tutti nella mia vita, considerando una media di un libro la settinana per 35 anni. (La mia media di lettura attuale è di una cinquantina di testi l’anno, generalmente di saggistica che non si possono scorrere troppo in fretta). Ho le mille e più pagine di Tune in – vol. 1 che ho per il momento lasciato dopo averne letto poco più di un decimo: non me la sento di stare due mesi fermo su un singolo libro. I bimbi giustamente vogliono il loro papà, non solo per giocare ma magari perché io legga loro qualcosa. Scrivere diventa sempre più pesante, anche perché per non scrivere sciocchezze devo mettermi a leggere altre cose (ok, questo post lo sto scriverndo nel mezzo dell’ennesima riunione inutile, ma è un’eccezione). Ci sono anche i librini di Altramatematica da controllare.
Riuscirò a fare il buon proposito di smetterla di acquistare libri per un po’? (mi sa di no)

Test della domenica: che presidente USA siete?

Sono solo otto domande, e le risposte probabilmente vi diranno qualcosa: questo quiz vi dirà a quale presidente americano assomigliate di più.

Per la cronaca, io sono uscito come Barack Obama: «You are strong, charismatic, and have a powerful personality. This is at times combined with a laid-backed coolness, you are not easily ruffled and stayed focused on what you considered important. Adjectives often used to describe you are calm, down to earth, scholarly, assured and confident. Your critics call you egotistical and a control freak, but you’re far too busy running the country to worry about that.» Che ne pensate?

_L’America dimenticata_ (libro)

[Copertina] Lucio Russo è uno storico della matematica, noto soprattutto per il suo libro La rivoluzione dimenticata – ne ho parlato anche nelle mie Notiziole – in cui espone la sua teoria secondo la quale Roma ha distrutto le conoscenze scientifiche ellenistiche, e il “piccolo rinascimento” del primo e secondo secolo dopo Cristo non è altro che il recupero di nozioni da autori a noi ignoti e neppure troppo ben compresi dagli scrittori che conosciamo. Mentre in quel caso mi sento di accettare la teoria, con questa sua nuova opera (Lucio Russo, L’America Dimenticata : I rapporti tra le civiltà e un errore di Tolomeo, Mondadori Università 2013, pag. 271, € 18, ISBN 9788861843080) la mia personale impressione è che abbia fatto il passo più lungo della gamba. La tesi che Russo sostiene è che la cesura netta avvenuta quando Roma quasi contemporaneamente distrusse Cartagine e la Lega Achea, oltre ad averci fatto perdere un’enorme quantità di opere, abbia cancellato dal ricordo degli uomini i vari secoli di contatti dei navigatori prima fenici e poi cartaginesi con il continente americano. Con una serie di conti fatti a partire da alcuni dati riportati nell’Almagesto di Tolomeo, Russo mostra come le isole Fortunate – che Tolomeo identifica con le Canarie – dovrebbero in realtà essere le Piccole Antille, con una precisione che ha dell’incredibile; recupera anche la posizione di Thule dal resoconto di Pitea, e la situa sulla costa orientale della Groenlandia. La quantità di dati portata a favore della tesi è imponente: però essi mi danno l’idea di essere scelti apposta per avvalorare la tesi. Per esempio, è vero che l’Italia disegnata secondo le coordinate di Tolomeo è molto più schiacciata rispetto al vero, ma Otranto e Reggio ritornano nella posizione corretta: insomma il problema potrebbe essere che Tolomeo prende fonti a caso e le assembla, quindi non è banale scegliere località. Ma soprattutto perché, se ci fosse davvero stato un contatto di qualche secolo tra fenici/cartaginesi e le Piccole Antille, nessuno è mai arrivato sulle coste settentrionali del Sudamerica che sono lì vicine? Insomma, mentre un contatto casuale potrebbe esserci stato, uno continuativo appare più problematico.
L’ipotesi di Russo, come l’autore spiega implicitamente nei primi capitoli del libro quando parla del diffusionismo, avrebbe tra l’altro conseguenze molto importanti per la filosofia della matematica. Da Gödel in poi, infatti, la grande maggioranza dei matematici è di fede platonista: i concetti matematici esistono per conto loro – nell’iperuranio o dove preferite – e gli uomini si limitano a scoprirli. Solo verso la fine del secolo scorso è cresciuta di importanza la corrente che si rifà a Reuben Hersch, corrente secondo cui la matematica è un’opera dell’ingegno umano. Una delle prove portate dai platonisti a favore della propria tesi è la scoperta dello zero avvenuta indipendentemente in Mesopotamia e dai Maya: se però si assume che i Maya hanno avuto contatti con le civiltà occidentali allora quell’elemento cade.

Io sono là

OpenPolis ha preparato anche per le elezioni europee il suo test per sapere qual è il partito più vicino alle nostre opinioni. Rispondendo a una serie di domande e confrontando le nostre risposte con quelle dei principali partiti si può infatti calcolare una mappa di compatibilità. Il mio risultato è questo:
[io sono qui]
Finalmente posso mostrare di essere centrista dentro :-) (e soprattutto far notare come i due partiti a me più lontani sono Lega Nord e Movimento 5 Stelle: l’avreste indovinato?)
(seriamente, a mio parere questi test mancano di un controllo sull’importanza relativa dei vari temi, sia per noi che per i partiti. Niente di pesante, semplicemente la possibilità di indicare tre temi fondamentali e altri tre inutili…)

Vuoi scommettere con Mediaworld?

