Il giorno del ricordo

Sergio Mattarella, che non è uno di quelli che parla a ogni piè sospinto, ha rilasciato una dichiarazione per il Giorno del Ricordo. Fin qui nulla di strano, diciamo che è il suo lavoro. Però è interessante vedere che cosa ha scritto, a parte che «Esistono ancora piccole sacche di deprecabile negazionismo militante.»:

Si trattò di una sciagura nazionale alla quale i contemporanei non attribuirono – per superficialità o per calcolo – il dovuto rilievo. Questa penosa circostanza pesò ancor più sulle spalle dei profughi che conobbero nella loro Madrepatria, accanto a grandi solidarietà, anche comportamenti non isolati di incomprensione, indifferenza e persino di odiosa ostilità.

Io personalmente sono della scuola che vede nascere il giorno del Ricordo come una bieca contrapposizione di parte, e avrei preferito vedere una giornata più generale su tutti gli eccidi legati alla seconda guerra mondiale. Probabilmente sono utopista. Ma questo non significa che io neghi quello che è successo con le foibe. I primi a usare le foibe e fare pulizia etnica sono stati i fascisti? Vero. Gli infoibati sono stati “pochi”? (i corpi ritrovati, compresi quelli di soldati, sono alcune centinaia; le stime superiori parlano di alcune migliaia di uccisi) Irrilevante: se cominciamo a fare la classifica di chi è stato più cattivo non ci fermeremo mai. In fin dei conti, anche gli eccidi nazifascisti nacquero “per rappresaglia”… Bisogna avere la forza di dire che qualcosa è stato terribile, qualunque fossero le condizioni iniziali. Ma non è ancora una cosa che in Italia si possa fare.

Quizzino della domenica: date dispari

Come probabilmente avrete letto, il 2 febbraio 2020 è stata una data palindroma. Sia che la scriviate come 2020-02-02 che come 02-02-2020 le otto cifre si leggono allo stesso modo da sinistra a destra oppure da destra a sinistra. Ma accontentiamoci di qualcosa di meno, e notiamo che tutte le cifre della data sono pari. Questo capita molto più spesso: per dire, anche il 4, il 6 e l’8 febbraio lo sono state. In questo millennio è impossibile avere una “data dispari”, come è capitato per esempio il 13-11-1975: ma nel secondo millennio quante sono state le date dispari? E tanto per divertirsi un po’: quante quelle pari?


(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p428.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema mio.)

Noi e i numeri: una storia d’amore (ebook)

La pubblicità italiana a questo libro descrive Buijsman come un enfant prodige, che a poco più di vent’anni è un filosofo della matematica. Tutto è possibile, ma di filosofia in questo libro (Stefan Buijsman, Noi e i numeri: una storia d’amore [Plussen en minnen], Ponte alle Grazie 2019 [2018], pag. 196, € 9,99 (cartaceo € 16), ISBN 9788833313597, trad. Stefano Beretta) non ne troviamo poi molta: giusto un accento iniziale alla diatriba tra platonisti e formalisti, senza che ufficialmente l’autore prenda posizione. (Occhei, questo depone a favore del suo essere un filosofo: se non hai una tua posizione, non affiliarti a nessun’altra.) Per il resto, c’è un po’ di storia della nascita della matematica, direi la parte più interessante del testo perché Buijsman mostra come non sia poi così necessario usare la matematica… a meno che non cominci a essere in gruppi molto grandi, e un po’ di spiegazioni sul perché anche argomenti che appaiono astrusi come integrali e differenziali (io avrei usato derivate, ma cambia poco) o statistica siano comunque importanti, anche se a noi non capiterà mai di usarli nella vita di tutti i giorni. Secondo me il risultato finale non funziona nemmeno per il pubblico di non matematici, anche a causa della traduzione. Immagino non ci siano molti traduttori dall’olandese: ci sono però troppi punti dove Stefano Beretta sballa completamente il significato di una frase. Chi di matematica ne capisce può immaginare quale fosse il vero significato: ma probabilmente non leggerà il libro. Chi non ha una cultura matematica continuerà a non averla, e anzi si farà delle idee sbagliate…

Il telex!

Il titolo di un messaggio di spam odierno: “Immediate Telex confirmation No: -1114433”. Si vede che non sono italiani, altrimenti avrebbero usato il fax.

Forse risolto il mistero della gita lampo parigina

Ricordate che vi avevo raccontato della mia gita-lampo al Louvre almeno secondo Google Maps? Bene, forse abbiamo la risposta. Maurizio Napolitano ha avuto un’esperienza simile, ha fatto qualche controllo e si è accorto che quando sarebbe stato ad Ankara era invece a Montichiari (BS) a vedere la finale di Champions League di pallavolo femminile con due squadre turche, che probabilmente si erano portati gli hotspot… che naturalmente secondo Google si trovavano al loro solito posto.

