Latte in outsourcing

Tipicamente noi prendiamo il latte all’Esselunga. L’altra settimana ero di fretta, avevo bisogno di un litro di latte parzialmente scremato e dovevo passare al Carrefour, così l’ho preso lì. Poi mi sono messo a controllare le etichette, come faccio spesso nei miei momenti oziosi… e ho scoperto che entrambe le catene GDO usano lo stesso fornitore, cosa che forse avrei anche potuto capire dalla forma della bottiglia.

La cosa più divertente è che mentre Esselunga dice tranquillamente che il latte è imbottigliato dalla Soresina, il Carrefour (che tecnicamente pur essendo stato acquistato da una vita dai francesi ha mantenuto il marchio GS) non lo dice da nessuna parte, chissà mai perché…

La sicurezza delle stazioni

Come sapete, non è possibile entrare nelle stazioni di Milano Centrale e Roma Termini se non hai il biglietto del treno: gli ingressi sono bloccati ed è obbligatorio passare dal “gate” (la parola “varco” non è abbastanza buona, evidentemente) mostrando il proprio biglietto. Trenitalia, almeno per chi prende i Frecciarossa, stampa persino il QR code che gli addetti alla sicurezza dovrebbero scansionare e verificare. Io non sono mai riuscito a comprendere la logica di tutto questo. Non è certo per impedire attacchi terroristici: anche senza considerare i kamikaze, basta salire a Lambrate o Rogoredo e arrivare tranquillamente in Centrale. Non credo che serva a ridurre il numero di persone ai binari: tutte le volte in cui sono passato c’era sempre un casino inenarrabile. Non ho nulla contro i poveretti che sono lì a fare bella figura, intendiamoci: per dire, la settimana scorsa dovevo recuperare mia mamma ma il combinato disposto del traffico prenatalizio e del treno in anticipo mi ha fatto arrivare sì in orario ma a treno già arrivato, mia madre era spersa tanto che mi telefonava e non parlava, ed è stato uno di loro a risolvere la situazione. Però mi pare che forse si potrebbe trovare un sistema più pratico per la gestione dei flussi dei viaggiatori…

Aldi a Pioltello

Ho scoperto da poco che Aldi (il grande concorrente di Lidl in Germania, suddiviso non ho mai capito bene il perché in Aldi Nord e Aldi Süd) è effettivamente arrivato anche in Italia, almeno nel settentrione. Sapevo delle loro intenzioni, ma il fatto che a Milano città non ci fossero loro punti vendita non mi aveva permesso di accorgermi della cosa. Per curiosità ho provato a vedere dov’erano i più vicini, scoprendo che erano tutti in provincia; ma la cosa più divertente è stato vedere che ce n’è uno chéz Esselunga, a Pioltello. Chissà se è proprio a Limito, davanti alla sede legale degli eredi Caprotti…

Lampioni lampeggianti

Qualche anno fa Milano ha deciso di cambiare l’illuminazione pubblica e passare ai LED, con un costo iniziale che dovrebbe ammortizzarsi negli anni e sicuramente fornendo un’illuminazione molto maggiore. Sul primo punto non ho dati, sul secondo confermo che è così, tanto che ormai non è così inusuale trovare automobili che non hanno acceso i fari. La settimana prima di Natale è capitato anche a noi: tornavamo dall’Esselunga e a un semaforo siamo stati affiancati da un’auto della Finanza che ce l’ha segnalato.
Quello che però sta succedendo è che alcuni di questi lampioni cominciano ad avere dei problemi, e le luci si acccendono e spengono: capita per esempio in via Quadrio angolo via Farini e in via Airolo angolo via Fiuggi. Sono cose che capitano: però mi stupisce che non ci sia un sistema di segnalazione automatica e che non ci sia un modo semplice per sapere a chi segnalare le cose (A2A? Vigili? Comune?) Per la segnalazione automatica non posso farci molto, per quella manuale magari qualcuno tra i miei ventun lettori ha un’idea…

Il giorno del Pubblico Dominio

Ugo mi ricorda di segnalarvi che domani sarà un gran giorno per la cultura libera: avremo infatti il Public Domain Day. In pratica, a furia di pensare al muro alto alto fino al soffitto da fare al confine con il Messico, il governo americano non si è accorto che per la prima volta dopo vent’anni ci sarà del materiale prodotto negli USA e sotto copyright che entrerà nel pubblico dominio.

