Oggi la Lombardia è entrata in zona gialla. Anna e io siamo così andati dai suoi genitori (senza gemelli per evitare possibili contagi) per una mezz’oretta, anche perché dovevo capire cosa il teNNico aveva fatto al loro computer. Ci siamo trovati bloccati a Monza. Evidentemente tutti avevano gli anziani genitori da andare a trovare (spesso a piedi e senza mascherina)
Quizzino della domenica: Aritmetica coi bastoncini
>Nella figura qui sotto vedete un’operazione aritmetica (errata) scritta con i bastoncini. Siete in grado di spostare due soli bastoncini (lasciandoli nell’operazione!) e ottenerne una corretta? Con un solo bastoncino spostato si può togliere un bastoncino dal + per farlo diventare un − e usarlo per far diventare il 9 un 8: si ottiene così 8−2 = 2×3.
(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p487.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema tratto da Louis Thépault, Le chat à six pattes et autres casse-tête.)
_Dante_ (ebook)
Alessandro Barbero ha il suo fan club di tifosi sfegatati che si gettano sopra ogni video dove il professore di storia medievale racconta i suoi studi in un modo certamente accattivante. Barbero racconta le cose in modo senza dubbio affascinante, e si merita questo seguito. Ma prima di tutto è un professore universitario, e in effetti questo libro (Alessandro Barbero, Dante, Laterza 2020, pag. 236, € 11,99 (cartaceo €20), ISBN 9788858143285) è in primo luogo un testo storico: una biografia di Dante condotta secondo tutti i crismi, partendo dagli antenati del Sommo Vate e cercando di trarre dalle scarne e a volte contraddicentesi fonti – tutte regolarmente citate, la quantità di note a piè di pagina è enorme – quante più ipotesi verosimili possibili. A volte Barbero si discosta dagli studi precedenti: tutte le volte che lo fa non solo espone cosa i suoi predecessori hanno scritto, ma spiega anche i motivi che lo portano a fare quelle scelte. Insomma, se fossimo studenti universitari sarebbe un manuale perfetto, e di solito lo stile è quello suo. Detto tutto questo, però, il libro non mi ha convinto. Secondo me non è né carne né pesce; rispetto la sua scelta di non abdicare alla saggistica pop, però credo che il risultato finale risulti troppo pesante per chi vorrebbe semplicemente rilassarsi con un po’ di storia.
Guerrafondai d’altro tipo
Si sa che il Nobel per la pace è una delle maggiori ipocrisie dei nostri tempi. Si pensi a quello avuto da Obama “sulla fiducia” nel 2009 e a cosa hanno fatto gli Stati Uniti durante il suo mandato. Prendiamo ora il successore di Obama. Molti ancora oggi dicono che in fin dei conti Trump è stato meno guerrafondaio di Obama, non avendo aperto nessun conflitto armato. Ma prendiamo per esempio la normalizzazione dei rapporti tra Israele e Marocco, benedetta dall’attuale amministrazione. Come “regalo” al Marocco, gli USA hanno riconosciuto la sua sovranità sul Sahara Occidentale, dove da decenni c’è un conflitto strisciante, che ultimamente si è di nuovo acuito. Certo, ufficialmente gli USA non hanno fatto nulla. Ma in pratica?
(Lasciamo poi perdere le esecuzioni capitali che continuano a esserci, violando una moratoria di più di un secolo nel periodo di transizione tra due presidenti. Ah, già: Trump continua ad affermare di avere vinto le elezioni)
Paolo Rossi (Pablito)
Lo sapete, io e il calcio non andiamo precisamente d’accordo. I miei ventun lettori avranno sicuramente notato che non ho speso una parola per la morte di Maradona: uno dei più grandi calciatori mai apparsi su questo pianeta, e mi fermo qui. Però due parole su Paolo Rossi le voglio spendere, soprattutto dopo che ho sentito stamattina a RadioPop che c’è gente che non si ricordava di lui.
Un calciatore fragile, dalle ginocchia martoriate. Un calciatore entrato nella prima grande inchiesta di calcioscommesse piuttosto di sbieco (la sua frase “basta che io segni due gol” raccolta al volo) e poi parzialmente graziato per l’approssimarsi dei Mondiali 1982, in modo da farlo riabituare al campo. Una partita, naturalmente quella con il Brasile, che è stata semplicemente un miracolo: i miracoli non sono però regalati dal cielo, ma sono fortemente voluti dagli uomini. Paolo Rossi lo volle fortissimamente, e mostrò agli stupefatti brasiliani che il calcio non erano solo loro. Da lì tutto andò in discesa, e non sarebbe potuto essere altrimenti.
Ecco. Maradona era l’esempio del calabrone; a vederlo nessuno avrebbe detto che era un campione con la palla. Paolo Rossi è stato l’usignolo; delicato ma impressionante. Un mito che non sapeva di esserlo.