È bello trovare una spiegazione semplice e bella. Se poi è anche corretta (ovviamente non possiamo saperlo…) tanto meglio!

La nuova legge sulla lettura: cui prodest?

Il Senato ha approvato il DDL “per la promozione e il sostegno alla lettura”. Lo ha fatto all’unanimità: ci sono stati un contrario e un astenuto per l’articolo sulla carta della cultura, e un astenuto sul piano nazionale d’azione per la promozione della cultura. Ora la legge tornerà alla Camera, ma sarà solo una formalità. Avremo la Capitale italiana del libro, un fondo per la promozione della lettura, e sostegno alle librerie indipendenti. Tutto bene? Beh, insomma.

Guardando i primi commenti, a essere felici sono i librai e la Confcommercio e i piccoli editori, mentre l’AIE è contraria. Ricardo Franco Levi, che aveva scritto la legge precedente, afferma che “a perdere saranno i lettori” (mandandomi in corto circuito: non sono mai stato d’accordo con Levi), e il Libraio (che è del gruppo GeMS, quindi non solo grande editore ma anche grande distributore con le Messaggerie) è pure critico anche se con toni minori. Gli è che – a parte le reboanti affermazioni sulla “capitale della cultura” e sui fondi per le piccole librerie, che in realtà per più di metà erano già presenti dal 2018, la legge prevede che gli sconti massimi sui libri scendano dal 15% al 5%, e quelli per le promozioni possibili per un mese (eccetto dicembre) scendano dal 25% al 20%. Personalmente non mi è molto chiaro come questo taglio servirebbe a sostenere le librerie indipendenti contro i cattivoni di Amazon (e se volete ibs.it). È vero, come ho già scritto in passato, che prima della legge Levi mi è capitato di acquistare copie di un libro scritto da me su Amazon perché avevo lo stesso sconto (40%) che avrei avuto prendendole come copie autore, e quello sì che era concorrenza quasi in dumping. Ma se Franceschini pensa davvero che si compreranno meno libri (cartacei) online perché si risparmierebbe solo il 5% rispetto alla libreria allora forse non ha ben compreso le dinamiche dei pochi lettori italiani, oltre naturalmente a non considerare per nulla chi libri non ne legge affatto, e che mi sa sono quelli che se proprio devono fare un regalo che non costi troppo vanno in una libreria fisica. Ah, tra l’altro ricordo che Franceschini è stato quello che ha equiparato l’IVA sugli ebook a quella dei cartacei, un’ottima mossa a favore dei librai…

In definitiva, capisco in parte la soddisfazione dei piccoli editori, che comunque non hanno la potenza di fuoco dei grandi e che possono sperare di riuscire ad apparire un po’ di più (e in fin dei conti io non ho mai pubblicato per un grande editore :-) ). Simmetricamente capisco la contrarietà dell’AIE, per cui lo sconto è un modo di marketing come un altro; ma continua a sfuggirmi la felicità dei librai – vedi per esempio qui. Ah: tra l’altro i soldi “freschi” dati alla cultura con questa legge sono circa cinque milioni l’anno. Intanto lo stanziamento per l’App18, il famoso bonus cultura, è sceso da 240 a 160 milioni, almeno secondo l’articolo del Libraio. È vero che non tutti quei soldi andavano in libri, ma chissà che succederà. Posso esprimere un pensiero cattivo e chiedermi se molti di questi senatori che hanno entusiasticamente votato a favore non sperino che alla fine della fiera il consumo di libri cali? In fin dei conti è sempre meglio evitare che ci siano troppi pericolosi intellettuali…

Presento Numeralia ad Aosta!

Sembra destino che le presentazioni di Numeralia siano in regioni a statuto speciale. Dopo quella di Trieste dello scorso aprile, il 15 febbraio alle 17 sarò ad Aosta a dialogare di numeri. Cito dalla locandina:

Daremo i numeri. Anzi, no: andremo alla caccia dei numeri che sono scappati dai manuali di matematica e si sono intrufolati nella letteratura, nel cinema, nelle canzonette, nei siti internet, nei fumetti, cercando di rimanere il più possibile inosservati. Scopriremo perché Bergoglio sarebbe l’Anticristo; vedremo come mai nessuno è riuscito a telefonare ai Ghostbusters; sentiremo la storia ufficiale e quella reale di come mai Google si chiama così, e l’importanza della salamoia per le temperature anglosassoni. Purtroppo non daremo i numeri per vincere al superenalotto, ma non si può pretendere tutto dalla vita!

(La storia di Bergoglio nel libro non c’è, l’ho scoperta solo in queste settimane). Se non siete aostani, non fatevi spaventare dal luogo (la casa di riposo J.B. Festaz): la presentazione non è pensata per gli ospiti, che potrebbero anche prendersi un coccolone se mi vedono parlare, ma per la cittadinanza ed eventuali turisti. Io non vado ad Aosta da una quarantina d’anni: qualcuno vuole farmi compagnia?