Chi mi legge lo sa. Sono convinto che il personale sanitario a contatto con i pazienti dovrebbe avere l’obbligo di vaccinarsi, essendo a contatto con persone deboli e facendo una professione che richiede questo contatto. Ma da qui a dire, come fa Confindustria, che anche nel privato chi non vuole vaccinarsi possa venire demansionato o direttamente lasciato a casa – senza stipendio, claro – è troppo. A me viene da pensare che in questo modo i datori di lavoro possano risparmiare sulle misure di contenimento, ovviamente sulle spalle dei lavoratori…
Sconti a chi abita vicino
L’altro giorno la newsletter su Milano del Post – Colonne – ha raccontato di ADI Design Museum, che offre l’ingresso scontato a chi abita in un raggio di 15 minuti a piedi o in bicicletta dalla sua sede.
Capisco la trovata pubblicitaria; ma a me personalmente la cosa pare stupida per due motivi. Il primo è che banalmente non è dato sapere se io sono arrivato al museo in bicicletta o in automobile, quindi la logica di dire “promuoviamo una città più vivibile localmente” è fallace. Il secondo è che se vuoi fidelizzare chi abita vicino sarebbe meglio pensare ad abbonamenti annuali molto scontati per queste persone. Non essendoci ancora andato, non ho idea se in quel caso abbia senso visitare il museo più volte, a differenza per esempio del Museo della Scienza e Tecnologia che però li fa a chiunque; però se si dice di voler fare qualcosa di nuovo che lo si faccia davvero.
(Per amor di cronaca: il CAP dove vivo è uno di quelli che dà lo sconto, ma tanto Anna e io siamo abbonati annuali ATM e quindi l’avremmo lo stesso)
“divisa impropria”
Avevo letto qualcosa su Facebook, ma come spesso capita la notizia era stata riportata in modo così confuso da essere inusabile. Ora ne parla la BBC: la nazionale norvegese di beach handball che giocava gli europei è stata multata per avere indossato una divisa impropria: pantaloncini anziché la parte inferiore del bikini.
A parte che fino alla settimana scorsa non sapevo dell’esistenza del beach handball e fino a cinque minuti fa non sapevo che era stato inventato in Italia, e ancora adesso mi chiedo che cosa abbia esattamente a fare con la pallamano dove dai ricordi scolastici qualche palleggio lo potevi anche fare, la multa conferma la mia ipotesi, che cioè almeno per il lato femminile la parte atletica è in secondo piano. O mi volete dire che gli shorts danno vantaggi competitivi?
I flame sugli zainetti Einaudi
Non lo credevo possibile, ma ieri ho visto su Twitter che c’era gente che si lamentava della campagna Einaudi “compra due libri, ti regaliamo lo zainetto in cotone”. Beh, no: essendo la mia bolla quello che è, in realtà ho visto gente che si stupiva che ci fosse gente che si lamentava per la campagna: la mia bolla è fatta di gente che dice “tanto i libri li compro lo stesso, se mi danno un omaggio tanto meglio”.
Io posseggo ancora uno zainetto a tracolla Einaudi della fine degli anni ’90 – ben prima che l’editrice venisse comprata da Mondadori, insomma – sempre ottenuto in offerta con l’acquisto di libri. È quello che usavo quando fino al 2019 andavo a cantare con il Forum Corale Europeo, il che significa che è bello tosto. Uso anche una tazza di ibs.it per il tè della mattina, tazza presa acquistando dei libri da loro. (Ah, da ibs.it gli zainetti sono esauriti :-) ). Potrei fare a meno di questi gadget? Certo. Ma appunto non mi sono costati nulla, visto che i libri me li ero presi per leggermeli, e non è che li avrei pagati di meno da qualche parte. Se poi qualcuno è così amante dei gadget da comprare libri che non leggerà mai, non è un problema mio. Però non posso fare a meno di chiedermi quanti libri l’anno leggono coloro che si stracciano le vesti per queste offerte promozionali…
Pegasus
Non mi stupisco affatto che esista uno spyware come Pegasus, né mi stupisco che un software di una società israeliana sia anche usato dai governi dell’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti: lo sanno tutti che un conto sono le reboanti affermazioni antiisraelite e altro conto sono gli affari.