MinePi
Sono sicuro che tutti voi sappiate dell’esistenza delle crittovalute, o almeno dei Bitcoin. Molti di voi sanno che di queste “monete virtuali” ce ne sono tantissime, e probabilmente qualcuno saprebbe discettare del funzionamento teorico di una blockchain. (Io non troppo, nel senso che ho un’idea ad alto livello, e continuo a chiedermi perché la moda è usare blockchain per qualunque cosa quando il metodo è intrinsecamente inefficiente, e lo è perché l’inefficienza è strumentale per come Bitcoin è strutturato).
Bene, vi presento una crittovaluta di tipo completamente diverso: Pi. Il nome non è casuale: il progetto è nato il 14 marzo 2019, nel Pi Day, da parte di gente uscita da Stanford. L’idea è di usare un modello completamente diverso per distribuire le informazioni sull’integrità del sistema di transazioni, cioè la blockchain. Come spiegato nel loro white paper, la struttura viene semplicemente rafforzata creando piccole cellule formate da 3-5 persone che si conoscono, e sfruttando quindi i numeri di telefono. In pratica, uno si iscrive con un’utenza mobile, a partire da una app scaricata per Android o iOS; tutto quello che bisogna poi fare è cliccare una volta ogni 24 ore per assicurare di esserci ancora, un po’ come con i Tamagochi. Durante quelle 24 ore si continua a minare pi (il nome della crittovaluta); poi si sta fermi fino al clic successivo. No, non si può ricliccare dopo 23 ore per portarsi avanti col lavoro. La cosa interessante è che di per sé non occorre nemmeno avere l’app attiva, anche se questo aiuta perché si può ricevere l’avviso che le 24 ore sono scadute.
Ci sono rischi? Non lo so. Io ho cominciato a minare lo scorso marzo e non è successo nulla, ma non si può mai ovviamente escludere che il progetto per impadronirsi dei nostri telefoni sia a lungo termine. Ci sono guadagni? probabilmente no. Il valore attuale di un pi è zero, e non è detto che la valuta uscirà mai dalla fase di test, anche se ci sono gia quasi dieci milioni di miner. Però non mi costa nulla, e mi incuriosisce il modello. Chi volesse provarci può partire da https://minepi.com/xmau e usare il mio username xmau come codice invito; riceverà così il suo primo pi.
Dimensionamento
Un rapido aggiornamento a quanto ho scritto stamattina.
Posso – con grande fatica – immaginare che chi ha preparato il backoffice del cashback di Stato non sia stato in grado di dimensionare correttamente il sistema, e quindi stamattina la sezione Portafoglio sia “in manutenzione”.
Quello che non riesco proprio a capire è come sia impossibile caricare i metodi di pagamento già esistenti. Quello che serve è fare un accesso in lettura a una base dati a partire da una chiave identificativa (il nostro account). È una roba che si faceva in Access con Windows 95, ed è tranquillamente scalabile a sistemi con centinaia di milioni di record. (L’accesso in scrittura è naturalmente molto più delicato, ma non è il nostro caso). Vorrei davvero sapere chi ha progettato l’infrastruttura.
(Avrei anche qualcosa da dire dal punto di vista dell’interfaccia utente, ma lascio le contumelie a chi ci lavora tutti i giorni. Non che io lavori direttamente sulle basi dati, ma almeno mi tocca averci a che fare con i colleghi…)
Cashback di Stato – sempre più difficile
Allora, oggi parte il cashback di Stato. Rispetto alla scorsa settimana ne so qualcosa in più, e provo a spiegarvelo.
Innanzitutto c’è un sito ufficiale, che si chiama… Cashless Italia. Stranamente il sito non è nel dominio gov.it; non si capisce perché, dato che il titolare del sito è il MEF e per esempio PagoPA è regolarmente sotto .gov.it. A parte questo, il sistema funziona attraverso l’app IO, ma anche “per mezzo di issuer convenzionati”. Ecco perché Satispay ha già avvisato i propri utenti della possibilità: con un click si è già attivi. Sicuramente meglio di IO dove almeno a ieri l’unico metodo di pagamento elettronico accettato è la carta di credito. Posso immaginare che la parte di backoffice sia già pronta almeno a ricevere i dati, se non trattarli, mentre la magnifica e progressiva app IO sia ancora bene indietro.
L’altra cosa che non era affatto chiara è che occorre fare un numero minimo di transizioni nel periodo: 50 ogni semestre e 10 nella versione “casback di Natale”, e soprattutto che mentre non c’è un valore mimino per una transazione ce n’è uno massimo, vale a dire 150 euro. Se uno fa la spesa da 300 euro, insomma, il cashback eventualmente ottenuto è di soli 15 euro e non 30. Mi aspetto pagamenti multipli quando vado a fare la spesa settimanale :-) L’unica cosa buona è che si spera che, a differenza della lotteria degli scontrini, tutto il giro sia alla fine automatico e l’unica cosa da fare sia entrare nei negozi e pagare con gli strumenti elettronici.
In definitiva, continuo ad avere forti dubbi sul funzionamento del tutto, ma spero di sbagliarmi…