How To (libro)

Una cosa è certa. Leggendo i libri di Munroe, a parte guardare i disegnini, uno si chiede di che cosa si faccia. Anche in questo caso (Randall Munroe, How To, Hachette 2019, pag. 304, $19,95, ISBN 9781473680326) le cose che propone sono completamente pazze, ma le sue spiegazioni sono perfettamente corrette, ancorché inapplicabili. Potremmo dire che il libro è un modo per insegnare un po’ di fisica senza che ce ne rendiamo conto; ma forse è meglio dire che è un modo per capire quali cose sono impossibili all’atto pratico, e soprattutto quali sono i processi mentali di un fisico nel risolvere un problema – cosa completamente diversa dai processi mentali di un matematico quale io sono, per esempio. Stavolta poi xkcd è anche riuscito a coinvolgere altra gente, come per esempio Serena Williams per colpire un drone in volo… Come sempre, una lettura godibilissima.

La Lega e il Museo Egizio

Non credo sia stata molto pubblicizzata la multa di 15000 euro – in sede civile; in quella penale c’è stata un’archiviazione – comminata questa primavera al vicesegretario della Lega Andrea Crippa.

Ecco la storia, per chi non se la ricorda. A cavallo tra il 2017 e il 2018, il direttore del Museo Egizio di Torino aveva lanciato una promozione per cui due arabi che si presentavano al museo pagavano un singolo biglietto. (Per la cronaca, era già il secondo anno che c’era quella promozione). Crippa preparò un video in cui si vedeva una sua telefonava in viva voce al centralinista del museo per chiedere informazioni sugli sconti per gli arabi; alla risposta affermativa cominciò a inveire con il classico clichè “viva gli italiani”. Il video terminava invitando tutti a telefonare al centralino e protestare, cosa che in effetti capitò, bloccando per qualche giorno le linee telefoniche. Una cosa interessante, e quella che probabilmente ha portato alla condanna, è che la telefonata era fasulla, per l’ottima ragione che il museo ha solo centraliniste donne. Ma come potete immaginare, il video doveva venire bene.

Ah, dimenticavo una cosa, soprattutto agli amici del “prima gli italiani”. Tra le iniziative del museo c’è stata quella del biglietto gratuito a chi presentava la tessera delle biblioteche civiche torinesi. In effetti l’anno scorso quando sono stato con la famiglia a visitare il museo non ho pagato l’ingresso. (Sì, ho anche una tessera delle biblioteche torinesi, fatta di persona prima che partisse la promozione). Quindi i torinesi non sono certo stati svantaggiati… anche se in effetti andare a fare la tessera della biblioteca può essere una cosa complicata per parecchi dei telefonatori protestatari.

traslochi

Con la storia dello smart working lungo, la mia azienda ha deciso di togliere il “posto fisso”, il che significa sgombrare tutti i nostri effetti personali, anche perché dovrebbero esserci dei lavori di ristrutturazione. Non mi è ben chiaro cosa possono fare nella mia sede, che per come è fatta non può cambiare più di tanto la struttura, ma tant’è. Ad ogni buon conto, ieri mi è arrivata la comunicazione che tra due settimane avrò uno slot di due ore per ritirare eventuali apparecchiature di ufficio (monitor, sedia ergonomica…) ed eliminare la roba che possiedo.

Stamattina un collega mi ha scritto: “ho visto la comunicazione e ho pensato a te”. Io in ufficio ho un armadio zeppo di roba. In pratica tutti i colleghi che avevano bisogno di qualcosa venivano a chiedermela. Non ho idea di cosa potrò fare in due ore (e soprattutto non ho idea di cosa Anna mi permetterà di tenere a casa…)

Facebook Editor

Il mese scorso ero in montagna, non so bene cosa avessi fatto con il tablet, e sono finito su Facebook Editor. Per chi non sapesse cosa sia, è l’equivalente delle richieste di Google Maps per aggiornare, correggere e aggiungere dati alle pagine del sito di Zuckerberg, il tutto comprensivo di gamification con i livelli che si ottengono man mano che uno dà risposte.

Continuo a pensare che tutto ciò sia sfruttamento dell’utenza: non solo noi siamo il prodotto – e questo da un certo punto di vista è comprensibile – ma dobbiamo “lavorare” per migliorarlo. Per quanto mi riguarda, che si accontentino della licenza non esclusiva sulle cazzate che scrivo; mi bastano già Wikipedia e OpenStreetMaps per contribuire al bene comune.

