I segreti del newsfeed di Facebook

Perché non ho pensato che la notizia di ieri secondo cui Facebook avrebbe finalmente spiegato perché una certa notizia appare nel nostro newsfeed non era un pesce d’aprila? Semplice. Un pulsante “perché vedo questo post?” non dà nessuna vera indicazione su come funziona l’algoritmo, esattamente come la lista degli ingredienti su una lattina di Coca-Cola non ti permette di rifare la ricetta.

Quello che ti verrà detto, insomma, non sarà né più né meno che quanto una persona un minimo sveglia ti saprebbe dire già ora: il post appare perché è di uno con cui hai interagito tanto, oppure di uno che hai appena amicato, o magari è un post che ha avuto tante interazioni e quindi probabilmente è interessante. Al massimo ci sarà qualcosa di ancora più vago: chessò, “a te piacciono i post dove ci sono immagini di paesaggi”. La cosa davvero interessante dell’annuncio è insomma il fatto che Zuckerberg si sente costretto a “mostrare qualcosa”. Sarà un effetto della direttiva copyright? :-)

Statistiche del sito per marzo 2019

Che dire di questo marzo? Mah. I dati mi sembrano simili a quelli di gennaio, con
Ci sono stati 19.669 visitatori per 44.655 visite, le pagine accedute sono state 130.006 e gli accessi 340.028. La top 5 vede un classico, due post “politici” e due strani post vecchi:

  1. IEupnoico: 1.243 visite
  2. Strana targa: 945 visite
  3. Battisti, Wu Ming e confessioni: 700 visite
  4. Indro verniciato/a>: 562 visite
  5. Quizzino della domenica: sette e undici: 492 visite

C’è anche un post che racconta le donazioni a Wikipedia e Wikimedia Italia con 468 visite, ma è di due anni fa :-)

Addio ofo

Dopo il mio test di fine 2017 non ho più usato ofo (o MoBike, se per questo, ma non è questo il punto del post). Ho continuato ad andare in bicicletta, ho continuato a usare BikeMi, ma non mi sono più avventurato sull’uso delle biciclette “free float”, cioè a flusso libero, cioè “le lasci dove cavolo ti pare”.

Ora leggo che il Comune di Milano ha revocato l’autorizzazione a ofo – principalmente perché non ha pagato, mi sa tanto – e quindi le bici gialle dovranno essere rimosse non si sa bene per finire dove. I miei dubbi per una volta erano fondati: non è affatto semplice gestire un free float. Non che sia semplice gestire il BikeMi, come ben sa chiunque veda in giro i camioncini di ClearChannel; ma almeno c’è una parvenza d’ordine. La prossima domanda è “quanto reggerà MoBike?”

P.S.: quelli che mi pare vadano adesso di moda sono gli scooter free-flow. Ma probabilmente un motorino è più difficile da nascondere di una bici.

Salvatevi questi numeri

La Stampa è stato uno dei quotidiani che si è battuto di più per spiegare a tutti i suoi lettori la bontà della direttiva copyright. Non è quindi così strano che abbia pubblicato questa intervista a Éric Leandri, amministratore delegato di Qwant, motore di ricerca francese su cui non capisco come sia possibile definire una frase e non le singole parole…

Ma torniamo a noi. Leandri afferma che a suo parere «Un accordo ragionevole potrebbe prevedere una percentuale intorno al 4 per cento del fatturato totale della pubblicità», il che significherebbe per l’Italia tra i 70 e i 100 milioni l’anno. L’articolo non è molto chiaro al riguardo: ma direi che questo riguarda l’articolo 15 (ex 11), la tassa sulle citazioni, anche perché poi continua a raccontare che con il filtro ContentID Google sta già dando 2,5 miliardi l’anno a chi produce contenuti.

Lo so, ci vorranno due o tre anni prima che la direttiva venga recepita dal nostro parlamento. Ma per favore salvatevi quell’articolo, e tiratelo fuori a tempo debito :-)

Quizzino della domenica: Scambio in economia

Supponete che la vostra calcolatrice abbia due locazioni di memoria: M1 e M2, e che ciascuna di esse contenga un numero, rispettivamente a e b. Il vostro compito è trovare un modo per scambiare tra loro i due valori. Se ci fosse una terza locazione di memoria non ci vorrebbe nulla: si copia la prima variabile nella terza locazione, poi si copia la seconda variabile nella prima locazione e infine si copia nella seconda locazione il valore salvato. Ma come si fa senza questo aiutino? Supponete che i numeri siano al massimo di quattro cifre.
[M1 ⇔ M2]

(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p373.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema classico.)

E questi da dove arrivano?

Cominciamo dall’inizio. Google ha deciso di far fuori Inbox. Quindi sul telefonino ho dovuto ritornare a usare Gmail, con due fregature: la prima è che non posso tenere insieme tutte le mie caselle email ma devo controllarle una a una, la seconda è che non sono riuscito a trovare nemmeno un modo per vedere in un solo colpo tutti i messaggi ricevuti a un singolo indirizzo se mantengo le etichette Google (social, promotions, updates e simili). Ho quindi eliminato le etichette, ma a questo punto anche la versione desktop non le ha più: amen, ho pensato, posso anche farne a meno. Ma come vedete dall’immagine, a questo punto sono spuntati da chissà quale anfratto gli ultimi messaggi di Google Buzz (ricordate?) di otto anni fa. Che senso ha tutto questo?

Aggiornamento (20:45) ho scoperto per caso come mai si vedono. In Settings → Multiple inboxes c’era una riga “is:buzz” che non so da quanto tempo fosse presente :-) (assieme a is:starred e is:draft. Alla fine ho tolto tutto)

_The Prime Number Conspiracy_ (libro)

Questo libro (Thomas Lin (ed.), The Prime Number Conspiracy : The Biggest Ideas in Math from Quanta, MIT Press 2018, pag. 309, $19.95, ISBN 9780262536356, link Amazon), raccolta di articoli sulla matematica pubblicati su Quanta Magazine, non è certo di semplice lettura. Gli estensori degli articoli non ne possono nulla, e anzi a parere mio hanno fatto dei miracoli nella semplificazione dei temi trattati: ma stiamo parlando di matematica di frontiera, e soprattutto di temi che non sono così sexy da arrivare nelle prime pagine dei grandi media e così rimangono sconosciute anche a chi come me in fin dei conti dovrebbe saperne un po’ di più. Non aspettatevi di trovare matematica vera e propria, naturalmente: in compenso leggendo il libro scoprirete come la matematica appaia in punti a prima vista totalmente scorrelati – un filo conduttore degli articoli è l’applicazione di tecniche da altri campi della matematica. Altro punto interessante è il trovare le biografie di molti giovani matematici contemporanei: non è facile conoscerli in altro modo. Ah: la cospirazione del titolo si collega al fatto che pare che i numeri primi siano un po’ meno casuali di quanto crediamo, o almeno che le coppie di primi successivi non lo siano.