[quanto vuoi vincere?]
Nel 2006 Mediaworld decise che serviva loro una grande idea per vendere le tv di dimensioni enormi, e si inventò un sistema: promise un buono acquisto pari al prezzo della tv nel caso l’Italia avesse vinto il mondiale. Incredibilmente l’Italia ce la fece: spero per i signori di Mediamarkt che avessero fatto un’assicurazione, e quindi abbiano ribaltato il costo su qualcun altro. Comunque sia, l’iniziativa è diventata un marchio di fabbrica e si ripete a ogni manifestazione calcistica: qui sopra vedete il ritaglio del volantino che spiega l’offerta 2014.
La parte più interessante è che quest’anno ci si può fermare o proseguire a ogni passo. La seconda cosa più interessante è che a prima vista sembrerebbe che passare il primo turno sia considerato relativamente poco probabile, visto che si vincerebbe un buono maggiore rispetto a quello che si avrebbe senza voler tentare la sorte. Ma è proprio così? Beh, sicuramente c’è una probabilità non nulla che gli azzurri non passino il primo turno; ma secondo me il ragionamento che viene fatto è più sottile. Chi ha voluto scommettere sull’Italia non si ferma certo a un risultato che non gli porta poi così tanto rispetto alla scelta di non giocare; quindi quel 15% è in realtà solo teorico e bisogna cominciare a pensare dal 30% in su. Insomma non si parla solo di calcolo delle probabilità ma anche di psicologia, come sempre in teoria dei giochi. Che ne pensate?

To ensure survey validity, please select “Somewhat Disagree” here

Oggi, mentre cercavo delle informazioni su come trasferire caselle email Outlook, sono finito sul sito Microsoft che mi ha chiesto se poi volevo rispondere a un questionario. Ero di buon umore (prima di scoprire che nel sito non riuscivo a trovare la risposta alla mia domanda, e quindi ho dovuto cercarla altrove) e così ho risposto sì. Compilando il questionario stesso, ho scoperto che l’ultima domanda era quella indicata nel titolo di questo post.
Devo dire che l’idea mi pare interessante: una specie di captcha interno alla forma-questionario…

Gitarella torinese

Complice il Salone del Libro, sono riuscito a passare un paio di giorni nella mia natia città, per respirare un po’ del mio natio smog. L’ospitalità di Maria e Yagoub ci ha anche permesso di far fare la prima vera gita fuoriporta ai quasicinquenni, che sono ormai così bravi da fare credere a tutti che sono degli angioletti.
Ho così visto per la prima volta i giardinetti dell’Environment Park (mentre Anna sfidava il corteo NoTav per andare in centro) e per la seconda volta quelli Fante (mentre Anna faceva da personal shopper per Maria e io e mio fratello disquisivamo di basket torinese). Ho incontrato amici vecchi e nuovi al Salone. Ho fatto il mio solito casino nella presentazione dei nostri librini di Altramatematica (dove sono arrivato con una maglietta con disegnata una calcolatrice…) Ho ritrovato il buon Achille C. Varzi che ha appena scritto un libro sulle tribolazioni della filosofia in terzine dantesche. Ho rivisto Doug Hofstadter e figlia, il resto del traditrio, e sono rimasto a cena con un gruppo di filosofi e fisici, la vera nemesi per un matematico. Ho avuto la fortuna di conoscere Altan (c’erano anche lui e signora a cena), complice l’interesse di Douglas Hofstadter per il grande disegnatore. Posso assicurarvi che Altan è una persona deliziosa e un vero signore, anche se davvero schivo: la signora Panini ci diceva che è la terza volta in tutti questi anni che lo vedeva fare un’uscita più o meno pubblica. Non sono invece riuscito a vedere il mio amico Claudio che compiva cinquant’anni domenica, e questo (il non averlo visto, non i suoi cinquant’anni) è male. Diciamo che mi occorrerebbero almeno due vite per volta…

Per chi vuole sapere come è andata la presentazione: c’era un folto pubblico di qualche decina di persone, direi quasi tutti prezzolati da noi relatori: il vantaggio è che così non se n’è andato via quasi nessuno prima della fine. Abbiamo iniziato in ritardo perché quelli prima di noi hanno sforato di brutto, abbiamo finito in anticipo perché Daria voleva far iniziare il secondo slot di BookRepublic in tempo: non sarebbe stato un problema, ma Peppe non ha potuto spiegare come non c’è nulla di simile alla collana nemmeno all’estero, almeno per quanto ne sappiamo. Perché non l’ha potuto spiegare? Perché non ci siamo messi d’accordo prima su cosa avremmo fatto, mi pare ovvio :-) Dovrei essere più serio, fare le scalette, distribuirle e soprattutto non fare foto al pubblico mentre stiamo parlando…