“infami”

infami Sono andato ad ascoltare l’intervista all’istruttore di arti marziali della palestra frequentata da due dei presunti assassini di Colleferro. Non mi fidavo del titolista. Però è proprio così: l’istruttore in questione ha proprio detto “io sono stato il primo a dire… chi so’ stati quest’infami”.

Voi dite quello che volete. Per me uno che usa la parola “infami” ha una visione della vita non molto diversa da quella di chi ammazza di botte una persona. Semplicemente al momento non ha nessuno da picchiare.

Aggiornamento: (15:45) Più persone mi hanno fatto notare che a Roma e dintorni la parola “infame” è usata senza alcuna connotazione politica. Evidentemente la mia conoscenza degli italiani regionali ha ancora parecchi buchi: per me era un termine ben precisamente connotato, esattamente come – in senso opposto – “topi di fogna”.

Ultimo aggiornamento: 2020-09-08 15:51

10 pensieri su ““infami”

  1. Isa

    Io invece no, o per lo meno non capisco: mi è capitato di usare le parole “infame” e “infamia”, nella vita, ma non ho mai menato nessuno, né sono in cerca di possibili vittime. Oppure “infame” in bocca a un signore palestrato e con la testa pelata deve per forza ricadere nella seconda accezione anziché rimanere nella prima?

    1. .mau. Autore articolo

      che il signore sia palestrato o abbia la testa pelata è irrilevante. Del resto, se sei istruttore di palestra è abbastanza ovvio che sei anche palestrato.
      Per quello che sento io, “infame” (e l’opposto “topo di fogna”) hanno una connotazione politica ben precisa.

      1. abiqualcosa

        Politica? Ma no… Soprattutto a Roma, “infame” e “infamone” sono termini piuttosto diffusi e trasversali. Certo non lo sentirai in una lezione di filologia romanza, ma nel linguaggio di strada lo usano tutti.

      2. mestesso

        I ggiovani dicono “infame” in modo molto generico, con una frequenza di utilizzo simile alle bestemmie di un veneto medio. Detto in altri termini: vuol dire tutto e niente.

  2. Ionti

    “Infame” è quello che parla con le guardie. Più che una connotazione politica, il termine mi pare appartenere al gergo carcerario, come origine. Poi è passata ad indicare in generale quello che tradisce, chi non rispetta le regole del gruppo (non la legge)…

    1. Isa

      “Infame” è chi parla con le guardie solo in seconda istanza (perciò parlavo di “seconda accezione”), come ben spiegano Zingarelli:

      A agg.
      1 che merita il generale disprezzo, il pubblico discredito, a causa della sua pessima fama: gente infame; casa infame; nome infame | che disonora, che copre d’infamia: calunnia infame; terror di tradimento infame (V. Alfieri) SIN. ignobile, scellerato, turpe

      2 (colloq.) pessimo: cena, viaggio, tempo infame | fatica infame, intollerabile | componimento, scritto infame, malfatto

      || infamàccio, pegg. | infamóne, accr. || infameménte, avv.

      B s. m. e f.
      ● persona ignobile, scellerata | nel gergo della malavita, traditore, spia

      e Treccani (http://www.treccani.it/vocabolario/infame/)

  3. dag68

    Per quel che vale, confermo che anche alle mie, di orecchie romane, “infame” non suona con particolari connotazioni politiche o altro, ma solo come espressione di estremo disprezzo. Anzi, a essere sincero, non sono neppure sicurissimo di capire come suona a orecchie torinesi-ma-milanesi-d’adozione.

  4. Pla

    Aggiungo un altro data point per il gruppo “per me infame non ha connotazioni politiche”. Aggiungerei che alle mie orecchie centro-sud italiane anche l’espressione “topo di fogna” non suona politicizzata.

    Che “infame” e “topo di fogna” siano la versione moderna di “me ne frego”? Alle elementari avevo un anziano maestro che andava su tutte le furie quando noi bambini dicevamo “me ne frego”. Solo alle superiori ho capito il collegamento con il fascismo. Passati altri venti anni non conosco nessuno che sa perché “me ne frego” potrebbe suonare politicizzato alle orecchie di qualcuno.

    1. puntomaupunto

      per il “me ne frego” si può pensare a Guzzanti e Fascisti su Marte, però ammetto che pur conoscendo la nascita dell’espressione non la sento più politicizzata.

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