Ambiguità (libro)

Gabriele Lolli non è un matematico. È un logico. Se non sapete la differenza, ve ne accorgerete leggendo questo libro (Gabriele Lolli, Ambiguità : un viaggio fra letteratura e matematica , Il Mulino 2017, pag. 296, € 16, ISBN 9788815270436), quando parla del “matematico medio” (che si fregia del titolo di “working”, e che è da lui più o meno equiparato a chi matematico non è per nulla).
La prima parte, quella sull’ambiguità in letteratura, non è che mi abbia detto molto, e mi sa che sia nata per la ragione opposta alla famosa frase di Hawking secondo cui ogni formula matematica in un libro ne dimezza le vendite. Molto più interessante la parte dell’ambiguità in matematica, dove Lolli – dopo aver fatto una lunghissima introduzione tecnica – parla di come tre matematici abbiano scritto al riguardo. I matematici in questione sono Philip J. Davies, Emily Grosholz e William Byers: non che Lolli concordi con qualcuno di loro, ma questo è il suo bello. Come sempre con i suoi lavori, leggere questo libro non è semplice: però direi che alla fine il lettore si porta a casa un po’ di cose.

Notizie scritte semplici

Qualche tempo fa la mia amica Silvia ha scritto su Facebook riguardo a un’interessante iniziativa di un quotidiano locale austriaco: le Nachrichten leicht verständlich, che dovrebbe più o meno significare “notizie facilmente comprensibili”. L’idea non è tanto quello di scrivere un “giornale per bambini”, come l’esperimento che Avvenire fece con Popotus; la Kleine Zeitung, in versione solo online, si rivolge espressamente a un pubblico adulto che però fa fatica a leggere articoli scritti in maniera molto arzigogolata – cosa che in tedesco è ancora più facile che in italiano – e pieni di forestierismi. L’esperimento mi sembra piuttosto interessante. La mia conoscenza del tedesco è molto scarsa, tra A1 e A2, e riesco forse a raggiungere il B1 nella comprensione di un testo scritto solo perché sono abituato a recuperare informazioni dal contesto. In effetti ho provato a vedere qualche articolo, anche su temi locali che quindi non potevo conoscere, e sono arrivato in fondo.

Lo so che in Italia i giornali sono scritti da persone che devono dimostrare di essere più colti di tutti (eccetto per quanto riguarda i temi scientifici, dove invece devono mostrare di non sapere nulla per loro precisa scelta). Ma credo che sarebbe bello avere anche da noi un’iniziativa di questo tipo, che avvicinerebbe forse più persone alla lettura e alla conoscenza del mondo odierno che è troppo complicato.

(Per le malelingue pronte a chiedermi perché io non cominci a fare la stessa cosa qui sul blog: i miei ventun lettori sono altamente selezionati e sono sicuro che si divertono a saltare tra i vari livelli dei miei testi. Onestamente, non ho nessun interesse ad allargare il mio pubblico: mica mi pagano a numero di lettori!)

Meglio star zitti? (libro)

Vista la quantità di materiale che Raboni scrisse in qualità di critico e citate nell’amplissima bibliografia, immagino che questa raccolta (Giovanni Raboni, Meglio star zitti? : Scritti militanti su letteratura cinema teatro, Oscar Mondadori 2019, pag. 480, € 15, ISBN 9788804653530) sia un florilegio delle sue stroncature, amorevolmente raccolte da Luca Daino. A parte le primissime, nelle quali dopo aver parlato malissimo di una certa opera alla fine diceva quello che gli era piaciuto (in cauda mel), lo stile si è rapidamente stabilizzato, con una soffusa levità di aggettivi per spiegare come le sue stroncature derivassero da un suo pensiero di base su cosa dovrebbe essere la letteratura e su come molti autori (Calvino ed Eco in primis) avessero fatto il passo più lungo della gamba. Immagino che il “militante” del sottotitolo si riferisca a questo. La forma della raccolta mi è risultata però un po’ pesante soprattutto alla fine, quando sono aumentati i lamenti contro lo stato generale della letteratura italiana e si è insinuata una certa ripetitività. Meglio insomma centellinarsi il libro!

Quizzino della domenica: colpo fortunato

Tom Sawyer vede un corvo in cima a un palo su una collina: prende la sua fionda e lancia un sasso contro il corvo, che però al momento del lancio si allontana immediatamente in direzione opposta a Tom, muovendosi in orizzontale alla velocità di un metro al secondo. Il sasso raggiunge il punto dove si trovava l’uccello e continua a salire per un terzo dell’altezza del palo, per tornare poi a scendere e colpire il corvo. A quale velocità rispetto al terreno è stata lanciato il sasso? Supponete che il punto di lancio sia all’altezza della base del palo, trascurate la resistenza dell’aria… e considerate la Terra piatta :-)


[fionda]

(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p466.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema da Colin Wright; immagine da freesvg.org.)