Ho dato solo una scorsa rapida ai risultati dell’inchiesta giornalistica, ma non mi stupirei affatto che il sistema lavori anche prendendo direttamente dati da HLR e HSS, dove passa una quantità incredibile di informazione. (Se lo si faccia anche in Italia non lo so: non mi occupo di queste cose e non me lo vengono certo a dire).
Infine non mi stupisco nemmeno che nell’elenco di testate che hanno collaborato all’inchiesta non ce n’è neppure una di italiana. Fino ad alcuni anni fa non sarebbe successa una cosa simile, ma ormai…
In che anno è nata Elisabetta Sgarbi?
La sorella di Vittorio Sgarbi (ma è sicuramente riduttivo definirla in questo modo), almeno secondo la Treccani è nata nel 1965. Eppure se si va a leggere una vecchia pagina cache di Google, fino a un mesetto fa la data di nascita della signora Sgarbi è indicata come “1956”. Nove anni prima. Come può essere?
Beh, l’ipotesi più semplice da fare è che la Treccani abbia copiato da Wikipedia, che almeno fino alla settimana scorsa affermava che la signora Sgarbi è nata a Ferrara il 9 luglio 1956. Come fa a dirlo? Beh, quello che è certo è che una Elisabetta Sgarbi nata a Ferrara il 9 luglio 1956 è iscritta all’albo dei farmacisti della provincia di Ferrara, dopo essersi laureata nel 1980. E in effetti anche la Gazzetta Ufficiale riporta il superamento dell’esame di stato nel 1980 (trovate il nome nella parte 7). E che Elisabetta Sgarbi sia laureata in farmacia lo dice lei stessa. E Vittorio conferma che sua sorella è nata il 9 luglio, non dice di che anno. Voi che ne pensate di questa inflazione di farmaciste ferraresi omonime?
(A onor del vero, il padre dei fratelli Sgarbi dichiarò in un’intervista che “Quando mia moglie era in attesa di Elisabetta, decidemmo di mandarlo in un collegio. L’idea fu di dargli un’educazione solida ma anche segnata da regole.” La data del 1965 a questo punto tornerebbe, perché Vittorio avrebbe avuto tredici anni. Elisabetta sarebbe nata quando la madre aveva 39 anni. Ma mi sembra che – a differenza della madre che era anche laureata in matematica – i figli abbiano problemi di conti. In questo video del 1996 Vittorio dice che “circa 22 anni fa” Beppe Grillo veniva in Porsche con un amico a trovare sua sorella “che aveva quindici anni, tipo”. Questo darebbe 1959 come data di nascita di Elisabetta: magari pigliamo quella data come media ponderata!
Quizzino della domenica: L’orto del signor Zucca
Il signor Zucca ha un orto di forma rettangolare il cui perimetro è 28 metri. L’orto è formato da quattro sezioni quadrate (non necessariamente della stessa dimensione), in ciascuna delle quali il signor Zucca coltiva una verdura diversa. Tutti i quadrati hanno un lato che misura un numero intero di metri. Quali sono le misure possibile per i lati dell’orto del signor Zucca?
(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina https://xmau.com/quizzini/p528.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema da HackMath; immagine da FreeSVG.)
Oltre Orwell (ebook)
Devo dire che speravo molto di più da questo libretto (Maria Pia Rossignaud e Derrick De Kerckhove, Oltre Orwell : Il gemello digitale, Castelvecchi 2020, pag. 64, € 4,99 (cartaceo: € 7.50), ISBN 9788832901528), tra l’altro con un prezzo digitale spropositato. (Ok, l’ho preso in prestito digitale, non era un mio problema). Il tema del “gemello digitale”, o più prosaicamente un insieme coordinato di informazioni su di noi, entrerà sicuramente sempre più nel nostro presente. Pensate solo al Green Pass Covid. Purtroppo però, oltre alla denominazione che è suggestiva ma fuorviante – stiamo parlando della nostra estensione digitale, come “gemelli” saremmo troppo diversi – i temi etici, di privacy e anche solo di gestione sono appena sfiorati. Da un librino come questo non pretendevo ovviamente una trattazione approfondita, ma almeno una segnalazione dei problemi e delle possibili soluzioni.