Our Own Devices (ebook)

[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing] Questo libro (Gilles Messier, Our Own Devices, Petra Books 2013, pag. 240, € 2,99, ISBN 9781927032060) comprende nove racconti con un tema comune: sono tutti ambientati tra il 1940 e il 1969, e parlano di scienza. D’accordo, la fantascienza dovrebbe scrivere di scienza, ma in questo caso siamo anche oltre la hard sf: il libro ha persino un’appendice che spiega quali sono i fatti alla base dei racconti, oltre che varie fotografie d’epoca. Devo però dire che il testo non mi è piaciuto molto. Secondo me le storie sono troppo asciutte: sembra quasi che Messier sia più interessato a mostrarci vicende plausibili che a costruire una storia accattivante. C’è qualche eccezione, però: mi sono piaciute The Fisherman and the Genie (anche se non ho capito il riferimento alle Mille e una notte), The Highest Step e soprattutto In The Ocean Of Storms, che è un gioiellino.

Costanza Miriano, lei ha degli amici molto attenti

Signora Miriano, ieri pomeriggio lei ha scritto un post riprendendo >quanto scritto da Filippo Fiani riguardo ai vandalismi sulla voce Wikipedia di Simone Pillon. Filippo Fiani ha fatto un lavorone nel prendere schermate di tutti i momenti in cui la voce è stata malignamente modificata lunedì sera (non è difficile farlo: basta partire dalla cronologia della voce). Però si è dimenticato una cosa: specificare per quanto tempo quella versione era stata visibile, prima che qualche anima pia rimettesse a posto le cose – anche se Filippo Fiani è convinto che non si ottenga mai nulla Come servizio alla comunità, me ne occupo io: ecco la lista delle versioni da lui postate e il tempo in cui sono rimaste direttamente visibili.

  • 22 giugno, 19:19 – 1 minuto
  • 22 giugno, 19:21 – 1 minuto
  • 22 giugno, 19:26 – 0 minuti (la precisione è il minuto, ecco perché può esserci uno zero)
  • 22 giugno, 19:27 – 1 minuto
  • 22 giugno, 19:34 – 6 minuti
  • 22 giugno, 20:21 – 2 minuti
  • 22 giugno, 20:23 – 0 minuti
  • 22 giugno, 20:24 – 3 minuto
  • 22 giugno, 21:05 – 2 minuti
  • 22 giugno, 21:06 – 1 minuto
  • 22 giugno, 21:13 – 1 minuto
  • 22 giugno, 21:14 – 0 minuti

Per la cronaca, martedì mattina la voce è stata semiprotetta in modo che gli utenti non registrati non possano modificarla e i poveri volontari non debbano quindi rimettere a posto le cose.

La cosa più interessante di tutto questo è che fino al 21 giugno nessuno si filava la voce, come si vede dalle statistiche, e ho come il sospetto che molto del traffico del 22 sia dovuto a quei vandali; mentre il traffico di ieri – che ha portato a una voce senza minacce – probabilmente deriva in buona parte dal suo post. Per quanto ne so, magari questa è stata una sua scelta per creare un nuovo martire; quindi non entro nel merito. Sono perfettamente convinto invece che lei faccia bene a non dare soldi a Wikipedia (che poi sono gli americani) e a non guardare quello che c’è scritto. Stia solo attenta a non prendere risultati copiati da lì.

L’aggiornamento all’ingresso delle chiese

Quando ero bambino, all’ingresso delle chiese c’erano le acquasantiere: tu pucciavi le dita nell’acqua benedetta e ti facevi il segno della croce. Le acquasantiere ci sono ancora, ma credo che non avessero più acqua da decenni: magari le vecchine strusciano ancora le dita per abitudine o speranza, ma nulla di più. Ora, con la riapertura delle chiese dopo il coronavirus, le acquasantietre sono state ufficialmente eliminate e sono stati messi in tutta fretta distributori di gel igienizzante da usare all’ingresso. Ma perché non si è pensato di benedire il gel? Prenderemo due piccioni con una fava!

Cogli l’attimo

Per quattro mesi il materiale scolastico dei miei gemelli è rimasto sequestrato a scuola. Beh, per completezza a metà marzo hanno graziosamente chiesto se eravamo interessati a passare: io diedi l’ok, peccato che poi telefonarono a mia moglie impegnata in un’aula e quando mezz’ora dopo lei finì e provò a richiamare non c’era più nessuno. Essendo io il padre, ovviamente non ero assolutamente stato chiamato, non fosse mai che io avessi qualche interesse.