La storia è lunga e interessante, potete leggerla su Wikipedia (e dove, sennò?) All’inizio del XIX secolo, gli USA non rispettavano affatto il copyright sulle opere britanniche, che venivano scopiazzate a piacere. Scrittori come Dickens fecero tournée in America anche per rafforzare il proprio diritto a ricevere i soldi per le loro opere. Poi col tempo le cose cambiarono e il copyright si allungò sempre più, fino al Sonny Bono Act del 1998 – noto anche come Mickey Mouse Act – che portò il copyright a 70 anni dopo la morte dell’autore oppure a 95 anni nel caso di opere di “corporate autorship”. Il nomignolo della legge è dovuto al fatto che Disney ha fatto lobbying per salvare le opere di Topolino, che sarebbero state presto nel pubblico dominio. Per il momento mancano ancora cinque anni prima che Steamboat Willie, il primo corto con Topolino, entri nel pubblico dominio; non trattenete il respiro. (Che si possano creare storie con Topolino senza il permesso della Disney è improbabile, visto che il nome è un marchio registrato. Però sarebbe interessante scoprire cosa succederebbe con un’opera derivata).

Insomma, godiamoci per una volta una bella notizia e cerchiamo di non pensare al domani!

Quizzino della domenica: 2019 in cifre

Siete capaci di usare le cifre 2,0,1,9 in questo ordine e ottenere i numeri interi da 0 a 10 per mezzo di operazioni aritmetiche “semplici?” In ordine crescente di complessità potete usare:
(1) le quattro operazioni + × − /, la concatenazione (ottenendo per esempio 201), il meno unario (quello che si mette prima del primo numero), le parentesi;
(2) l’elevazione a potenza ^, la radice quadrata √, il fattoriale !, il punto decimale anche non preceduto da uno 0 (come in .2);
(3) la funzione int() per avere il valore intero ( int(201/9) = 22)


(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p355.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema mio.)


_Noi e la matematica_ (libro)

Questo (Laura Catastini, Noi e la matematica: un divertimento a ostacoli, Il Mulino 2017, pag. 224, €15, ISBN 9788815267337, link Amazon) non è un libro sulla matematica. Non è neppure un libro sulla didattica della matematica, anche se ci si avvicina di più. Io lo definirei più un libro di filosofia della didattica della matematica: insomma perché e come si possa fare didattica della matematica tornando alle origini, cioè non tanto spiegare le cose quanto fare entrare i ragazzi nel mondo della matematica. Io sono più legato ai numeri che alla geometria e quindi un po’ più lontano dal suo punto di vista che vede il numero come un corruttore della purezza della geometria, ma comprendo bene il suo amore per la matematica. Per chi matematico non è, direi che l’ultimo capitolo è una lettura obbligata: Catastini spiega qual è a suo parere la vera differenza tra matematica e scienze dure da un lato e le scienze soft dall’altro. No, non sono le formule: l’economia oggigiorno è piena di formule ma continua a non essere una scienza dura. La differenza è che nel primo caso lo scienziato ha bisogno di un distacco dalla materia che studia, mentre nel secondo si ha un suo coinvolgimento. Provate a pensarla così.

Natale senza i tuoi (feed)

In questo periodo il mio blog fa dai 300 ai 400 accessi al giorno durante la settimana, con qualche picco più o meno casuale sopra i 500; un po’ di meno il sabato e la domenica. Non certo grandi numeri, ma io sono di nicchia. A Natale e Santo Stefano gli accessi sono stati esattamente 200 al giorno. (Domenica 23 erano addirittura 199, per dire). Evidentemente la gente sta meno davanti al computer ;-)
(Per la cronaca, già ieri si sono superati di nuovo i 300 accessi)