Zuckerberg ha pensato a me

Quando Facebook ha deciso che eravamo tutti bimbominka e ha cominciato a fare le animazioni quando scrivevamo “auguri / congratulazioni / baci” e simili mi è davvero saltata la mosca al naso. Ricordate che io sono anzyano, e per me la rete è fondamentalmente testuale: una cosa del genere grida vendetta al cospetto del dio della rete. Il risultato pratico è stato cominciare a storpiare le parole: “augùri / auguuuri / congratulescions” e così via.

Mi sa che non sono stato il solo: da qualche tempo, se uso una di quelle parole chiave appare una crocetta vicino che posso cliccare per evitare le animazioni. Era ora, anche se continuo a non capire perché la semplicità non sia il default.

81 comode rate

Vediamo il bicchiere mezzo pieno. Non credo che la Lega pagherà mai i 49 milioni illegalmente tenutasi. Figuriamoci se esisterà ancora tra 81 anni. Però da un lato ha finalmente ammesso che quei soldi non erano suoi, e dall’altro almeno qualche briciola rientrerà. Dite niente.

casse automatiche ma non troppo

Ieri mattina mentre andavo in ufficio mi sono fermato al Carrefour vicino per prendere le schiscette per il pranzo quando vado in palestra, sfruttando i buoni pasto elettronici (che lì si scalano usando il POS del Bancomat). Mentre pago, chiedo alla cassiera se la tessera funziona anche nelle casse automatiche: la risposta è stata “sì, se c’è l’operatore”. Non mi sembra una grandissima idea avere quelle casse, insomma… (In generale tendo a usare le casse automatiche solo in casi particolari: chiaramente sono più lento di un cassiere e non è che gli altri utenti siano degli Speedy Gonzales, quindi si rischia di metterci più tempo anche quando non si fanno errori)

Italiasubs e i diritti magmatici

A quanto pare, la direttiva europea sul copyright è solo un esempio di quello che i grandi detentori di diritti intendono fare. Da sabato scorso il sito ItalianSubs ha chiuso i battenti, “a seguito di segnalazioni di utilizzi impropri e illeciti da parte degli organi di controllo”. Facciamo un passo indietro. Italiansubs nasce nel 2005 per “fare i sottotitoli”: scrivere cioè le battute che vengono fatte vedere in calce alle serie tv non doppiate in italiano. Qual è il mercato dei sottotitoli in Italia? Zero. Era zero anche prima che nascesse il sito: da noi si preferisce appunto doppiare i film, quindi averli con l’audio in italiano. I sottotitoli sono relativamente semplici da fare (una volta Anna aveva bisogno di aggiungerli a un clip e me la sono cavata senza problemi), e molti appassionati hanno pensato così di aiutare i diversamente poliglotti. Qual è l’uso dei sottotitoli da soli? Zero. E dove sta allora il problema? Lo spiega moooolto chiaramente il segretario generale della Fapav (Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali). Cito dal Corsera: «Il problema è che questi file potrebbero creare delle distorsioni al mercato. Spesso infatti chi scarica i sottotitoli lo fa per vedere in anticipo film e serie Tv ancora non tradotti e magari li visiona o li scarica illegalmente.»

Rileggete quella frase. È l’equivalente del dire “Chi compra benzina potrebbe usarla per fare bottiglie Molotov”. Non c’è nessuna prova che chi prende i sottotitoli non abbia comprato un DVD della serie di telefilm. Non c’è nessuna prova che chi ha guardato in anteprima i film con i sottotitoli non li guarderà una volta tradotti: se hai bisogno di usarli, la tua padronanza della lingua originale non è il massimo, farai comunque fatica a leggere mentre guardi, e avrai voglia di poterti poi godere la visione originale. Però la Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali vuole magmaticamente espandere il suo – lecitissimo – copyright sui contenuti prodotti dai loro aderenti anche a qualcosa di diverso. Non c’è una grande differenza con la tassa sulle citazioni, dove prendere due parole di un articolo non si configura più come cronaca ma come un copyright in più da dover soddisfare, un po’ come la lava che scende e prende tutto. Sappiate che il futuro sarà sempre peggio.

_Aga magéra difúra_ (libro)

È bello che Zanichelli abbia pensato a fare un reprint a basso prezzo di questo libro (Paolo Albani e Berlinghiero Buonarroti, Aga magéra difúra : Dizionario delle lingue immaginarie, Zanichelli 2011 (1994), pag. 480, € 14,80, ISBN 9788808059116, link Amazon). Non mi lamenterò quindi né del fatto che ovviamente non c’è stato aggiornamento sulle date di morte delle persone indicate, né che la colla non era poi così forte. Però posso lamentarmi di come il libro era ed è strutturato. Mettere insieme in ordine alfabetico persone, lingue e libri non serve per i pazzi come me che leggono il libro dalla A alla Z, e comunque è solo marginalmente utile per chi cerca un’informazione che troverebbe anche se il libro fosse diviso in varie sezioni. Avevo grandi aspettative, vista la presenza di Paolo Albani tra gli autori, me sono rimaste deluse. Ho solo scoperto che nel ‘900 sono state create più varianti di linguaggi universali che partiti italiani di sinistra.

Parlo (due volte) alla CICAP Fest!

Chi tra i miei ventun lettori si trova vicino a Padova ha la possibilità di vedermi dal vivo domani alla CICAP Fest. Al mattino sono all’aula Nievo di Palazzo Bo, e l’evento è anche gratuito: nel pomeriggio invece sono all’Orto Botanico a fare – se non ho capito male – uno one man show. Per il resto, non so :-)