Bene. Visto che la didattica a distanza è terminata con la fine della scuola – non che per Jacopo fosse mai cominciata, a meno che per DAD si intenda mettere una serie di cose da studiare e una sfilza di compiti da fare – la dirigente ha pensato bene che forse (forse) si poteva restituire quel materiale, e ha così preparato una bellissima tabella per la prossima settimana secondo la quale – classe per classe – la coordinatrice prepara i sacchetti con il materiale dei bimbi e i genitori hanno mezz’ora di tempo per ritirarli nell’atrio. Jacopo che è il più fortunato di tutti e la cui classe è la prima della lista ha il ritiro stamattina alle 10; Cecilia alle 16. Fin qua ancora nessun grande problema. Sapete però quando è stata pubblicata la circolare in questione? Venerdì sera alle 23:48.

Non mi è ancora chiaro il motivo per cui una persona possa immaginare che la cosa più logica da fare sia pubblicare un avviso il venerdì notte per il lunedì mattina. Magari le è arrivata l’illuminazione tutto a un tratto, e non voleva lasciarsela scappare, visto che entro fine giugno la scuola chiude… Certo che pensarci una decina di giorni prima avrebbe forse permesso ai genitori di organizzarsi e di scoprire la cosa non per caso. Provate a chiedervi perché abbiamo categoricamente rifiutato di iscrivere i gemelli alla prima media con quella dirigente (e non siamo stati i soli: da quattro quinte si forma una prima media…)

PS: nei commenti la saga continua.

Fatti di musica (libro)

Per primissima cosa, un plauso alla traduzione del titolo di questo libro, già pubblicato nel 2008 e ora uscito in una nuova edizione (Daniel J. Levitin, Fatti di musica : la scienza di un’ossessione umana [This Is Your Brain on Music], Codice 2019² [2006, 2008], pag. 273, € 26, ISBN 9788875788162, trad. Susanna Bourlot). Il titolo originale, come spiega il testo, è un riferimento alla frase “Your brain on drugs”, perché la musica può fare un effetto sul cervello simile a quello delle droghe. Levitin racconta cosa (non) si sa su come il nostro cervello gestisce la musica, con uno stile a volte un po’ ripetitivo ma comunque apprezzabile; la traduzione di Susanna Bourlot è scorrevole, anche se io mi sono trovato un po’ a disagio con tutte le note (del redattore, non sue) che a mio parere rallentavano la lettura. Fate attenzione ad alcuni refusi, soprattutto nella parte iniziale dove Levitin fa un corso accelerato di teoria musicale: se non sapete già un po’ di cosa si parla potreste essere tratti in inganno…

Montanelli bashing

In questi giorni sono uscite non so quante notizie per dimostrare la meschinità di Indro Montanelli, a parte il racconto della ragazzina eritrea “presa in affitto” durante la campagna di Abissinia: si parte dalle balle su Piazza Fontana, dove aveva immediatamente garantito di sapere che la pista giusta era quella anarchica; si continua con i suoi racconti sulla partecipazione alla Resistenza, come minimo ridimensionati se non addirittura rovesciati (Montanelli spia dei repubblichini?), e con i suoi articoli contro i “meticciati”; anche la sua Storia d’Italia viene stroncata, e sono persino arrivato a leggere della sua millantata conoscenza di Jean Giono, giusto per raccontare un aneddoto assolutamente irrilevante. (Non che io sappia chi fosse Jean Giono, a dire il vero). Dall’altra parte, mi dicono che tutti i giornalisti maschi italiani sopra i cinquant’anni stanno difendendo a spada tratta il maestro; non ho link, perché non leggo mai di quegli articoli.

Onestamente non me ne importa un tubo di tutto questo vociare. Per quanto mi riguarda, Montanelli era uno che sapeva scrivere bene, punto. Non l’ho mai idolatrato, non sono nemmeno così convinto della sua millantata acutezza di pensiero – ricordate quando disse che Berlusconi è una malattia che si cura soltanto con il vaccino? – ma soprattutto non credo proprio che questo spalancare gli armadi in cerca di qualche rachitico scheletrino cambierà il pensiero di alcunchì. Però una cosa è probabile: se ci stiamo mettendo a scavare così, il coronavirus non è più fissato nella testa di tutti.

PS: prima che me lo chiediate, della statua di Montanelli non me ne importa un tubo. Mi scoccia un po’ l’imbrattamento perché lo trovo in generale maleducato, ma se la togliete la vita non mi cambierà affatto.

PPS: c’è anche chi dice che quella di Destà sia tutta una balla raccontata dal mentitore seriale.

Consigli non richiesti

Oggi prima di pranzo sono andato in palestra (con BikeMi perché ho lasciato la mia bici a fare un checkup). Mentre rientravo, con la mia bella mascherina addosso, mi fermo a un semaforo rosso. Mi si affianca un altro ciclista (avrà avuto qualche anno più di me) che mi osserva e mi dice “guardi che si può andare senza mascherina se si è in bici”. Alla mia risposta “tanto per la velocità a cui vado non mi cambia assolutamente nulla”, replica “sì, ma poi non respira”.

È possibile che uno si senta così convinto di non potersi fare i fatti propri, e nemmeno per ergersi a giudice di un comportamento illegale?