Terzo volume della raccolta dei racconti di Arthur Clarke, qui (Arthur C. Clarke, Terra e spazio vol. 3, Urania Collezione 199, pag. 309, € 6,90, trad. vari) troviamo probabilmente il periodo migliore del Clarke scrittore di racconti, con testi dal 1956 al 1958 più un paio fino al 1960; poi lo scrittore, come del resto tanti altri, è passato ai romanzi. Rispetto ai primi volumi, la Luna continua a essere molto gettonata, ma direi che molti racconti prendono spunto da fatti di cronaca che Clarke trasfigura da par suo. I racconti che mi sono piaciuti di più sono stati Tre per la Luna, Pacifista (al netto del massacro della “traduzione” di Ginetta Pignolo: e per fortuna che Franco Forte nell’introduzione afferma che sono state rifatte le traduzioni approssimative…), I prossimi inquilini, Guerra Fredda, Amore cosmico, I canti della terra lontana, Un leggero caso di insolazione; se leggete il libro, capirete come io preferisca il Clarke umorista a quello più tecnico… come l’ultimo dei raccontini di Tre sulla Luna che predata di dieci anni la canzone beatlesiana Taxman. Come dicevo, purtroppo la traduzione è spesso approssimativa, ma anche l’editing lo è: ogni tanto manca qualche connettivo, come se il testo non fosse stato riletto prima della pubblicazione, e questo capita anche con le traduzioni moderne di Enzo Verrengia.
Il video del dibattito sull’articolo 15 della direttiva copyright
Per chi non si fosse visto in diretta il dibattito di lunedì, il canale YouTube dei Copernicani ve lo propone. Come potrete vedere, non è scorso sangue, e non solo perché ciascuno di noi era a casa sua: il dialogo è stato molto civile, anche se chiaramente ognuno è rimasto sulle sue posizioni. Immagino che domani la seconda parte con Enzo Mazza sarà più pirotecnica…
Per la cronaca, nello scontro editori-Google io ero ovviamente un intruso, quindi ho cercato più che altro di spiegare cosa c’è in gioco, ricordando che per esempio non stiamo parlando di articoli scopiazzati (che sono già protetti dalla legge) e che una qualsiasi scelta è comunque politica, perché non c’è un giusto o uno sbagliato.
“infami”
Sono andato ad ascoltare l’intervista all’istruttore di arti marziali della palestra frequentata da due dei presunti assassini di Colleferro. Non mi fidavo del titolista. Però è proprio così: l’istruttore in questione ha proprio detto “io sono stato il primo a dire… chi so’ stati quest’infami”.
Voi dite quello che volete. Per me uno che usa la parola “infami” ha una visione della vita non molto diversa da quella di chi ammazza di botte una persona. Semplicemente al momento non ha nessuno da picchiare.
Aggiornamento: (15:45) Più persone mi hanno fatto notare che a Roma e dintorni la parola “infame” è usata senza alcuna connotazione politica. Evidentemente la mia conoscenza degli italiani regionali ha ancora parecchi buchi: per me era un termine ben precisamente connotato, esattamente come – in senso opposto – “topi di fogna”.
le mascherine comunali
In qualità di genitore di iscritti a MilanoRistorazione (in realtà non è vero, lo eravamo fino allo scorso anno scolastico…) il Comune di Milano ha «ha disposto la distribuzione di mascherine per il contenimento della diffusione del Covid-19.» Quindi posso andare in una specifica farmacia (quella più vicina a casa, probabilmente) e ritirare 20 (venti) mascherine, cinque per componente del nucleo familiare.
Quello che mi chiedo, leggendo il comunicato ufficiale, e mi chiedo la logica. Va benissimo ovviamente che vengano date a nuclei “che vivano in condizioni di disagio economico o sociale”; ho già qualche dubbio sui nuclei “che siano a maggior rischio di contagio (anziani)” visto quello che sta succedendo in questi mesi. Ma aggiungere anche coloro “che abbiamo familiari che riprendano una vita di socialità e di relazione (per esempio, famiglie con bambini che stanno per ritornare a scuola)” mi sembra assolutamente inutile. E allora perché questa operazione?
Vi ricordo che stasera parlo di copyright!

Stasera alle 21 parleremo della snippet tax, cioè della futura necessità per chi cita articoli di giornali di accordarsi in anticipo con gli editori (a meno che l’uso non sia non commerciale: qua sul mio piccolo blog non ci sono problemi). Le scintille immagino saranno soprattutto tra gli altri due partecipanti: io cercherò di far presente che esiste anche la gente comune :-)
Potrete seguire l’incontro in streaming dalla pagina facebook dei Copernicani, su Youtube, oppure su Twitter.
Poste e prenotazioni
Mentre ero in vacanza mi è arrivata una delle mie penne a quattro colori che colleziono, e che mi ero fatto spedire dalla Cina. Il postino, invece che metterla nella buca, ha deciso di portarla nell’ufficio postale – nemmeno quello vicino a casa, ma non importa. Così lunedì scorso sono passato a prendermela.
Essendomi accorto che c’era di nuovo la possibilità di prenotare, ho fermato lo slot delle 12:15. Arrivato una decina di minuti prima, ho visto la ormai usuale coda fuori dall’ufficio, e mi sono messo dietro l’ultimo. Dopo qualche minuto però mi sono chiesto se la cosa avesse senso, e sono andato a vedere davanti alla porta. In mezzo a una pletora di avvisi, tutti fotocopiati, ce n’era uno piccolo piccolo che diceva che chi aveva prenotato poteva entrare, fare il check-in al totem, e aspettare dentro l’ufficio il suo turno; cosa che ovviamente ho fatto, dopo aver litigato con chi era in cima alla fila. Diciamo che forse si potrebbero mettere comunicazioni più visibili e farmi litigare di meno.
In compenso mi chiedo da quanto tempo Massimo Mantellini non andasse in posta. Sarà un anno che è tutto paperless, e non per nulla io ho dato la mia patente che si scansiona meglio :-)
Quizzino della domenica: incroci non obbligati
Mentre facevo una traversata in barca con una nave da crociera, un mio amico ha deciso di fare il percorso opposto con il suo motoscafo, partendo nel mio stesso istante. A un certo punto ci siamo incrociati; lui è arrivato in porto dopo un’ora, mentre io ho aspettato ancora quattro ore per attraccare. Se le due barche hanno sempre viaggiato a velocità costante, qual è stato il rapporto tra le loro velocità?

(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p468.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema da Sandro Campigotto, I giochi matematici di PhiQuadro, problema 3.6; immagine da freesvg.org.)
Obiettivo Matematica (libro)
D’accordo. Secondo Julia Collins chiunque può diventare un matematico, anche se io preferisco dire che può apprezzare e usare la matematica senza spaventarsi. Però questo libro (Julia Collins, Obiettivo Matematica [Get Smart: Maths], Scienza Express 2019 [2018], pag. 221, € 18,90, ISBN 9788822068866, trad. Eva Filoramo) non è esattamente quello più adatto. L’idea non è affatto male: ciascuna delle 50 sezioni parte con una citazione e una rapida spiegazione, seguita da cinque quiz: segue la trattazione in dieci punti, tre curiosità “per far finta di sapere” e le risposte. Probabilmente avrete capito qual è il problema: come nel letto di Procuste, dare lo stesso spazio ad argomenti più facili e altri impossibili da spiegare in breve rende difficile seguire il tutto, nonostante l’ottima traduzione della mia amica Eva Filoramo. In molti casi io ho capito quello che Collins spiegava perché ne sapevo già qualcosa: nei più ostici – non solo Navier-Stokes ma anche omotopia e omologia – sono rimasto al livello di partenza. Alcune volte le sue definizioni mi parevano anche imprecise… In definitiva, può andare bene solo per chi vuole avere un rapido resoconto senza preoccuparsi troppo dei dettagli.